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Lo Strangolatore di Boston: la recensione del thriller true crime con Keira Knightley

Cinema

Letizia Rogolino

@Ufficio Stampa Disney+

Due giornaliste a caccia del serial killer che seminò il terrore nella Boston degli anni ’60 nel nuovo film di Matt Ruskin

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Qualcuno ricorderà il film del 1968 con Tony Curtis e Henry Fonda sui famigerati omicidi degli anni ’60 attribuiti al killer Albert DeSalvo, ma dal 17 marzo su Disney+ è disponibile il nuovo lungometraggio (visibile anche su Sky Glass, Sky Q e tramite la app su Now Smart Stick) Lo Strangolatore di Boston, diretto da Matt Ruskin, che porta sullo schermo una nuova versione di quella storia violenta. Keira Knightley interpreta Loretta McLaughlin, un'ambiziosa reporter del quotidiano Record-American che si appassiona al caso, collegando gli omicidi. Il thriller true-crime ispirato a fatti realmente accaduti diventa così anche un esempio di determinazione femminile con il ritratto di due giornaliste pioniere che hanno unito le forze e hanno dato del filo da torcere alle autorità, facendo il lavoro al posto loro. Carrie Coon affianca Knightley nei panni della giornalista Jean Cole mentre l’assassino miete sempre più vittime. Il duo corre dei rischi personali e professionali, mette a repentaglio la propria vita per scoprire la verità e salvare le potenziali future vittime dello Strangolatore.

Due giornaliste a caccia del serial killer

Con una sigaretta in una mano e un bicchiere di scotch nell’altra, le due donne protagoniste di questo thriller avvincente e onesto, guidano l’azione dall’inizio alla fine del film. Il cuore pulsante della sceneggiatura è proprio la loro ricerca del colpevole che non si ferma mai. Giorno e notte McLaughlin e Cole cercano di unire i pezzi del puzzle per identificare l’assassino, comprendere il suo modus operandi e anticipare le sue mosse. Lo Strangolatore di Boston si conferma da subito un thriller poliziesco che strizza l’occhio al dramma di inchiesta giornalistica, con un pizzico di noir tipico dell’epoca in cui è ambientata la vicenda centrale. La fotografia ammalia lo spettatore con tonalità intensamente desaturate e la colonna sonora curata da Paul Leonard-Morgan rende bene l’atmosfera di tensione e inquietudine che ricorda film come Il Collezionista d’Ossa o Seven. Una storia di vita contro la morte, alimentata dalla rabbia e dalla saggezza di due donne toste che non hanno paura di trovare risposte in un mondo prevalentemente maschile, spingendosi oltre i limiti e entrando di prepotenza in alcuni luoghi anche senza invito.

approfondimento

Boston Strangler, Keira Knightley protagonista del film

Loretta e Jean

Loretta è frustata all’inizio, il suo ultimo articolo era stato un commento all’ultimo modello di tostapane Sunbeam quando si imbatte nei crimini di questo uomo misterioso che agisce con brutalità nella città di Boston. Studiando i vari dettagli identifica uno schema, ma il suo capo non le rende il lavoro semplice. Ma quando le sue intuizioni sembrano percorrere la strada giusta il via libera ufficiale arriva, seppur a malincuore. Le viene assegnata un’assistente, Jean Cole, che dopo uno scetticismo iniziale instaura con Loretta una complicità efficace per raccogliere risultati significativi. Entrambe sposate e con figli, le due donne scoprono di avere molte cose in comune e Knightley e Coon regalano ottime interpretazioni condividendo una buona alchimia sulla scena.

Un thriller avvincente e ispirante

Il film procede con un ritmo sostenuto, la violenza è spesso fuori campo limitando il sangue e mantenendo uno stile raffinato delle inquadrature. Lo spettatore è invitato a usare l’immaginazione in diverse occasioni, una scelta che qualcuno potrebbe non condividere ma comunque comprensibile. Piuttosto che un thriller sulle tracce di un omicida, Lo Strangolatore di Boston sembra percorrere più la via di una storia sul business delle notizie, dal sensazionalismo alla paura fomentata da foto e parole. Una critica alla polizia che non lavora nel modo giusto, pasticcia le indagini e non ha un atteggiamento collaborativo con le “detective in gonnella” improvvisate. I dettagli del periodo storico sono molto curati, dall’abbigliamento agli accessori, rendendo il film autentico e verosimile nell’aspetto. Tirando le somme alla fine Lo Strangolatore di Boston è un film di intrattenimento che intriga, tiene con il fiato sospeso fino alla fine, anche se non brilla per una regia creativa e una tecnica ambiziosa. Tuttavia può essere considerato anche un film ispirante per il pink power protagonista che, ieri come oggi, è bene celebrare nel segno di una indipendenza sempre maggiore della donna che tenta di guadagnare terreno anche nei luoghi di lavoro da molto tempo occupati in gran parte dal testosterone.

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