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Chi ha incastrato Babbo Natale? La favola natalizia di Alessandro Siani. VIDEO

Cinema sky cinema

di Alessio Accardo

In attesa del “lunedì première” di stasera 5 dicembre, vi proponiamo una guida ragionata, in rigoroso ordine alfabetico, su tutto quello che c’è da sapere prima di vedere il film

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A: Alessandro Siani.
Attore, comico, cabarettista, sceneggiatore, regista, conduttore televisivo, umorista, scrittore e produttore cinematografico italiano. Nato a Napoli nel 1975, si è subito distinto come comico brillante, prima su scala regionale e poi sfondando in tv. Dopo un paio di incursioni nei “cinepanettoni” di Neri Parenti, partecipa al dittico di blockbuster all’italiana Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord, in coppia con Claudio Bisio. Da allora si fa autore di sé stesso, scrivendo e dirigendo i film che interpreta. Ha raggiunto una sua peculiare cifra stilistica, tra comicità vernacolare e sentimentalismo dolceamaro.

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B: Baez, Martin Francisco Montero. Nato a Brescia nel 2012 da padre dominicano e madre italiana, Martin Francisco Montero Baez interpreta nel film il piccolo Checco, sorta di scugnizzo che funge da spalla di Siani nella linea sentimentale del plot. Il messaggio edificante del film passa per lo più attraverso i suoi occhi innocenti.

C: Cazzimma. È un lemma partenopeo intraducibile, anche se nel film si tenta di dargli una definizione da vocabolario. La cazzimma sarebbe il prodotto delle seguenti attitudini: abilità, furbizia, astuzia, sotterfugio e inganno. Ne è provvisto il in gran copia il protagonista del film, che vorrebbe trasmettere questa sua sapienza a Babbo Natale, il quale ne è privo per definizione.

D: De Sica, Christian. Figlio del grande Vittorio, uno dei padri del Neorealismo, Christian è diventato nel tempo il re dei cinepanettoni, spesso in coppia con Massimo Boldi. Con Il principe abusivo (2013) ha iniziato un sodalizio con Siani che sembrerebbe funzionare: la sua flemma insieme aristocratica e cialtronesca ben si combina con l’inquieta furia iconoclasta del comico napoletano. Qui è un Babbo Natale corpulento e ingenuo (prima di essere convertito alla “cazzimma”). Da applausi la scena da musical sulle note di Jingle Bells, in cui il nostro si produce in un pezzo forte del suo repertorio: il canto e il ballo.

E: Elfi. Creature soprannaturali derivate dal folklore germanico, che nell’iconografia classica (e anche nel film di Siani) fungono da tirapiedi di Babbo Natale. Assecondando l’umorismo “per tutti” della pellicola, assumono qui dei nomi bislacchi come “Elfalegname” o “Elfo Romeo”, in sintonia con le loro attitudini. La trama del film si dipana proprio dalla circostanza che la squadra di elfi non è in grado di realizzare i regali tecnologici che desiderano i bambini di oggi.

F: Finocchiaro, Angela. Attrice milanese di lungo corso, esordisce nel cinema surreale di Maurizio Nichetti alla fine degli anni ’70. Qui è una Befana molto esilarante, che rivela una vecchia tresca con Babbo Natale e dà la stura alla soluzione del dramma prendendo in mano la situazione, ed ergendo il genere femminile a vero sesso forte del film.

G: Genny Catalano. È il protagonista del film, incarnato dallo stesso regista. Si tratta del classico mariuolo napoletano, avvezzo alle truffe e incline al buonumore gaglioffo. Viene intrufolato proditoriamente nella crew di Babbo Natale al solo scopo di farne fallire il “business” dei regali natalizi.
 

H: Humor (sense of). È quello classico di Siani, tra i lazzi tipici del teatro vernacolare partenopeo e un retrogusto dolceamaro da favola natalizia. Tra fisicità esasperata e birignao lessicali che devono molto al retaggio dell’arte di Massimo Troisi.
 

I: Indiana Production. Società di produzione fondata a Milano nel 2005 da Fabrizio Donvito e Marco Cohen, che ha realizzato decine di lungometraggi; soprattutto commedie, tra cui diversi film diretti da Paolo Virzì. Qui produce insieme a Bartelby Film (e con la partecipazione di Vision).
 

L: Leotta, Diletta. Notissima conduttrice tv di programmi per lo più sportivi, è qui al suo vero esordio davanti alla macchina da presa (dopo un cameo nel ruolo di sé stessa in 7 ore per farti innamorare di Gianpaolo Morelli. Interpreta Sasha, la nipote di Babbo Natale, di cui s’innamora perdutamente Genny Catalano.
 

M: Magia. È uno dei componenti principali del copione, assieme alla sfrenata comicità di Siani e alla morale buonista natalizia. Un ingrediente che Siani ha iniziato a utilizzare nei suoi film già dal precedente Il giorno più bello del mondo, nel quale il giovane coprotagonista era dotato di straordinari poteri di telecinesi. Qui le slitte volano, ma si sa: siamo a Natale!
 

