Belfast, l'intervista a Kenneth Branagh: “Con questo film racconto la mia infanzia”

Cinema

di Barbara Tarricone

Candidato agli Oscar 2022 con sette nomination, tra cui miglior film, miglior regia e migliore sceneggiatura originale, arriva nelle sale a partire dal 24 febbraio il film più personale di Kenneth Branagh

Al cinema esce Belfast, candidato a 7 Oscar, il film più personale di Kenneth Branagh che ripercorre un momento critico della vita dell’attore: l’infanzia a Belfast, appunto, durante il conflitto nordirlandese e la combattuta scelta della famiglia del regista di abbandonare il  paese per la più sicura Inghilterra.  Una raffinata pellicola in bianco e nero dove quasi tutto il cast è veramente nordirlandese: dal bambino che interpreta il piccolo Branagh (il debuttante Jude Hill) ai genitori (Caitriona Balfe e Jamie Dornan) al nonno (Ciaran Hinds) con l’eccezione di Judi Dench che interpreta la nonna; Belfast è una lettera d’amore a quella terra, a quella cultura e al cinema. Per un attore che ha fatto la sua fortuna anche interpretando e dirigendo classici british e che sfoggia un accento inglese degno della regina, l’immersione nei ricordi, nella cultura e nello strettissimo accento nordirlandese deve essere stato un viaggio catartico. Ne abbiamo parlato insieme.

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Il suo film è un viaggio nel tempo e nei suoi ricordi, che cosa l’ha spinta ad intraprenderlo?

È stato il lockdown, quel regime di incertezza che così tanti di noi abbiamo provato durante quel periodo mi ha riportato alla memoria quello che ho vissuto a 9 anni: quando la mia strada a Belfast, che per me era un terreno di gioco, si è trasformato in un campo di battaglia ed in una fortezza. Era l’epoca dei Troubles: una guerra civile che ha insanguinato le strade dell’Irlanda del Nord. Come il lockdown quel periodo ha portato la mia famiglia ed altre famiglie come la mia a navigare a vista.

 

Il bambino che interpreta lei da piccolo, Jude Hill, è al suo primo film ed è una forza della natura. Come lo ha scoperto?

Quando l’abbiamo incontrato ho visto che c’era un vero talento naturale per la recitazione. Jude è empatico, appassionato di quello che fa e ha una caratteristica fondamentale in un attore che è quella di essere capace di ascoltare. Recita con questi grandissimi mostri sacri ed intanto impara.

 

Ci si sarà rivisto, anche se non tifate per la stessa squadra

Per l’amor di Dio assolutamente non la stessa squadra! Io tifo per il Tottenham e lui per il Liverpool e lo ama talmente tanto, che anche solo per fargli dire che tifava per il Tottenham, dovevamo assicurarlo che era solo ed esclusivamente per il film e fargli vedere che le camere stavamo girando! Una faticaccia arrivare a questo compromesso.

 

Devo dire che Jamie Dornan e Caitriona Balfe che interpretano i suoi genitori sono bellissimi, raramente si sono visti genitori più belli al cinema! Ho sentito che anche sua moglie ha fatto un commento al riguardo!

Stavamo guardando il film e l’ho sentita letteralmente sospirare - e non è stata la sola- quando c’è quella scena di Jamie Dornan che comincia a cantare con un microfono d’epoca, con quella luce soffusa alle spalle ed è bellissimo, poi la camera si gira e vediamo Caitriona, altrettanto stupenda… Mia moglie mia ha guardata e mi ha detto: d’ora in poi mi fotografi solo così per cortesia: in bianco e nero e con questa luce!

 

Lei rappresenta la relazione tra i suoi genitori come carica di grande amore, così come quella dei suoi nonni, interpretati da Judi Dench e Ciaran Hinds. Erano questi i suoi modelli di relazione da piccolo quindi?

Sicuramente guardando loro ho osservato un tipo di amore che si esprime attraverso il senso dell’umorismo, prendersi in giro reciprocamente, leggere, ascoltare musica, ballare. Queste sono le immagini che mi sono rimaste impresse. Immagini di un amore che va oltre le parole, pieno di una grande gioca di vivere.

 

Con questo film dove racconta la sua infanzia, avrà pensato a se stesso da bambino e al fatto che quel bambino da Belfast è arrivato un’altra volta agli Oscar?

Sicuramente è straordinario esserci arrivato con un film che racconta la mia formazione, come mi sono innamorato del cinema, quando ero bambino e leggevo fumetti e mai mi sarei immaginato, per dire, che quaranta anni dopo avrei diretto Thor, o nessuna delle altre cose che ho fatto. Quando penso che sono arrivato al centro di Hollywood.

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