Il finto documentario con all’interno elementi di stop motion arriva dal 9 febbraio nei nostri cinema, dopo essere diventato un piccolo caso prima sul web e poi nelle sale americane. La delicata pellicola di Dean Fleischer-Camp e Jenny Slate è un invito a non perdere mai la speranza e la voglia di stupirsi che anima ancora il nostro tenero piccolo protagonista Marcel
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Cosa ne sarebbe del Piccolo Principe se fosse una conchiglia alta un paio di centimetri? Marcel The Shell, il curioso giovane protagonista omonimo di questo apprezzato mockumentary, condivide con il personaggio uscito dalle pagine di Antoine de Saint-Exupéry la stessa innocente curiosità verso il mondo. Un universo così grande, in cui lui sembrerebbe destinato a perdersi e in cui invece lotta per trovare il suo posto nel mondo.
Una piccola conchiglia alla conquista del mondo
Marcel The Shell nasce come un cortometraggio di tre minuti, creato praticamente quasi a costo zero e capace di conquistare immediatamente internet. Al primo tenerissimo video di Dean Fleischer-Camp e Jenny Slate ne sono poi seguiti altri, fino a far arrivare la giovane conchiglia con le scarpe da tennis a totalizzare oltre 48 milioni di visualizzazioni solo su YouTube tra il 2010 e il 2014. Ci sono voluti però quasi dieci anni per trasformare quei teneri momenti in qualcosa di più grande, anche per scelta dei creatori del nostro minuscolo eroe che volevano affidarlo a mani sicure. “I tipi di film che ci proponevano rientravano tutti nel campo dei franchise ad alto budget, e in cuor mio sapevo solo che non era il modo giusto per espandere l’universo di questo personaggio”, ha confessato di recente Fleischer-Camp. Il “papà” di Marcel ha detto che la sua creatura “conteneva così tante possibilità narrative e così tanta anima e complessità” da fargli sentire che “qualsiasi suo inserimento in un classico film d'azione sarebbe stato solo una scalfittura nella superficie di ciò che amo di lui”. Alla fine è stato lo stesso Fleischer-Camp a portare sullo schermo il suo prezioso personaggio, creando un film delicatissimo e indipendente che è riuscito a scaldare il cuore degli spettatori americani senza neppure aver bisogno di un grande battage pubblicitario. In tanti sono insorti quando il piccolo mollusco, che aveva fatto innamorare anche chi lo aveva conosciuto alla Festa del Cinema di Roma, alla fine non ha vinto il Golden Globe per il miglior film d’animazione. Il fatto però è che Marcel the Shell forse non è un semplice cartone.
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Non ci vuole un progetto grande ma un grande progetto
Come ha fatto notare qualcuno, è difficile incasellare questo prodotto che arriverà nelle nostre sale dal 9 febbraio. È un mockumentary in stop-motion, un finto documentario dove pupazzetti animati con certosina pazienza interagiscono con elementi reali. Si è trattato di un lavoro che ha richiesto impegno e tempo, tanto da uscire finalmente solo dopo sette anni di cure. Un paio di questi sono stati dedicati solo alla stesura della storia, riscritta infinite volte. “Molto spesso con Marcel partivamo da uno spunto per poi iniziare una conversazione a partire da quell'esperienza che abbiamo appena buttato giù", ha spiegato la sceneggiatrice Jenny Slate. “È bello avere un piano e poi essere in grado di espandere la storia del personaggio all'interno delle scene. La trama del film non è improvvisata ma molte battute (inizialmente tutte) invece lo erano”. Slate nella versione originale ha dato addirittura la voce a Marcel, anche per cercare di contenere il budget. I pochi soldi a disposizione sono stati però anche una leva per tirare fuori il massimo da tutte le risorse disponibili, almeno a sentire Fleischer-Camp: “Quando si dispone di un budget maggiore e di un team molto più numeroso, c'è sempre il pericolo di eliminare tutto ciò che ha reso qualcosa unico e speciale all’inizio. Noi abbiamo sempre cercato di confrontare quello che stavamo facendo con l’originale, cercando di capire anche al contempo come espanderlo ed allargare la gamma emotiva”. Alla fine il risultato è stato all’altezza delle alte ambizioni, in primis di chi aveva lavorato al progetto. Qualcuno ha paragonato Marcel the Shell a capolavori dell’animazione come Alla ricerca di Nemo mentre altri hanno scomodato addirittura i meravigliosi film dello Studio Ghibli. Il viaggio di Marcel alla ricerca della sua famiglia perduta è quello di tutti noi, alla costante ricerca più o meno cosciente di qualcosa che ci faccia crescere. Quello che perdiamo però spesso durante il percorso delle nostre esistenze è la meraviglia, la voglia di stupirsi e di guardare le cose con un cuore puro. Questo minuscolo mollusco ci ricorda che non bisogna affrontare il mondo con cinismo e senza speranza: se si avvicina una conchiglia all’orecchio si può sentire il mare. Se si ascolta da vicino Marcel ci si ricorda quanto è bello solcare un oceano di vita.