
Mostra del Cinema di Venezia, il red carpet di “L’Immensità” con Penelope Cruz. FOTO
In concorso anche il film di Emanuele Crialese che racconta la storia di una famiglia della Roma degli anni ’70: un matrimonio infelice, una delle figlie che mette in dubbio la sua identità di genere e una colonna sonora di Raffaella Carrà. “È la mia storia in chiave poetica, sarebbe riduttivo definirlo il mio 'coming out'”, ha spiegato il regista

Alla Mostra del Cinema di Venezia è il giorno di L’Immensità, film in concorso di Emanuele Crialese con Penelope Cruz e Vincenzo Amato. Una storia, ha detto il regista, “che mi riguarda molto da vicino, è la mia storia in chiave poetica, sarebbe riduttivo definirlo il mio 'coming out', il pubblico penserebbe a un film sulla transizione ma non è affatto così”. (Nella foto il cast del film)
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L’Immensità è ambientato in una Roma "metafisica" degli anni '70 tra palazzi in costruzione in periferia e racconta la storia di una famiglia in cui l'amore è finito e, nell'infelicità, una madre cresce tre figli, la maggiore dei quali rifiuta il suo nome e mette in dubbio la sua identità di genere. (Nella foto Penelope Cruz)
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"Le famiglie vanno sostenute quando ci sono da fare certi percorsi, mia madre era da sola, non sapeva dove sbattere la testa - racconta Crialese (nella foto) - Si nascondeva con me proprio come accade nel film, cercava di proteggermi, ma io soffrivo del dolore che le davo. Fin quando più avanti non sono riuscito a cambiare la ‘a’ con la ‘e’ e lasciare un pezzo del mio corpo, questo è stato negoziare la condizione. Io sono e non sono e voglio rimanere così e spero di non scioccare proprio nessuno”
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"Mi sono avvicinato al cinema forse per questo - dice ancora Crialese - Ma se l'avessi fatto come primo film sarebbe stato pallosissimo, sarebbe stata la storia di un poveraccio che vive la crisi di genere, invece ho aspettato, ho consapevolezza e cose come queste bisogna riuscire a raccontarle quando si sa parlare". "I tempi sono cambiati - aggiunge il regista - ai giovani di oggi le classificazioni di genere non interessano più, in questo sono maestri, portatori di una nuova sensibilità, maschio, femmina, sono quel che sono, prima di tutto esseri umani"
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La Roma del film "è un paesaggio astratto, metafisico. Per me che amo i grandi paesaggi aperti - prosegue il regista di Respiro e di Terraferma - girare tutto il film dentro una casa mi sembrava impossibile, invece, forse perché è la riproduzione esatta della mia da piccolo, mi sono sentito bene. Per tanto tempo ho pensato: prima o poi racconto questa storia autobiografica, sta lì, ti ossessiona, poi è arrivato il tempo e tutto è andato come doveva andare"
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Se quella di Vincenzo Amato (nella foto con Crialese e Penelope Cruz) per il ruolo del padre era una scelta scontata, essendo il suo attore feticcio, quella della madre così come dell'adolescente Adriana che rifiuta la sua identità erano fondamentali. "Penelope Cruz - dice Crialese - è l'archetipo di donna e madre, è come la Penelope di Ulisse. È stata generosissima, i ragazzi sul set la vedevano come una dea e lei giocava con loro: è stata una magia". In Luana Giuliani, che interpreta Adriana che vuole farsi chiamare Andrea, "ho rivisto me stesso"
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Il loro rapporto è il cuore della storia, "forse perché i personaggi femminili sono quelli che mi interessano davvero, gli uomini invece sono una noia!". Infine la Carrà, una sorta di nume tutelare dell'Immensità: "La scena del ballo sulle note di Rumore che fa Penelope con i suoi ragazzi è stata girata il giorno in cui il produttore Mario Gianani è venuto a dirci che Raffaella, di cui aspettavamo una visita sul set, era morta, è stata una strana sincronia"

"L'Italia è la mia seconda casa - dice Penelope Cruz - Amo questo Paese dove sono sempre stata accolta, è un legame anche cinematografico e quando arriva un progetto, bello come quello del film di Emanuele Crialese, L'Immensità, per cui sono qui, sono felice". Il suo personaggio, spiega, è “in trappola, per il suo matrimonio finito, visti i tempi" e "una madre che diventa complice dei suoi figli, soprattutto di Adriana, così diversa e anche lei infelice che attende gli alieni che la portino via in un altro mondo in cui sentirsi meglio, potersi chiamare Andrea”

“C'è una fortissima connessione tra loro due - spiega l’attrice - nel loro sentirsi in gabbia, senza possibilità di scappare. Nel non detto, nel loro scambiarsi sguardi c'è tutto". Nel film Cruz è di nuovo madre, "anzi tante madri nella complessità di questo ruolo. Ho un lato materno fortissimo, sin da quando ero piccola. Ho fatto sette film con Pedro Almodovar e in cinque sono madre, la maternità mi appartiene, è un mondo infinito sempre da scoprire, così come la famiglia". (Nella foto Irina Shayk sul red carpet)

Per convincerla a fare L'Immensità, Crialese ci ha messo appena un'ora: "Me ne sono innamorata subito e quando, dopo il Covid, il progetto è ripartito ho trovato la stessa passione e la stessa voglia di fare questo film. Non ho mai smesso di parlare con lui, di confrontarmi, lo abbiamo costruito ogni giorno, c'è il suo vissuto ma anche il mio, c'è sua madre ma anche altre madri”. (Nella foto Rocío Muñoz Morales, madrina della Mostra, sul red carpet)

“Erano tempi diversi - osserva Cruz - non si poteva, negli anni '60 - '70, cambiare facilmente un destino, ma anche oggi conosco tantissime, troppe donne, infelici dentro al matrimonio, intrappolate nelle cose, costrette a fingere davanti ai figli, situazioni che sfociano anche in violenza domestica, uno dei tanti temi che pure il film affronta”. (Nella foto la supermodella Stella Maxwell)

La moglie infelice de L'Immensità, conclude Penelope Cruz, "non è una pazza, ha la follia che basta per sopravvivere in un matrimonio finito, la sua unica fuga è il sogno attraverso lo schermo tv, che la ricollega all'arte". Un legame con i figli, in questa casa anni '70 che rappresenta la loro 'prigione', è Raffaella Carrà, mamma Penelope si scatena a ballare Rumore: "Io sono pazza di Raffaella da sempre, cantavo le sue canzoni a squarciagola per tutta la mia famiglia, è stata una donna molto importante per me". (Nella foto Michele Bravi sul red carpet)