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Il punto di rugiada, tra giovinezza e vecchiaia. La recensione del film di Marco Risi

Cinema

Paolo Nizza

Sulle note di una splendida colonna sonora anni '60, un affresco malinconico ma non disperato sullo scorrere del tempo. Uno struggente e sincero omaggio ai film di Dino Risi, padre del regista e maestro della commedia all’italiana, impreziosito da un cast che riunisce alcuni degli interpreti storici più talentuosi del nostro Paese: da Massimo De Francovich a Luigi Diberti, da Eros Pagni a Maurizio Micheli, da Erika Blanc a Elena Cotta. In sala dal 18 gennaio

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In una famosa intervista televisiva Dino Risi diceva. “La vecchiaia è orrenda. E' bello non ricordarsi i nomi dei propri figli?”. Eppure, al tempo stesso il regista di Il Sorpasso si baloccava con l’idea di girare un film sugli anziani, ma tutt’altro che deprimente. E talvolta i progetti dei padri ricadono sui figli (basti pensare al noto romanzo di Ivan Sergeevič Turgenev. Sicché Marco Risi con Il punto di rugiada orchestra una sinfonia crepuscolare, ma non priva di ironia. Adagio, ma con brio, gli anziani ospiti di Villa Bianca recitano l’ultimo assolo prima che cali il sipario. Come i fiocchi di neve, ognuno è diverso, tuttavia tutti sono attesi da un identico destino. Cionondimeno, questo manipolo di attempati risulta più vivo e partecipe rispetto agli esponenti della peggio gioventù. Virgulti viziosi e viziati, perennemente chini sullo smartphone, tra uno shottino e una botta di cocaina. Nell’attingere a frammenti e ricordi tratti dal notevole libro Forte respiro rapido. La mia vita con Dino Risi, il regista di Fortapach miscela finzione e realtà. Il risultato è un lungometraggio (in sala dal 18 gennaio) a cui non si può che volere bene, grazie anche alla riuscita alchimia tra i tre giovani talenti presenti nel cast e  formidabili titani della recitazione come Massimo De Francovich ed Eros Pagni.

Alessandro Fellla e Lucia Rossi

IL punto di rugiada, la trama del film

Carlo Guerra (Alessandro Fella) è un giovanotto ricco, annoiato e dissoluto; Una notte, guidando da ubriaco e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, provoca un grave incidente d’auto per il quale viene condannato a scontare un anno di lavori socialmente utili in una casa di riposo. Insieme al ragazzo Villa Bianca arriva anche Manuel (Roberto Gudese), uno spacciatore arrestato in flagrante. Luisa (Lucia Rossi), affascinante e competente infermiera che lavora da anni nella struttura, guiderà i giovani in un mondo sospeso. dove condivisione, conforto e accoglienza cambieranno per sempre il loro sguardo sul mondo e soprattutto sull’esistenza.

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Luigi Diberti e Massimo De Francovich - Foto di Christian Nosel

Marco Risi, tra i film di Dino e le poesie di Nelo

Un fotografo disincantato e sagace che si chiama Dino Rimoldi. Un poeta malato di Alzheimer di nome Federico (come Fellini), i cui versi nella realtà sono stati scritti da Nelo Risi (zio del regista). Un agognato safari in Kenya, sulle tracce dei leoni che rimanda al film di Dino Risi In nome del popolo italiano; nello specifico al viaggio in Africa (mai realizzato) dall’imprenditore  Lorenzo Santenocito (Vittorio Gassman) in compagnia di suo padre. Sono solo alcuni degli elementi autobiografici che popolano Il punto di rugiada. E proprio il fenomeno meteorologico che ha ispirato il titolo del film si trasfigura nell’ultimo atto della commedia umana. Così è sufficiente una nevicata perché i maturi ospiti della casa di cura tornino bambini. In fondo se la vecchiaia è un tramonto, esistono tramonti che tutti si fermano a guardare

Il punto di rugiada, Da LIttle Tony ad Anton Cechov

E la chiamano estate, Un Bacio a mezzanotte, Stasera mi butto, Riderà; Op Op trotta cavallino, Pippo non lo sa. Le canzoni di Il punto di rugiada accompagnano le quattro stagioni in cui si svolgono le vicende del film, a partire dall’estate del 2018. Tra una reminiscenza del vetturino protagonista del racconto La Malinconia di Anton Cechov,  e una spassosa variaszione del detto popolare "Chi dice ma:.. ", comprendiamo quanto sia terribile non avere nessuno a cui cantare la propria tristezza. Ciononostante, basta un ballo per obliare le tristezze, mentre riecheggiano i versi della poesia Sotto i colpi vergata da Nelo Risi: "C’è gente che ci passa la vita che smania di ferire:/dov’è il tallone gridano dov’è il tallone,/quasi con metodo/sordi applicati caparbi./Sapessero /che disarmato è il cuore/dove più la corazza è alta/tutta borchie e lastre, e come sotto/è tenero l’istrice."

L'eccellenza in un cast straordinario

Ed è con tenerezza e commozione che guardiamo Erika Blanc guardare la televisione che trasmette l’horror La vendetta di Lady Morgan, uno dei primi film interpretati dalla grande attrice italiana. Il punto di rugiada è un florilegio di interpreti straordinari: Massimo De Francovich a Luigi Diberti, da Eros Pagni a Elena Cotta, sino a Maurizio Micheli, che in fondo riprende in versione attempata il personaggio di Pino Tricarico, l’intrattenitore eventualmente "pagliacc", che seduceva Noce Bove (Laura Antonelli) cantando Champagne in Rimini Rimini. E parimenti al perlage della bollicina francese, il film porta in superfice tra una lacrima e un sorriso, uno scontro generazione che infine si trasfigura in incontro. E alla fine per citare lo Shakespeare di Misura per Misura, “Non sei né giovane né vecchio, ma é come se dormissi dopo pranzo, sognando di entrambe queste età.”

Maurizio Micheli