Tim Burton in mostra a Torino tra cinema e arte: “Mi sento sempre un outsider”

Cinema
Paolo Nizza

Paolo Nizza

©Getty

Il visionario regista americano ha presenziato all’inaugurazione della Mostra allestita alla Mole Antonelliana, all’interno del Museo del cinema di Torino e che sarà aperta al pubblico dall’11 ottobre 2023 al 7 aprile 2024. Tra Polaroid, disegni, bozzetti e sculture, il cineasta ha parlato di intelligenza artificiale, del politicamente corretto, del sequel di "Beetlejuice", di come continui a percepirsi come un emarginato, l’ultimo della sua specie, per citare il manifesto scelto per l’esposizione

Tim Burton sarà per l’eternità un immaginifico costruttore di mondi.  Parimenti si descriverà sempre come un outsider, un maverick, un reietto. Un amabile e talentuosissimo emarginato così simile agli indimenticabili personaggi che ha illustrato magistralmente sul grande e piccolo schermo da Edward Mani di Forbice a Ed Wod, sino a Mercoledì, l’ineffabile adolescente della Famiglia Addams. Sicché, la mostra dedicata al genio scapigliato nato a Burbank (California) il 25 agosto del 1959 non poteva che intitolarsi The Wordl of Tim Burton (Il mondo di Tim Burton). E il Museo nazionale del cinema di Torino, con le sue architetture bizzarre, vertiginose, febbrili sono lo spazio ideale per l’esposizione ideata e co-curata da Jenny He in collaborazione con Tim Burton e adattata da Domenico De Gaetano per il Museo Nazionale del Cinema. La mostra resterà aperta al pubblico dall’11 ottobre 2023 al 7 aprile 2024. Inoltre, il cineasta americano sarà protagonista sempre mercoledì 11 ottobre di una straordinaria Masterclass e riceverà il premio Stella della Mole come riconoscimento del suo contributo visionario e innovativo con il suo stile inimitabile alla storia del cinema.

Da Vincent  a Mercoledì, l'immaginazione al potere

Il Museo del cinema di Torino si trasfigura nel laboratorio in cui Vincent Price crea Edward Mani di Forbice. O nel set di Plan 9 of Outer Space, lo scult movie diretto da Ed Wood, tant’è che ti aspetti che all’improvviso si manifesta Bela Lugosi oppure la sensualissima Vampira. È la forza invincibile di chi ha mandato l’immaginazione al potere e ce l’ha lasciata, nonostante tutto, perché Il mondo di Tim Burton abita dietro e davanti allo specchio. E si tratta di una contraddizione (che sono il sale e pure la tequila della vita) visto che Tim a casa sua, gli specchi è avvezzo a coprirli perché la sua immagine riflessa non gli garba troppo. D’altronde bastano oltre 550 opere d'arte suddivise in 9 sezioni ad abbacinare il pubblico. Si rischia di annegare come Narciso o di perdersi come Alice in questa Paese delle meraviglie, in questa grande bellezza non omologata. Un’epifania di emozioni, turbamenti, impressioni ti avvolgono grazie anche alle scale a chiocciola che ospitano le opere. Una spirale di stupore e voluttà. Una luna park dell’inconscio e dell’Es, che parte dal cortometraggio Vincent e arriva alla serie televisiva Mercoledì. Un trip ipnotico. Grazie a questa Mostra si comprende che aveva davvero ragione Baudelaire, ovvero: "Chi guarda stando fuori da una finestra aperta non vede mai tante cose quanto colui che guarda da una finestra chiusa.”

 

MADRID, SPAIN - SEPTEMBER 28: US director Tim Burton attends the "Tim Burton. El Laberinto" opening exhibition at Espacio Ibercaja Delicias on September 28, 2022 in Madrid, Spain. (Photo by Pablo Cuadra/WireImage)

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Il mondo di Tim Burton, mostra al Museo Nazionale del Cinema di Torino

I progetti mai realizzati

E’ sufficiente contemplare con ammirata devozione la teca in cui i curatori della Mostra hanno ricostruito lo studio di Tim Burton e subito risulta chiaro che la banalità non abita certamente qui. E’ una bella, festosa confusione l’affastellato allestimento con Jack Skeleton a guisa di cerbero in forma umana, sorta di simulacro in stile Giacometti, allontana i curiosi con quelle orbite vuote, epperò assai efficace. Ché va bene mettersi in mostra, ma ogni autentico artista è geloso dei propri segreti. E il dinoccolato eroe di Nightmare Before Christmas lo sa bene. In un’epifania di capoccioni, magliettine e calze a righe, l’esposizione ci porta a spasso per il mondo di Tim Burton. Anzi i mondi vista l’opulenza dei manufatti esposti, degni di un febbricitante ed ebbro Sardanapalo e della sua fastosa corte. Tra opere figurative, e fonti di ispirazione (Melies e Harryhausen in prima fila)  e le stupende polaroid,  spicca come la ciliegia di maraschino in un cocktail Manhattan, la sezione dedicata ai progetti mai realizzati. Quanto potremmo pagare per visitare un multiverso in cui sia possibile vedere Taron e la pentola Magica o Un Romeo e Giulietta griffati Tim Burton. Persino Shakespeare sarebbe curioso di vedere l’amore disperato tra un Montecchi e una Capuleti immaginato dal regista di Batman – ll ritorno.

