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Reality: l’opera prima onesta e tesa di Tina Satter presentata alla Berlinale. Recensione

Cinema

Letizia Rogolino

@berlinale 73

Al Festival del Cinema di Berlino, nella sezione Panorama, è stato presentato in anteprima il film tratto da una storia vera con Sydney Sweeney in un ruolo intenso e diverso dal suo solito

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Tina Satter dirige Reality, il film in anteprima alla Berlinale 2023 che ricostruisce il caso giudiziario di Reality Winner, ex specialista dell’Intelligence statunitense arrestata per una fuga di notizie su un rapporto che riportava delle interferenze russe nelle elezioni del 2016 negli Stati Uniti. Il materiale sottratto alla CIA fu inviato al sito di informazione The Intercept sottolineando che gli hacker russi avevano avuto accesso a un fornitore americano di software per il voto. Il film parte dalle trascrizioni dell’interrogatorio fatto alla donna dall’FBI il giorno dell’arresto il 3 Giugno 2017.

Opera prima di Tina Satter

Satter aveva scritto Reality per un adattamento teatrale intitolato Is This a Room, per poi portare sul grande schermo questo dramma onesto basato su un lavoro di ricerca puntuale e meticoloso. Sydney Sweeney, star di Euphoria e The White Lotus, si misura con un ruolo impegnativo e corposo, catturando l’attenzione con un’interpretazione intensa e coinvolgente. La regista sceglie un tono realistico per raccontare la vicenda che arriva come un pugno nello stomaco allo spettatore, dando anche importanti informazioni per ricostruire l’accaduto. Come opera prima, Reality denuncia una padronanza del mezzo da parte di Satter che utilizza i primi piani in modo emotivo e funzionale, segue i suoi personaggi con attenzione e tesse il tessuto narrativo con attenzione ai dettagli.

Un dramma realistico con Sydney Sweeney

L’interrogatorio resta fedele al materiale originale di riferimento, dando autenticità al film e cercando di capire come è stato deciso di dare a Reality Winner la pena più dura per un reato simile ai sensi della legge sullo spionaggio contro un cittadino americano per aver fatto trapelare documenti privati. Cinque anni e tre mesi di reclusione, anche se alla fine le è stato riconosciuto il rilascio controllato. Satter si fida dei suoi attori e del suo testo per dare vita drammatica al calvario della realtà senza distrazioni tecniche. Gli unici abbellimenti sono la pungente colonna sonora ambientale di Nathan Micay e l'occasionale distorsione del suono per metterci nella testa del protagonista. Al centro una giovane donna che ha preso una decisione discutibile e che, a un certo punto, si dimostra preoccupata del suo futuro e di chi si prenderà cura dei suoi animali domestici quando lei sarà in prigione. Reality è un thriller teso e sostenuto con consapevolezza e talento muovendosi tra i temi del potere e la responsabilità morale in determinate situazioni.

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