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Addio a Berlusconi, come il cinema ha raccontato il “Cavaliere”

Cinema

Denise Negri

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Tanti i registi che si sono interessati, nel corso degli anni, all'ascesa politica di Silvio Berlusconi. Tra film e documentari l'intento è stato anche quello di spiegare l'Italia e il fenomeno culturale della tv generalista, o come in "Loro" di Paolo Sorrentino, riflettere sul potere e la sua perdita

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Amato o temuto, deriso o imitato, persino studiato. Più che lui quanto meno la sua televisione. Non solo la politica, i tribunali o la satira si sono interessati a Silvio Berlusconi (ADDIO A SILVIO BERLUSCONI - LIVEBLOG) nel corso degli anni, anche il cinema non è stato, in un certo senso, immune alla sua storia. Roberto Faenza e Filippo Macelloni ne hanno raccontato l’ascesa in “Silvio Forever” con immagini di repertorio e testimonianze in un film che racconta inevitabilmente anche la società italiana. 

Era la fine degli anni ’90 e Nanni Moretti iniziava il suo film “Aprile” con Emilio Fede che annunciava la vittoria del Cavaliere alle politiche del 94. E’ però nel 2006 con “Il Caimano” che il regista romano torna a parlare in maniera più diretta di Berlusconi: Silvio Orlando produttore cinematografico di serie B trova nel progetto di fare un film sul Cavaliere l’occasione di riscatto o di definitivo fallimento. “Videocrazy- basta apparire” di Erik Gandini si concentra sul potere della televisione, quella commerciale, e sulla sua capacità di influenzare le masse facendo apparire nel film personaggi come Fabrizio Corona, Lele Mora, Umberto Smaila, Simona Ventura. 

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Per Paolo Sorrentino “Loro” diviso in due parti non è un film su Silvio Berlusconi ma sul potere e sul declino politico e sociale di un uomo in cui ascesa e successi si chiudono con ombre, riflessioni e solitudine, in una parabola che in fondo potrebbe riguardare la vita di tutti noi, specialmente quando a interpretarla in maniera così totalizzante c’è un attore come Tony Servillo.