LOS ANGELES, CALIFORNIA - NOVEMBER 16: Jenna Ortega and Tim Burton attend the World Premiere Of Netflix's "Wednesday" at Hollywood Legion Theater on November 16, 2022 in Los Angeles, California. (Photo by Gregg DeGuire/WireImage)

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Mercoledì 2, Tim Burton conferma di essere coinvolto nel sequel

Estraneo alla massa e talvolta pure a se stesso

I fotografi schierati e serrati come i cavalieri teutonici in Aleksandr Nevskij di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, la dicono lunga su quanto sia considerevole e notevole questa prima mostra italiana dedicata a Tim Burton. Il cineasta americano la prende con la consueta ricchezza frugale, Obvioulsly ha optato per il look total black al netto del calzino a strisce. Sembra la versione casual e disincantata di Barnabas Collins di Dark Shadows E non è il solito luogo comune di chi afferma “ho successo, ma resto umile”. Tim Burton è un outsider autentico, nonostante lavori per le major e con Mercoledì abbia fatto il botto e pure di più. Per il regista essere estranei alla massa è una categoria dello spirito, non un’esangue posa per il social. Eppure i suoi film sono transgenerazionali. Da 9 a 90 anni come si diceva una volta. Lo ribadisce il cineasta che, al netto dei 65 anni si sente ancora un adolescente disturbato del calibro di Mercoledì. E la speranza è che la seconda stagione delle gesta della piccola Addams la possa girare a modo suo e che quindi l’algoritmo rimanga a guardare. Quindi, il politicamente corretto lo spediamo in soffitta. Tim rivendica la libertà dell’arte in tutte le sue espressioni. D’altronde è un regista geneticamente politically uncorrect. Se si passa a discernere di intelligenza Artificiale Burton conferma di non amarla moltissimo e di bazzicarla pure. Certo come tutte le tecnologie anche l'intelligenza artificiale può essere utilizzata in modo positivo o negativo".   Condivide la paura più volte espressa da Martin Scorsese sul quale potrà mai essere il futuro del cinema e della sale. Ma da autentico fuoriclasse, con una rovesciata degna di quella fatta da Youri Djorkaeff, il 5 gennaio 1997 a San Siro in Inter Roma, si mostra fiducioso. Il grande schermo è vivo e lotta, insieme a noi. La tv non sostituirà il piacere della sala cinematografica. Le paure ataviche, le vere fobie del regista sono altre. Soprattutto la normalità. Il tran-tran quotidiano. Per esempio da bambino era terrorizzato dall’idea di andare a scuola, e in seguito di lavorare o di partecipare a certe micidiali riunioni di famiglia. Si sa certi parenti serpenti possono risultare più terrificanti di Bafometto e le sue malevoli legioni.

TOKYO, JAPAN - MARCH 14: Tim Burton attends the Japan premiere of Disney's 'Dumbo' on March 14, 2019 in Tokyo, Japan. (Photo by Ken Ishii/Getty Images for Disney)

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Da Mario Bava a Beetlejuice 2

C’è spazio pure per un omaggio al grandissimo e non ancora abbastanza celebrato Mario Bava. Burton se ne è innamorato sin dalla tenera età, anche se non ne sapeva pronunciare bene il nome. Un amore che nutre anche verso Federico Fellini. D’altronde se si osservano le sezioni della Mostra, fanno capolino Otto e mezzo e i suoi fantasmi. Pure il maestro di Rimini adorava disegnare. E proprio iniziare con l’animazione ha aiutato Tim a crescere nella sua carriera. Anche se non è mai stato Raffaello o Leonardo, ha continuato a illustrare i suoi incubi e i suoi sogni. Perché la realtà e la fantasia sono due amanti inseparabili. E invita tutti a fregarsene delle critiche. Se ci credi devi andare avanti comunque. E Burton a breve andrà avanti con il sequel di Beetlejuice A 35 anni di distanza tornano le apparizioni dispettose e birichine dello spiritello porcello. In questi tempi bui e orrendi, il bizzarro,  vivace ghoul può esorcizzare l'inferno con cui dobbiamo fare i conti tutti i giorni.

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