Quindici anni fa moriva Ingmar Bergman, i 5 film da recuperare del regista svedese

Cinema
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Nato il 14 luglio 1918 a Uppsala e scomparso il 30 luglio 2007 a Fårö, in Svezia, il film-maker ha diretto pellicole cult: da "Il settimo sigillo" a "Persona"

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Tra i maggiori registi della storia del cinema, Ingmar Bergman è nato il 14 luglio 1918 a Uppsala ed è morto il 30 luglio 2007 a Fårö, entrambe città della Svezia. Sono passati 15 anni dalla sua scomparsa e noi vogliamo celebrare il talento dell’artista con le sue cinque pellicole più significative. 

Il settimo sigillo (1957)

Trasposizione cinematografica della pièce teatrale Pittura su legno, che lo stesso Bergman aveva scritto nel 1955 per la sua compagnia di attori teatrali, Il settimo sigillo è forse la pellicola più conosciuta del regista svedese. Girata in soli trenta giorni, con un budget risicato, s’interroga sul rapporto fra uomo e Dio e fra vita e morte.

Il posto delle fragole (1957)

Subito successivo al lungometraggio di cui abbiamo appena parlato, Il posto delle fragole è tra i road movie più famosi della storia del cinema, con protagonisti del viaggio, fisico e tra i ricordi, un medico in pensione e la propria nuora, infelice e incinta. Il film, che ha vinto l'Orso d'oro al Festival di Berlino, rappresenta il maggior successo commerciale di Bergman.

Persona (1966)

La pellicole è senza dubbio l’opera stilisticamente più sperimentale del regista, che, raccontando la storia di un'attrice diventata afasica e della petulante infermiera chiamata ad assisterla, affronta il complicato rapporto tra l’uomo e la sua parte nascosta. Non a caso, il titolo deriva da una locuzione latina che indicava la maschera indossata dall'attore a teatro.

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Sussurri e grida (1972)

Tra i film che aprono l’ultima fase della carriera cinematografica di Bergman, il lungometraggio ruota attorno a una governante e tre sorelle, di cui una affetta da un male incurabile. Del film, aspra critica del regista contro la società borghese, salta subito all’occhio la fotografia, premiata agli Oscar, in cui emergono il nero, il bianco e il rosso.

Fanny e Alexander (1982)

Ultima pellicola del regista uscita al cinema, Fanny e Alexander può essere considerata una summa dei progetti precedenti di Bergman, in grado di delinearne l’idea di cinema e di teatro. L’opera, di cui esistono due versioni (una da due ore e una da cinque), racconta di una famiglia borghese svedese, attraverso gli occhi innocenti di due bambini.

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