Il Mago di Oz, venduta la clessidra del film a 495.000 dollari

Cinema

Manuel Santangelo

©Getty

Il prezioso cimelio è stato venduto per quasi mezzo milione a un ignoto compratore, risultando l’oggetto di scena più pagato dell’intera asta (che comprendeva pure altre chicche come il biglietto d’oro de La fabbrica di cioccolato). La clessidra nel film apparteneva alla Strega dell’Ovest e appariva in una delle scene più importanti della pellicola diretta da Victor Fleming

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Difficile trovare un oggetto migliore di una clessidra per capire (letteralmente) il valore del tempo. Quella utilizzata più di 83 anni fa per una delle scene più iconiche de Il mago di Oz non ha niente che possa giudicare una valutazione esorbitante di per sé: è un oggetto artigianale, costruito con materiali comuni come legno e cartapesta. Neanche le sue dimensioni hanno nulla di speciale, essendo in tutto e per tutto simili a quelle di altri migliaia di oggetti analoghi prodotti a livello industriale nel mondo. Eppure la clessidra de Il mago di Oz ha finito per essere acquistata per quasi mezzo milione di dollari, qualche giorno fa, e il perché va ricercato in ciò che il manufatto è nato per misurare (almeno in teoria): il tempo. Da quando si è visto per la prima volta sullo schermo nel 1939, il costoso acquisto è entrato nell’immaginario collettivo guadagnando ogni giorno più valore economico. Una sorte comune a tanti cimeli della storia del cinema, anche quelli venduti insieme a questa costosa reliquia degli anni d’oro di Hollywood.

Comprarsi un pezzo di cinema

Durante l’ultima asta promossa dall’Heritage Auctions c’era in vendita un po’ di tutto. Come sempre in questi casi non si trattava per i facoltosi interessati di semplici oggetti di scena, quanto più di autentici “pezzi di un sogno” da portarsi a casa quasi a ogni costo. Possiamo solo immaginare l’emozione dell’acquirente del biglietto d’oro di Willy Wonka, che per un attimo deve essersi sentito fortunato quanto il Charlie Bucket de La fabbrica di cioccolato, o la gioia di colui che è diventato il legittimo proprietario della tunica indossata da Charlton Heston ne I dieci comandamenti. Nessun cimelio tuttavia ha potuto pareggiare, né come quotazione né come fascino, la clessidra de Il Mago di Oz. Forse esagerando, l’Heritage aveva presentato il pezzo forte del suo catalogo come “il più riconoscibile oggetto di scena autenticato de Il mago di Oz”, in barba alle iconiche scarpette rosse di Dorothy (vendute in realtà a un prezzo addirittura maggiore). Sebbene sia arduo stipulare un’effettiva classifica di cosa rimanga più in mente del film di Victor Fleming, va comunque riconosciuto che effettivamente quel manufatto segna-tempo creato dai professionisti della MGM appaia in una delle scene chiave del film. Pazienza se il suo contenuto di paillettes rosse sia stato inserito solo in seguito e impedisca alla clessidra effettivamente di funzionare. Pazienza che quest’ultima sia in fondo fatta di cartapesta, legno e vetro manco si trattasse di un Art Attack ante-litteram. Ciò che ha convinto al corposo investimento il misterioso fan è il fascino di quell’oggetto, brandito dalla Strega dell’Ovest in una delle scene più iconiche del film.

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Un acquisto che è anche un investimento

La clessidra con i suoi piccoli gargoyle ad adornarla resterà sempre legata al mondo di Oz, con buona pace di chi l’ha ricordata negli anni pure all’interno di altre pellicole come I ragazzi di Broadway (1941) , Diana la cortigiana (1956) o Le sette facce del Dr. Lao (1964). L’oggetto è considerato un “pezzo” di Oz anche più di altri cimeli messi all’asta con lui, addirittura in misura maggiore di quelli che hanno aperto e chiuso la loro storia sullo schermo con quel classico del cinema. Né una versione di prova del grembiule a quadretti di Dorothy (acquistata per 125.000 dollari) né una giacca indossata da una comparsa della Città di Smeraldo (presa per 37.500 dollari) si sono avvicinati all’esorbitante quotazione della clessidra, arrivata a costare 495.000 dollari. Un prezzo fuori dal mondo che però può essere visto anche come un possibile investimento: dopo aver chiuso la sua “carriera” cinematografica ed essere stato esposto in diversi musei, il manufatto è infatti stato già protagonista di due aste. Ogni volta che la clessidra appartenuta nel film alla Strega dell’Ovest è passata di mano cambiando proprietario lo ha fatto aumentando la sua quotazione, arrivando a venire pagata oggi quasi mezzo milione. Si tratta insomma potenzialmente di un bel business  di compravendita che però non sempre è possibile replicare. Per restare agli oggetti di scena dell’iconica pellicola con protagonista una giovanissima Judy Garland, qualche settimana fa un giudice ha bloccato la vendita di un abito a quadretti bianco e blu con una camicetta indossato proprio dall’interprete di Dorothy. Il vestito si credeva perduto per sempre dopo che se ne erano perse le tracce per più di quarant’anni ma il fortunoso ritrovamento, in una scatola di scarpe gettata via, aveva riportato alla luce il tesoro. Un nuovo oggetto unico era pronto ad andare all’asta,  almeno finché l’erede più prossima dell’ultimo legittimo proprietario ha rivendicato il possesso dell’abito. In attesa di risolvere la controversia, il giudice distrettuale Paul Gardephe ha bloccato sul nascere qualunque possibilità di vendita. Difficile dire se comunque il vestito possa arrivare a rivaleggiare nel costo in futuro con la clessidra, che aveva dalla sua pure un grande significato simbolico. Con essa la Strega dell’Ovest ricordava a Dorothy quanto poco tempo avesse la bambina per rincorrere i suoi sogni. Un memorandum che speriamo terrà ben presente anche l’ultimo acquirente di questo magico frammento del mondo di Oz.

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