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Addio a Gina Lollobrigida, una travolgente bersagliera tra pane, amore e fantasia

Cinema

Paolo Nizza

In occasione della scomparsa della grande attrice italiana, un viaggio alla scoperta dei segreti del film del 1953 diretto da Luigi Comencini e interpretato da Vittorio De Sica con cui la diva ottene uno strepitoso successo mondiale

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Si racconta che Marilyn Monroe, non ancora al vertice del successo, quando a New York incontrava Gina Lollobrigida la salutasse con queste parole: “Lo sai che mi chiamano la Lollobrigida D’America”. Nessuno sa come rispondesse la diva italiana, scomparsa questo 16 gennaio all’età di 95 anni, a questo delizioso complimento. Quello che invece, anche gli spettatori più distratti sanno, è che se Luigia (questo era il suo nome all’anagrafe) non avesse vestito i panni semplici di Maria De Ritis, meglio conosciuta come “Pizzicarella la Bersagliera" in Pane, Amore e Fantasia, probabilmente Marilyn non si sarebbe rivolta con questi termini alla Lollobrigida. Tant'è che, grazie alla sua frizzante performance nella pellicola diretta da Luigi Comencini nel 1953,  negli anni a venire le riviste Time e Life avrebbero dedicato le copertine alla diva italiana, l’attrice  sarebbe stata ricevuta a La Casa Bianca e a  Buckingham Palace e  i francesi  avrebbero coniato un neologismo, ovvero “lollobrigidienne” per indicare una ragazza dalle forme scultoree. Eppure, come spesso e volentieri accade nella storia del cinema, la genesi di questo lungometraggio risultò assai tortuosa e complessa.

Gina Lollobrigida, Pane, amore e difficoltà

Il titolo del film nasce da un ricordo di Luigi Comencini a cui un napoletano raccontò la storia di un turista che chiese a un povero cosa stesse mangiando. Siccome nel pane non c’era niente, l’uomo rispose: Pane e fantasia. Successivamente lo sceneggiatore Ettore Maria Margadonna decise di aggiungere la parola amore. Ma all’inizio il progetto venne rifiutato da tutti i produttori. La motivazione era che nessuno aveva intenzione di sbertucciare l’arma dei carabinieri. A convincere la Titanus a produrre il film fu la partecipazione di Vittorio De Sica nel ruolo del maresciallo Antonio Carotenuto. Il grande attore avrebbe reso simpatico l’attempato carabiniere a tutti, come affermato da un comandante dell’arma che lesse il copione. Sicché nacque l’idea risultata vincente di riunire la coppia De Sica-Lollobrigida, già protagonista di Il processo di Frine, frizzante episodio tratto dal film Altri Tempi diretto da Alessandro Blasetti nel 1952. Tuttavia, pure le riprese non furono una passeggiata di salute. Il produttore Girosi durante la lavorazione del fim disse a Comencini: “Mi vergogno del film che sto facendo”. Come se non bastasse Goffredo Lombardo dopo aver visionato il premontato telefonò al regista per fulminarlo con queste parole: “Il film con De Sica è una catastrofe". A salvare la pellicola che rischiava di non venire distribuita fu una proiezione privata con persone prese a caso, tra amici e colleghi del regista, portinai e aiuto montatrici. Come chiosa Comencini: “Il successo fu tale che Lombardo e Girosi cominciarono a capire che avevano in mano l’affare”.

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Gina Lollobrigida, a piedi nudi nel mito

A volte bastano un paio di fotogrammi per fare la storia. E la prima apparizione della Bersagliera è di quelli che non si scordano più. Per le strade di Sagliena, trasfigurazione cinematografica di Palena, cittadina in provincia di Chieti , luogo natio dello sceneggiatore Margadona, compare Lollobrigida a cavallo di un somaro. Sfrontata, a piedi nudi, saluta il brigadiere e chiede se vogliono comprare della legna. Il carabiniere soprassiede e interrogato dal maresciallo Carotenuto, incuriosito e attratto da quella fanciulla risponde: "Ha il diavolo scatenato, la troppa miseria le ha messo il diavolo in corpo. La chiamano Pizzicarella, la bersagliera".

 

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Gina Lollobrigida sulle ali della fantasia

Grazie al film, Gina Lollobrigida vince il Nastro d'argento come migliore attrice protagonista. Nel 1954 il National Board of Review of Motion Pictures ha inserito la pellicola nella lista dei migliori film stranieri dell'anno. Orso d'argento a Berlino 1954, il lungometraggio venne candidato nella categoria Miglior Soggetto agli Oscar del 1954. L'attrice tornerà a interpretare la vivace bersagliera pure in Pane Amore e Fantasia. Non a caso in un’intervista alla rivista Oggi, datata 1966, l’attrice confessa che il film le è rimasto nel cuore. "Ho fatto Pane, Amore e Fantasia perché me lo ha chiesto De Sica. La fiducia che avevo in lui era assoluta. Insieme ci divertivamo come pazzi. Mi chiedeva di camminare in equilibrio su un filo e io lo facevo. Mi diceva devi piangere, ma col fischio. E io piangevo col fischio. Ordinava: Sali sull’asino, ma volando e io salivo volando (…) Parti come quella della “Bersagliera”, non le offre più, né a me, né alle mie colleghe più giovani”. Insomma, un film che non tradì affatto la lezione neorealista, come qualche occhiuto critico scrisse quando l’opera uscì al cinema. Anzi, una commedia libera, vivace come la sua protagonista che è bello ricordare allegra e irriverente giocare con il desiderio e le sue leggi in groppa all’asinello “Baro” che in virtù del talento di Lollobrigida, si trasforma in un Pegaso che vola sulle ali della fantasia.

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