Blumhouse Productions, un libro racconta la casa americana degli orrori

Cinema
Paolo Nizza

Paolo Nizza

Scritto da Matteo Marescalco ed edito da Bietti, un imperdibile volume che per la prima volta in Italia narra la genesi e l’evoluzione della casa di produzione cinematografica fondata da Jason Blum che ha rivoluzionato il genere horror con titoli come Paranormal Activity e Scappa - Get Out

 

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Lucio Fulci, un titano del cinema della paura, diceva che il cinema horror è soprattutto  "un cinema di idee". E Blumhouse Productions – La casa americana degli orrori vergato dall’autorevole Matteo Marescalco e pubblicato da Bietti, dimostra quanto il cineasta italiano avesse ragione e quanto Ilaria Floreano sia sempre geniale e lungimirante nelle sue scelte editoriali.. Nel guidarci alla scoperta della straordinaria  “creatura” generata da Jason Blum, il volume con un florilegio di dati, numeri, riflessioni, citazioni ci racconta che all’origine di successi come Paranormal Activity e  Scappa -Get Out  c’è sempre un’idea forte,  immediata e accattivante . Un soggetto, un concept che può essere sintetizzato in un paragrafo, in una manciata di righe. Ed è per questo, per citare le parole di Charles Layton ex presidente di Blumhouse Productions che “Blumhouse si è trasformata in un brand capace di significare qualcosa per il pubblico".

Da Paranormal Activity a Scappa- Get Out, la forza delle idee

Impreziosito dalla prefazione di Patrick Brice, regista dei due pregevolissimi e perturbanti Creep, il libro indaga con uno stile intrigante come la Blumhouse abbia trasformato un film in una risorsa di multiple  media products. Grazie a geniali campagne marketing, ma anche attraverso gli errori (rifiutarono Blair Witch Project), Blum ha rivoluzionato un genere, lanciato autori come Jordan Peele, Mike Flannagan , James DeMonaco, Leigh Whannell, Damien Chazelle. In virtù del rarissimo privilegio del final cut, la casa di produzione ha coinvolto registi del calibro di M. Night Shyamalan, accantonato da Hollywood, producendo The Visit, Split e Glass. Insomma Con un occhio al budget e l’altro alla creativita., Blumhouse è riuscita nella missione, sovente impossibile, di coniugare gli incassi al box office con la qualità e di far vincere per la prima volta un premio Oscar a un film horror, ovvero, Scappa che si aggiudicò la statuetta per la miglior sceneggiatura originale.

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Tra Sinister, Insidious e Halloween

Sinister, InsidiousOculus il riflesso del male, Ouija, Unfriended, Upgrade, Wishplash, Blackkklansman, Auguri per la tua morte, Obbligo o Verità, Noi, The Hunt,, Black Christmas, L’uomo invisibile e il sequel di Halloween diretto da David Gordon Green nel 2018. Sono queste alcune dele pellicole che Marescalco viviseziona con gusto per svelarci quanto sia stata fondamentale la presenza di Blumhouse perché queste opere venissero realizzate. Basti pensare a Ethan Hawke, da sempre restio a recitare in un film horror e che invece nel ruolo di Ellison Oswalt, nel lungometraggio diretto da Scott Derrickson, si è dimostrato un valido epigono del Jack Torrance di Shining. Il saggio analizza anche le serie tv prodotte da Blumhouse: da Sharp Object a The Good Lord Bird -La storia di John Brown.

 

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L'horror gioca in casa

Insomma attraverso l’analisi della casa degli orrori americana, il libro ci illustra l’evoluzione del genere horror tra il 2019 e il 2021, un periodo definito giustamente dall’autore “rivoluzionario”, tra la pandemia, la crisi delle sale  e la posizione sempre più dominante dei giganti del video on demand e delle piattaforme. D’altronde come insegna David Mamet "Le cose cambiano". E con saggezza Marescalco chiude con queste parole il libro. “Tra analogico e digitale, film indipendente e blockbuster, display e grande schermo le immagini, al cinema e in streaming, continueranno a raccontare storie, insinuandosi tra le pieghe del mondo sociale e ridefinendo continuamente la loro identità. Quindi viva l’Horror, viva i sorperndetri libri editi da Bietti, Viva la Blumhouse e gli Haunted House movie, tanto amati da Jason Blum. Come scriveva Mario Praz: La  casa è l’uomo, tel le logis, tel le maitre.

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