N: Natale. Lo si è detto in tutte le salse: Chi ha incastrato Babbo Natale? è la più classica delle commedie natalizie, film che dai tempi de La vita e meravigliosa e passando per Una poltrona per due cercano di coniugare i proverbiali buoni sentimenti che caratterizzano questa festività con qualche evento speciale che scombussola e rivoluziona la realtà. Con intenti insieme buffi ed edificanti.
 

O One-man-show. Ad onta di una certa semplicità della narrazione, che punta chiaramente al pubblico “largo” delle feste, il dispositivo comunicativo di Alessandro Siani si è andato facendo nel corso del tempo piuttosto sofisticato: scrive soggetto e sceneggiatura, recita e dirige il film, senza lasciare nulla al caso (si dice che segua tutto il processo in maniera assai meticolosa). Ciò nondimeno non si scorda di essere emerso dall’anonimato, calcando le tavole sconnesse dei teatrini della sua città: e lo dimostra anche qui, sul set, con le tirate à la Troisi che lo hanno reso famoso.
 

P: Pacchi. Ormai, grazie alle migrazioni interne principalmente da sud a nord, è lemma universalmente usato e compreso (pure a Milano), che - come si sa - sta per “fregatura”, “inganno”, “raggiro”. Ma la pratica risale a un’usanza tipicamente partenopea, che il film illustra in maniera didascalica. Si avvicina l’acquirente di un oggetto tecnologico (un telefono, ad esempio), lo si convince ad accettare il suo acquisto a un prezzo più basso di quello di mercato e poi, grazie all’aiuto di un complice, si procura di sostituire l’involucro (ecco perché “pacco”) dell’oggetto regolarmente funzionante con uno contenente una “mattonella”. Il protagonista del film, per ovvi motivi, viene definito “il re dei pacchi”, con tutto quanto ne consegue in termini di bisticci di parole.
 

Q: Quinto (film da regista di Siani). Dopo Il principe abusivo con Christian De Sica e Sarah Felberbaum; Si accettano miracoli con Fabio De Luigi e Serena Autieri; Mister Felicità con Diego Abatantuono e Carla Signoris; e Il giorno più bello del mondo con la Stefania Spampinato di Grey’s Anatomy. Quantunque la sua sia una comicità di grana grossa (si rivedano però certi film di Totò prima di emettere giudizi di condanna), ha sempre incassato cifre notevoli, nei primi anni persino superiori ai 15 milioni. Questo ha superato i 2, che in tempi di pandemia non è per niente male.

R: Roma-Lapponia. Benché il registro comico del protagonista sia tutto compreso nei confini campani, il film è ambientato tra la capitale d’Italia e la Lapponia, macroarea collocata tra le regioni settentrionali di Norvegia, Svezia, Finlandia e della penisola di Kola, in Russia. È lì che la tradizione vuole sia ubicata l’abitazione di Babbo Natale, anche nel nostro film.
 

S: Sara Ciocca. La giovanissima attrice romana, passata sui set di Ferzan Özpetek, Donato Carrisi e dei fratelli D’Innocenzo; interpreta qui Rebecca, la moglie incinta dell’Elfo Romeo. Sarà la sua preoccupazione per il futuro della loro famiglia a convincere il marito ad agire in modo fraudolento.
 

T: Trono di Spade. Incredibile a dirsi: nel nostro alfabeto sianesco ci finisce pure la serie tv più famosa di tutte. Perché? Intanto perché i toni fiabeschi del film si colorano stavolta di nuances fantasy. E poi perché nel cast, nel ruolo di Elfo Romeo, c’è Leigh Gill che nella serie era Bobono.
 

U: Under 18. Lo abbiamo già detto: il film si rivolge a un target di giovanissimi, al grande pubblico del film di Natale; con un candore chapliniano però e un’ironia cartoonesca. Che male c’è?
 

V: Vision Distribution. Casa di distribuzione cinematografica italiana nata nel 2016 dall'alleanza tra il gruppo di Sky Italia e le case di produzione Cattleya, Indiana, Lucisano Media Group, Palomar e Wildside. Ha iniziato distribuendo il campione d’incassi Come un gatto in tangenziale di Riccardo Milani, è ora nelle sale con Bones and All di Luca Guadagnino. Il film di Siani lo distribuisce e coproduce.
 

Z: Zero parolacce. O quasi. C’è per la verità un siparietto a base di turpiloquio romanesco nella scena della fila al supermarket, ma è tutto sopra le righe e quasi fumettistico. Il fatto saliente è che questo film, che ha occupato lo slot di programmazione nelle sale storicamente occupato dal “cinepanettone”, si basa su un copione depurato da volgarità. E si tratta di un merito non da poco.