Comandante, una clip esclusiva del film di Edoardo De Angelis con Pierfrancesco Favino

Cinema

Presentata in concorso alla 80.ma Mostra del cinema di Venezia, la pellicola (nei cinema dal 31 ottobre) è attualmente al secondo posto del box office italiano. Ecco una scena in esclusiva per il sito di Sky TG24

 

Il box office sorride al Comandante, il film magistralmente diretto da Edoardo De Angelis e interpretato da un Pierfrancesco Favino in stato di grazia. Dopo aver inaugurato la Mostra del cinema di Venezia 2023, il lungometraggio, uscito nelle sale cinematografiche martedì 31 ottobre, è attualmente al secondo posto degli incassi (a guidare la classifica troviamo C’è ancora domani di Paolo Cortellesi) Insomma, un’ottima notizia per il cinema italiano. Per l’occasione, in testa all’articolo, ecco una scena esclusiva tratta dalla pellicola ispirata alla vera storia del sommergibilista Salvatore Todaro. Una sequenza davvero suggestiva, in cui sulle note della musica proveniente da Radio Andorra, il protagonista, a bordo del sommergibile Cappellini, si racconta, tra una corazza di ferro e uno spirito greco che protegge il suo destino

Comandante, la trama del film

All’inizio della Seconda guerra mondiale Salvatore Todaro comanda il sommergibile Cappellini della Regia Marina. Nell’ottobre del 1940, mentre naviga in Atlantico, nel buio della notte si profila la sagoma di un mercantile che viaggia a luci spente, il Kabalo, che in seguito si scoprirà di nazionalità belga e carico di materiale bellico inglese, che apre improvvisamente il fuoco contro il sommergibile e l'equipaggio italiano. Scoppia una breve ma violenta battaglia nella quale Todaro affonda il mercantile a colpi di cannone. Ed è a questo punto che il Comandante prende una decisione destinata a fare la storia: salvare i 26 naufraghi belgi condannati ad affogare in mezzo all’oceano per sbarcarli nel porto sicuro più vicino, come previsto dalla legge del mare. Per accoglierli a bordo è costretto a navigare in emersione per tre giorni, rendendosi visibile alle forze nemiche e mettendo a repentaglio la sua vita e quella dei suoi uomini.

Quando il capitano del Kabalo, sbarcando nella baia di Santa Maria delle Azzorre, gli chiede perché si sia esposto a un tale rischio contravvenendo alle direttive del suo stesso comando, Salvatore Todaro risponde con le parole che lo hanno reso una leggenda: “Perché noi siamo italiani”.

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“Chi è davvero forte? Cosa vuol dire essere italiani? Me lo chiedevo con insistenza quando nel 2018 mi imbattei nel racconto illuminante dell’Ammiraglio Pettorino, riportato in occasione del 123esimo anniversario della Guardia Costiera. Pettorino, in un clima di porti italiani chiusi ai naufraghi, di donne, bambini, uomini inermi morti affogati in mare, ebbe l’esigenza di dire ai propri marinai come comportarsi. Scelse la strada della parabola e raccontò la

vicenda straordinaria di Salvatore Todaro, il sommergibilista italiano che in guerra affondava le navi nemiche ma salvava gli uomini. Questo prescrive la legge del mare, così si è sempre fatto, così sempre si farà. L’uomo alla guida di una trireme romana duemila anni fa è lo stesso che comanda un sommergibile nel 1940, in Atlantico, in piena guerra. Quell’uomo si chiama Salvatore ed è forte. Affonda il ferro delle navi nemiche senza paura e senza pietà. Ma il nemico inerme non è più nemico, è solo un altro uomo e allora lo salva. Perché l’essere

umano davvero forte è quello capace di tendere la mano al debole. Salvatore conosce le leggi eterne che governano il cielo e il mare e sa che sono superiori a qualunque altra legge: chi salva un solo uomo, salva l’umanità.”

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