Tunisia, proteste contro Netflix per l'Annibale di Denzel Washington: "È un falso storico"

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L'assegnazione del ruolo del generale cartaginese ha suscitato scalpore sui social. Ora, la Tunisia ha deciso di portare la questione in Parlamento

Netflix sta attualmente girando un nuovo film su Annibale, diretto da Antoine Fuqua. L'avventura, però, non è partita nel migliore dei modi.

Il primo giorno di riprese ha visto montare le proteste. Il motivo? Il ruolo del condottiero è andato a Denzel Washington, considerato troppo "anziano" ma - soprattutto - troppo lontano dal vero Annibale. Che era un bianco semita, e che fu uno dei più grandi strateghi militari della storia.

Le proteste contro l'Annibale di Denzel Washington

Il dibattito, cominciato sul web, è arrivato anche in Parlamento. Giovedì 30 novembre, nel corso dell'Assemblea dei Rappresentanti del Popolo (ARP), mentre in plenaria si discuteva il bilancio del Ministero degli Affari Culturali nel quadro della Legge Finanziaria 2024, la deputata Yassine Mami ha interrogato il ministro Hayet Ketat Guermazi sul progetto Netflix. "Non abbiamo informazioni sul contenuto. C'è il rischio di falsificare la storia", ha detto. "Il Ministero dovrebbe prendere posizione sull'argomento." Per Mami, che è anche presidente della commissione Turismo, Cultura e Servizi, si tratta di “difendere l'identità tunisina” e ascoltare “le reazioni della società civile”. "È finzione, è un loro diritto. Annibale è un personaggio storico, anche se siamo tutti orgogliosi che sia tunisino... Cosa potremmo fare?" ha affermato il Ministro della Cultura, che vede nel blockbuster americano un'opportunità per dare visibilità al suo Paese. "Ciò che mi interessa è che girino anche solo una sequenza in Tunisia e che questa venga menzionata", ha detto. "Vogliamo che la Tunisia torni ad essere una piattaforma per il cinema straniero". In passato, il Paese ha ospitato infatti numerose riprese cinematografiche, tra cui I predatori dell'arca perduta di Steven Spielberg, Il paziente inglese di Anthony Minghella e i primi quattro capitoli della saga di Star Wars di George Lucas.

 

Il precedente

Non è la prima volta che Netflix finisce al centro delle polemiche per i suoi casting. Lo scorso aprile, un avvocato ha presentato una denuncia che accusava la docuserie Regina Cleopatra di voler "cancellare l'identità egiziana". La regina, infatti, secondo diversi studiosi aveva la pelle chiara. Ed era dunque ben diversa dall'attrice protagonista, Adele James. La produzione, all'epoca, aveva ricordato come l'identità di Cleopatra sia ancora oggi dibattuta (nessuno storico è riuscito a dimostrare chi fosse sua madre). Prima ancora, nel 2022, a finire al centro delle polemiche fu un personaggio di fantasia: la Sirenetta. Per il remake live-action firmato Disney fu infatti scelta l'attrice nera Halle Bailey, scatenando una vera e propria protesta web con tanto di hashtag #NotMyAriel e #NotMyMermaid. Ma nessuno, né l'attrice né i produttori, si fece intimidire. E tanti nomi noti si schierarono in difesa di Bailey. C'è da scommetterci che, anche l'Annibale di Denzel Washington, proseguirà per la sua strada.

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