Stati Uniti contro Billie Holiday, arriva al cinema il film con Andra Day

Cinema

Il film diretto da Lee Daniels e scritto dal Premio Pulitzer Suzan-Lori Parks racconta la difficile vita dell’icona della musica jazz

Al cinema dal 5 maggio Gli Stati Uniti contro Billie Holiday, film distribuito da Bim Distribution che ha vinto il Golden Globe per la Migliore Attrice Protagonista, Andra Day. L'attrice interpreta infatti la celebre icona della musica jazz, in una pellicola che vuole raccontare la complicata e difficile vita dell'artista.

Gli Stati Uniti contro Billie Holiday, la trama

Il film non racconta tutta la vita di Billie Holiday, vero nome Eleanora Fagan, ma solo le vicende che l'hanno vista protagonista negli anni Quaranta. L'artista, famosa in tutto il mondo, divenne infatti il capro espiatorio del governo americano nella battaglia contro la droga, da cui la cantante era dipendente. Holiday fu mandata in prigione e le fu tolta la licenza di esibirsi. Tutto questo anche per impedirle di eseguire il brano Strange fruit: lo “strano frutto” del brano era infatti il cadavere di un afroamericano appeso a un albero. Un modo per denunciare il razzismo americano e raccontare la ricorrente pratica del linciaggio delle persone di colore negli USA. Nonostante all'artista venne più volte chiesto di non cantare più il brano, lei rifiutò. Dietro la macchina da presa c'è Lee Daniels, registra tra gli altri di The Butler - un maggiordomo alla Casa Bianca del 2013.

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Per la sua interpretazione di Billie Holiday, la 36enne Andra Day è stata nominata nella categoria Miglior Attrice agli Oscar 2021, e ha vinto il Golden Globe nella stessa categoria. Andra Day, vero nome Cassandra Monique Batie, oltre a essere un'attrice è anche una cantante soul. L'album di debutto, Cheers to the Fall, è del 2015. La passione per il canto è arrivata anche grazie alla musica di Billie Holiday, ascoltata per la prima volta a 11 anni. “Percepivo il sacrificio contenuto in quelle registrazioni”, ha spiegato Andra Day a Repubblica, spiegando di essersi innamorata della sua voce, “che sembra sempre sul punto di sgretolarsi e mi ha fatto capire fin dove davvero può spingersi una cantante". Una figura, quella dell'artista scomparsa nel 1959 a 44 anni, che secondo Day è ancora importantissima per gli afroamericani. “Hanno cercato di cancellarla dai libri di storia, ma è troppo brava e amata perché ci riuscissero". In merito al brano Strange fruit, per l'attrice 36enne non bisogna parlare di una canzone bellissima, tutt'altro. “In realtà è una canzone terribile, ma ciò che la rende bella è la sua verità”. Ciò che infatti spaventava le autorità dell'epoca era la realtà raccontata dalla canzone. Un brano che si batte per un'uguaglianza che, ancora oggi proprio come allora, “è fumo negli occhi per i sostenitori della supremazia bianca". 

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