Ispirato ad una delle novelle più inquietanti dello scrittore, la trasposizione cinematografica è un “incubo” che terrorizza gli spettatori
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I veri amanti del genere horror e del genere thriller, difficilmente riescono a trovare un film capace di soddisfare la loro sete di colpi di scena, enigmi ed ansia. Eppure, il film 1922 di Netflix, adattamento cinematografico del racconto presente nell'antologia Notte buia, niente stelle di Stephen King, pare abbia ricevuto anche il consenso dello stesso King, tendenzialmente severo sulle trasposizioni tratte dalle sue opere. 1922, riesce infatti nel suo intento di dare vita ad un crescendo di angoscia e inquietudine, in un climax che travolge minuto dopo minuto lo spettatore.
1922: la sinossi
1922, che vede la sceneggiatura e la regia di Zak Hilditch, cineasta australiano noto per le sequenze adrenaliniche, racconta le vicende di un’estate in Nebraska nel 1922, periodo che porta in casa James diversi conflitti tra moglie e marito, ovvero Arlette (Molly Parker) e Wilfred (Thomas Jane). Tale tensione coniugale, risiede nel fatto che Arlette vuole sbarazzarsi dei terreni ereditati dal padre, al fine di raccogliere del denaro per potersi trasferire in città. Ma il marito, Wilfred, agricoltore vecchio stampo, la pensa diversamente, in quanto non vuole saperne di lasciare la campagna, per via del profondo legame che lo lega con la terra. La tensione, sfocerà in un gesto estremo, che coinvolgerà perfino il figlio quattordicenne (Dylan Schmid). Riuscirà Wilfred a convivere con quello che ha fatto?
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La coerenza con Stephen King
Il film 1922 sta ricevendo il plauso di essere riuscito a trasmettere le vere atmosfere kinghiane, laddove invece tanti altri titoli avevano precedentemente fallito. Il regista Zak Hilditch ricostruisce infatti con efficacia la tensione delle complesse dinamiche familiari, con delle inquadrature ed un montaggio dinamico. Inoltre, l’idea di inserire nel film una versione più anziana di Wilfred, che racconta gli eventi di quell’estate, va a costituire un potente ponte tra avvenimenti e spettatore. La struttura narrativa del film è infatti complessa, esattamente com’è quella del racconto di King, che tiene (come sempre) conto del contesto storico e sociale del periodo che sta raccontando. Anche il film, si attiene per questo motivo il più possibile alla coerenza storica del periodo, mostrando per esempio un contadino vecchio stampo, dedito al maschilismo e all’etica rurale, con un pensiero ormai antiquato. La moglie, invece, non è ribelle ma neanche assoggettata al volere del marito. 1922 è dunque in grado di far respirare l’atmosfera della penna di Stephen King anche a chi non ha letto il racconto.
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Le atmosfere di terrore
1922 instilla fin da subito sentimenti di angoscia e tensione, che trascinano lo spettatore nella lenta caduta di Wilfred James. L’elemento horror subentra tra le immagini sotto forma di fantasma, una vera e propria dannazione in grado di tormentare Wilfred e la colonna sonora, discreta ma allo stesso disturbante, viene utilizzata nei momenti più avvincenti. Le atmosfere di terrore, sono dovute al buon lavoro non solo del regista ma anche degli attori: l’emotività dei protagonisti trasporta in maniera efficace lo spettatore nella realtà storico-psicologica in cui vivono Alfred e Arlette, con incubo che scorre incessantemente minuto dopo minuto.