La bambola di Pezza, un corto contro l'adescamento online

Cinema

Paolo Nizza

Presentato alla 79.ma Mostra del Cinema di Venezia, La Bambola Di Pezza (intepretato da Claudia Gerini)  è il corto vincitore della Quarta edizione del contest La Realtà che “non” Esiste. Abbiamo intervistato il regista Nicola Conversa

Sono circa 500mila i pedofili attivi ogni giorno in rete (Ocse). È l’impressionante dimensione dell’adescamento online, anche conosciuto come “grooming”, dove oltre il 50% delle vittime ha un'età compresa tra i 12 e i 15 anni. Sicché risulta davvero importante  che un cortometraggio affronti un tema così presente. Suddiviso in 5 capitolil La bambola di Pezza, infatti, con un stile efficace e moderno, descrive  una vicenda  che parte come il delicato e romantico racconto di un innamoramento adolescenziale per poi assumere  i tratti perturbanti di un dramma. Presentata alla 79.ma Mostra del cinema di Venezia, la versione lineare del corto è disponibile su Raiplay. La versione  Virtual Reality 360 è, invece, sulla  App Rai Cinema Channel VR, disponibile su App Store, Play Store e Oculus. A dirigere La bambola di Pezza, che vede la partecipazione straordinaria di Claudia Gerini e la musica di Carl Brave, c'è  Nicola Conversa che ha vinto il contest nazionale dedicato ai giovani storytellers ideato da One More Pictures in collaborazione con Rai Cinema. Classe 1989, il giovane regista ha già all'attivo diversi cortometraggi, videoclip, spot e serie tv per i principali broadcaster a livello mondiale., oltre ad aver scritto un libro edito da Rizzoli dal titolo “Nella mia testa”. Insomma, un cineasta di talento capace di emozionare, attraverso opere sospese tra immaginazione e realtà.

La prima cosa che hai pensato quando hai saputo che il tuo corto La Bambola di Pezza sarebbe stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia?

Sin da piccolo volevo fare il regista. Ma poter partecipare alla Mostra con un mio lavoro mi è  sempre sembrata una cosa impossibile. E anche nel momento in cui ho attraversato il red carpet, credevo di sognare. Non ho parole per raccontare le mie emozioni. Devo ancora metabolizzare quello che è accaduto.

 

Come è nato il progetto?

Volevo partecipare a La Realtà Che “Non” Esiste, il contest nazionale dedicato ai giovani storytellers ideato da One More Pictures in collaborazione con Rai Cinema. Cercavo un soggetto che riguardasse sia l’aspetto sociale, sia quello multimediale. Quindi ho trovato un trafiletto in cui c’era scritto che l’adescamento online era aumentato di circa 500mila casi all’anno, dopo il lockdown. Mi pareva assurdo che non fosse dato più spazio a questa notizia. Ho approfondito l’argomento e ho incontrato uno psicologo che mi ha spiegato che le 5 fasi dell’innamoramento online sono identiche alle fasi dell’adescamento. Quindi ho pensato che attraverso il cortometraggio avrei potuto mettere in guardia qualche “bambola di pezza”.

 

Come è avvenuta la scelta del cast?

La produttrice Manuela Cacciamani mi ha dato carta bianca per selezionare il cast giovane e quindi ho scelto Giancarlo Commare, Mariasole Pollio, Tomasso Cassissa, Ludovica Coscione perché li ho trovati interessanti e giusti per i ruoli che avevo immaginato. Poi la produzione mi ha fatto questo regalo di poter lavorare con Claudia Gerini. L’attrice ha letto la sceneggiatura e se ne è innamorata.

 

Può non essere semplice la convivenza tra star del cinema e attori agli inizi. Tu come te la sei cavata?

Con il cast giovane abbiamo passato quasi tre settimane a leggere il copione per fargli comprender quale fossero le mie idee. Con Claudia, invece, è stata una sorta di gioco. Abbiamo scelto anche le inquadrature insieme. Gerini è stata sul set un solo sogno e mi ha insegnato moltissime cose.

 

La locandina è stata realizzata da Josephine Yole Signorelli, in arte Fumettibrutti

L’intento di questo contest è di unire talenti emergenti che operano in diversi linguaggi. Ed è stato fantastico da parte della produzione coinvolgere un artista fantastica come Fumettibrutti che ha fatto conoscere i suoi lavori attraverso Instagram.

 

In La Bambola di Pezza, c’è anche il brano di Carl Brave Insulti

Il contest prevede la presenza, per quanto concerne la colonna sonora di un artista amato dai giovani. E Insulti di Carl Brave, dall’introduzione con la chitarra al secondo ritornello, era un brano perfetto per il corto.

 

Un corto come Bambola di Pezza quanto può davvero aiutare le persone?

Nel nostro piccolo, stiamo ricevendo moltissimi messaggi direct sulla pagina Instagram che ci ringraziano e parlo sia di genitori, sia di adolescenti. Una ragazza ha mandato uno screenshot a Mariasole ringraziandola di avere raccontato questa storia, perché anche lei era stata una bambola di pezza e non aveva avuto il coraggio di parlare di quello che le era accaduto.

 

Quale cinema ti piace e quali sono i tuoi registi preferiti?

Bambola di pezza è un mix di generi. All’inizio sembra una teen comedy poi diventa un thriller. Adoro il dramedy. Mi diverto a mescolare i generi ed è una cosa che non si vede molto spesso. Ho una predilezione per Paolo Genovese, sia come regista, sia come sceneggiatore. Mi piacciono anche Leonardo Pieraccioni e la coppia formata da Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi che ha diretto Metti la nonna in Freezer.

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La Bambola di pezza, la trama

Sognare, scrivere, raccontare. Le tue parole diventano una storia, il tuo diario online diventa pubblico. Un modo per esprimersi, un modo per trovare altre anime con paure e passioni da condividere. Mia (Mariasole Pollio) ha 16 anni e proprio grazie al suo diario virtuale conosce Tommaso (Giancarlo Commare), sensibile, attento, pieno di energia: un principe azzurro che sembra fatto su misura per lei.

Un incontro magico fatto prima di chat poi di videochiamate fino al fatidico: voglio incontrarti dal vivo.

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