Bruce Willis, i Razzie Awards ritirano il premio assegnato all'attore

Cinema

Camilla Sernagiotto

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È stato ritirato il Golden Raspberry Award, meglio conosciuto come Razzie (premio alla peggiore interpretazione) a Willis a causa della sua diagnosi di afasia recentemente rivelata. "Se le condizioni mediche di qualcuno sono un fattore nel loro processo decisionale e/o nelle loro prestazioni, riconosciamo che non è appropriato dargli un Razzie”, hanno dichiarato i co-fondatori. Decisione che arriva dopo le polemiche

È stato ritirato a Bruce Willis il Golden Raspberry Award del 2021, meglio conosciuto come Razzie, il premio per “la peggiore interpretazione". La statuetta che il divo aveva ricevuto a causa del suo ruolo di James Ford nel film di fantascienza Cosmic Sin, uscito nel 2021 e diretto da Edward Drake, è stata revocata.

Il riconoscimento “alla peggiore interpretazione” è stato tolto all'attore per via della sua diagnosi di afasia, recentemente rivelata.
Lo dichiarano i co-fondatori dei premi Razzie, John JB Wilson e Mo Murphy: "Se le condizioni mediche di qualcuno sono un fattore nel loro processo decisionale e/o nelle loro prestazioni, riconosciamo che non è appropriato dargli un Razzie”, hanno affermato giovedì 31 marzo. Wilson e Murphy hanno annunciato la revoca del premio a Willis (e anche il ritiro della nomination a Shelley Duvall per il suo ruolo di Wendy in Shining, come vedremo nei prossimi paragrafi) in una dichiarazione fornita al magazine americano IndieWire.

Come è usanza, i premi Razzie vengono conferiti il giorno prima della cerimonia degli Oscar. Anche quest’anno è stato così ma, dopo aver insignito Willis per il suo ruolo nell'action-sci-fi movie Cosmic Sin, quattro giorni più tardi la famiglia di Willis ha rivelato che gli è stata diagnosticata l’afasia.

Si tratta di una condizione causata da un danno in una parte specifica del cervello che controlla l'espressione e la comprensione del linguaggio, per questo motivo il divo si sarebbe allontanato dalla recitazione.

Diversi registi che hanno lavorato con Bruce Willis negli ultimi anni hanno dichiarato al Los Angeles Times di aver notato che l'attore lottava sul set per recitare. Co-protagonisti, collaboratori, amici e fan hanno pubblicamente espresso il proprio sostegno a Willis.

Ma l’organizzazione dei Razzie non si è naturalmente e autonomamente unita al coro di solidarietà nei confronti del divo. La decisione di ritirare il premio al peggior attore arriva solo ora e non sembra “di propria spontanea volontà”, insomma, nel senso che il ritiro del Razzie è a seguito di una notevole polemica scoppiata sui social network nelle scorse ore.

La polemica delle scorse ore

Poco dopo la notizia del ritiro ufficiale di Bruce Willis dalla recitazione a causa di disturbi cognitivi (causati dall'afasia), i Razzie Awards hanno postato su Twitter un messaggio che faceva ironia. Parole che hanno immediatamente suscitato il disdegno dei fan di Willis.

“I Razzies sono davvero spiacenti per la diagnosi di Bruce Willis. Forse questo spiega perché abbia voluto andarsene col botto nel 2021. I nostri migliori auguri a Bruce e alla famiglia”, questo il tweet postato dall'account ufficiale dei premi. Dopo avergli consegnato il premio alla scorsa edizione (tenutasi pochi giorni fa, 24 ore prima della cerimonia degli Oscar), questa ulteriore frecciata è apparsa a molti come ben poco nobile. Un notevole polverone si è alzato in rete, spingendo il magazine statunitense The Wrap a voler interpellare i diretti interessati, i cofondatori John Wilson e Mo Murphy.
Costoro non hanno approfittato dell'occasione per fare un mea culpa e profondersi scuse. Hanno spiegato così il loro punto di vista: “Siamo davvero dispiaciuti per la malattia di Willis, della quale non eravamo al corrente prima che la notizia si diffondesse poche ore fa. [...] Chiunque gestisca gli affari di Willis forse non dovrebbe avergli permesso di fare così tanto lavoro in così poco tempo, specialmente se erano al corrente della sua sua situazione. A difesa di Willis, i suoi rappresentanti avrebbero dovuto proteggere meglio la sua eredità”.

I Razzies sono premi nati nel 1980. L'idea è quella di riconoscere film interpretazioni poco apprezzati dal pubblico e critica. Hanno dedicato un'intera categoria a Bruce Willis, nominando otto suoi film per la peggiore interpretazione del protagonista (Bruce Willis appunto), l'ultimo dei quali la pellicola del 2021 intitolata Cosmic Sin. Come è usanza, questi premi vengono conferiti il giorno prima della cerimonia degli Oscar. Dopo aver insignito Willis per il suo recente ruolo nel film d'azione e di fantascienza di cui sopra, quattro giorni dopo la famiglia di Willis ha rivelato che gli è stata diagnosticata l’afasia. In rete si è accesa la polemica rivolta ai Razzies, criticati per la poca sensibilità.

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Il ripensamento: il ritiro del Razzie Award a Willis

Dopo la pioggia di polemiche che si è abbattuta sul profilo ufficiale dei Razzie Award, alla fine l'organizzazione dei premi si è ravveduta.

"Dopo molte riflessioni e considerazioni, i Razzies hanno deciso di revocare il Razzie Award assegnato a Bruce Willis, a causa della sua diagnosi recentemente rivelata", queste le parole di Wilson e Murphy pronunciate ieri, giovedì 31 marzo.

I due fondatori hanno riconosciuto che, se le condizioni mediche diventano un fattore determinante delle prestazioni attoriali, allora non è il caso di consegnare un Razzie.

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Il ritiro del Razzie a Shelley Duvall

Oltre a revocare il premio alla peggiore interpretazione a Bruce Willis, i Razzie Awards hanno anche revocato la nomination a Shelley Duvall, datata 42 anni fa. L'attrice era stata candidata a un premio per la peggior interpretazione per il suo ruolo di Wendy in Shining.
In questo caso i Razzies parlano di "circostanze attenuanti" quali il "trattamento a lei riservato dal regista Stanley Kubrick durante la produzione".

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Il trauma di Shelley Duvall dopo il suo lavoro sul set di Shining

Shelley Duvall ha rievocato la sua esperienza traumatica con Kubrick sul set di Shining in un'intervista rilasciata l'anno scorso a The Hollywood Reporter.

"[Kubrick] non stampa nulla fino almeno alla 35a ripresa", ha detto. "Trentacinque riprese, correndo, piangendo e portando in braccio un bambino, diventano difficili. E la performance completa della prima prova. È difficile". Duvall ha aggiunto: "Dopo un po' il tuo corpo si ribella. Dice: 'Smettila di farmi questo. Non voglio piangere ogni giorno.' E a volte solo quel pensiero mi faceva piangere. Svegliarsi il lunedì mattina, così presto, e rendersi conto che dovevi piangere tutto il giorno perché era programmato, io iniziavo a piangere”.

Già lo scorso mese, dopo le dichiarazioni di Duvall uscite su The Hollywood Reporter, Wilson e Murphy avevano parlato con il magazine statunitense Vulture aprendo la possibilità a un ripensamento. "Conoscendo il retroscena e il modo in cui Stanley Kubrick l'ha polverizzata, lo ritirerei, aveva detto Wilson. Lui e il cofondatore l’hanno fatto ora, in occasione del ritiro del premio a Bruce Willis.

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