Andrzej Zulawski, i film di un cineasta scrittore raccontati in un libro

Cinema
Paolo Nizza

Paolo Nizza

Scritto da Alessandro Romano e pubblicato da Shatter Edizioni, un fantastico viaggio, alla scoperta del regista di Possession, tra arte e vita, tra eros e apocalisse

“E alla fine sarà come il potere del creatore del mondo”. Il verso del poeta polacco Adam Bernard Mickiewicz è la prima delle molte, brillanti, appropriate citazioni presenti in Andrzej Zulawski, i film di un cineasta scrittore. Una guida preziosissima, redatta dal talentuoso scrittore e regista Alessandro Romano e pubblicata da Shatter Edizioni. Un libro ricchissimo di felici intuizioni, acute analisi, capaci di illuminare, per citare le parole dell’autore con luce accecante le scale buie e tortuose, la filmografia di un autore unico e sorprendente. Dalle pagine del libro, tracima tutta la passione di Alessandro per “Il Don Chishiotte di Leopoli"(folgorante definizione),. Ma oltre all’amore per il regista e sceneggiatore scomparso il 17 febbraio del 2016,  si percepisce lo studio (forse matto e disperatissimo) con cui il volume ci guida alla scoperta di un artista  tutt’altro che semplice da decodificare. Con più di 30 testi all’attivo e oltre 12 pellicole dirette, Zulawski è per certi versi un mistero affascinante. Solo uno sciamano con i piedi ben piantati sulle nuvole poteva accompagnarci in questo percorso iniziatico, sospeso tra gnosi, apocalisse, doppelganger, eros, padri, figli.

Dall’abbacinate opera d’esordio La terza parte della notte, datata 1971 a un cult assoluto del calibro di Possession con Sam Neill e Isabelle Adjani, diretto nel 1981 (Per David Lynch "la pellicola più completa degli ultimi 30 anni", il saggio ci travolge e ci immerge in un mondo in cui la censura impera e sovente cancella. Eppure, Zulawski combatte al grido dell’amato Fëdor Dostoevskij: “Lottiamo ed in ciò consiste tutto il piacere”. Pagina, dopo pagina L’arte e la vita volteggia in un vertiginoso e appassionato valzer. L’incontro con il suo mito, Andrzej Wajda, a cui fa da assistente alla regia, il trasferimento a Parigi, la storia d’amore con Sophie Marceau con cui avrà un figlio. E poi i film, scandagliati dal libro con competenza e volutta: da La femme publique (1984) a Amour braque - Amore balordo (1985), da Le mie notti sono più belle dei vostri giorni (Mes nuits sont plus belles que vos jours) (1989) Boris Godunov (1989); da La Fidélité (2000) a Cosmos (2015)

PARIS, FRANCE - SEPTEMBER 21: Sophie Marceau attends the "Tout s'est Bien Passé" photocall At UGC Cine Cite des Halles on September 21, 2021 in Paris, France. (Photo by Laurent Viteur/Getty Images)

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"L’uomo non è fatto per soccombere alla maligna sventura” E' questo l’ultimo aforisma che si palesa nel libro, ad esergo, nel capitolo dedicato al tema Apocalisse. Ed è una sentenza per un autore, mai domo, né riconciliato.

Il volume si chiude con una preziosa intervista a Zulawski, realizzata a Varsavia il 16 agosto del 2006. E il cineasta si congeda con parole semplici al tempo stesso fulminanti: “Io faccio un cinema che cerca di raccontare la vita anche una vita di sessant’anni, in due ore. Sarebbe impossibile il contrario, fare un film di sessant’anni”.

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