Armageddon Time, una clip esclusiva del film con Anne Hathaway e Anthony Hopkins

Cinema

Presentato in concorso al Festival di Cannes, arriva al cinema dal 23 marzo il lungometraggio diretto da James Gray. Una storia di crescita profondamente personale che affronta le vicende di una famiglia disperatamente impegnata nella ricerca di un’affermazione che ha coinvolto un’intera generazione, il Sogno Americano

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Dal riconosciuto autore James Gray, Armageddon Time  - Il Tempo dell'Apocalisse è una storia di crescita profondamente personale che affronta le vicende di una famiglia disperatamente impegnata nella ricerca di un’affermazione che ha coinvolto un’intera generazione, il Sogno Americano. Il film è interpretato da un cast di grandi artisti, come Anthony Hopkins, Anne Hathaway e Jeremy Strong. Dopo essere stato presentato in concorso alla 75ª edizione del Festival di Cannes, la pellicola arriverà nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 23 marzo. In testa all'articolo potete vedere una clip del lungometraggio in esclusiva per il sito di SKy TG24

Dopo aver girato cinque film drammatici e intimi nella sua città d’origine, New York, il regista James Gray si è mosso su nuovi terreni con un’avventura incentrata sulle esplorazioni come Civiltà perduta - The Lost City of Z, ambientata in Amazzonia, e il racconto fantascientifico Ad Astra. Con Armageddon Time, Gray ha deciso non solo di fare ritorno a New York City, ma addirittura di ripiombare nella villetta bifamiliare di Flushing, nel Queens dove è cresciuto. “Sono stato nella giungla e ho potuto ricreare lo spazio infinito, e sono onorato di aver potuto fare queste esperienze,” commenta Gray. “A un certo punto sono però arrivato alla conclusione che New York faccia parte di me. Se riesci a esprimerlo in maniera diretta e onesta, è senza dubbio la cosa migliore che potrai fare. Il mio primo pensiero è stato di tornare nuovamente a casa, provando a farlo nella maniera più personale possibile”.

 

Con questo pensiero in mente, ha deciso di rivisitare le proprie memorie e creare personaggi che fossero veri tanto a livello pratico che emotivo, soprattutto agli occhi delle persone che hanno condiviso con lui gli anni formativi della sua vita. Gray era il più giovane di due figli, ed entrambi i genitori erano nati in famiglie di immigrati ebrei. Suo padre, figlio di un idraulico, crebbe in condizioni modeste, ma tramite il lavoro riuscì a costruirsi una posizione nella classe media come ingegnere. La madre di Gray era un’insegnante e presidente dell’Associazione Genitori, esattamente come i propri genitori. I ricordi di frequenti pranzi di famiglia sono vivi nella memoria del regista, tanti appuntamenti nella sala da pranzo gomito a gomito con nonni, zie e cugini. Gli adulti continuavano a parlare di qualsiasi argomento avessero in mente, cercando l’attenzione dei bambini quando si trattava di dire cose importanti su come affrontare la vita.

L’obiettivo è stato anche di riuscire a connettere la propria storia personale con il respiro più ampio della storia e della cultura americana di quegli anni, in grado di esercitare un’influenza senza pari.

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