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Gli occhi di Tammy Faye, arriva al cinema il film con Jessica Chastain

Cinema

Dal 3 febbraio è nelle sale l'intenso biopic diretto da Michael Showalter. Nel cast Andrew Garfield, Cherry Jones e Vincent d'Onofrio

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GLI OCCHI DI TAMMY FAYE mostra da vicino la straordinaria storia dell’ascesa, della caduta e della redenzione della telepredicatrice Tammy Faye Bakker. Negli anni Settanta e Ottanta, Tammy Faye e suo marito Jim Bakker, entrambi di umili origini, riuscirono a creare il più grande network televisivo religioso al mondo e un parco a tema. Celebre per il suo messaggio di amore, accettazione e prosperità, Tammy Faye divenne inseparabile dalle sue ciglia finte, dalla sua stravagante voce da cantante e dal suo desiderio di raggiungere persone di tutte le estrazioni sociali. Tuttavia, non passò molto tempo prima che irregolarità finanziarie, rivali truffaldini e scandali demolirono l'impero che i due avevano faticato a costruire.

Il film è interpretato da Jessica Chastain (ZERO DARK THIRTY, THE TREE OF LIFE), Andrew Garfield (LA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE, SILENCE), Cherry Jones (THE HANDMAID’S TALE, SUCCESSION), Gabriel Olds (IL MONDO DEI REPLICANTI), Fredric Lehne (THE GREATEST SHOWMAN), Mark Wystrach (JOHNNY CHRIST), Sam Jaeger (PARENTHOOD, SHAZAM!), Chandler Head (IL CASTELLO DI VETRO) e Vincent D’Onofrio (THE CELL – LA CELLULA, MEN IN BLACK). Una produzione Searchlight Pictures, il film è diretto da Michael Showalter (THE BIG SICK – IL MATRIMONIO SI PUÒ EVITARE…L’AMORE NO; HELLO, MY NAME IS DORIS) e scritto da Abe Sylvia (AMICHE PER LA MORTE – DEAD TO ME, DIRTY GIRL). Chastain e Kelly Carmichael (NINE, MARILYN) hanno prodotto il film tramite la loro casa di produzione Freckle Films, insieme a Gigi Pritzker (MOTHERLESS BROOKLYN – I SEGRETI DI UNA CITTÀ, RABBIT HOLE) e Rachel Shane (MOTHERLESS BROOKLYN – I SEGRETI DI UNA CITTÀ, HELL OR HIGH WATER) della casa di produzione Madison Wells. Fenton Bailey, Randy Barbato e Meredith Milton sono i produttori esecutivi insieme a Jordana Mollick di Semi-Formal Productions e Adrian Alperovich di Madison Wells.

 

 

Gli occhi di Tammy Faye, la genesi del film

Jessica Chastain ha incontrato la produttrice Rachel Shane (DIVERGENT, HELL OR HIGH WATER, Motherless Brooklyn – I SEGRETI DI UNA CITTÀ) di Madison Wells Media, che è stata subito attratta dal progetto di fare un film su Tammy Faye. Le due avevano già collaborato nel film LAWLESS, prodotto da Shane e interpretato da Chastain.

Shane e la sua socia, la produttrice Gigi Pritzker (DRIVE, HELL OR HIGH WATER, ENDER’S GAME) condividevano l'approccio di Chastain nel dare vita alla storia. “È sempre stato un film per famiglie, fin dall’inizio”, afferma Chastain.

“Eravamo incredibilmente elettrizzate dal potenziale cinematografico della vita di Tammy Faye”, afferma Shane. “Durante i primi anni della mia adolescenza, ricordo di aver visto Jim e Tammy Faye sulle copertine di tutte le riviste scandalistiche, ma lei e Jim non erano semplicemente innovativi: andavano controcorrente rispetto alla cristianità evangelica tradizionale”.           

Chastain e la sua socia presso Freckle Films, la produttrice Kelly Carmichael (AVA, MARILYN, IL DIARIO DI UNA TATA) hanno sviluppato Gli Occhi di Tammy Faye mentre lavoravano ad altri progetti insieme. Rachel Shane ha contattato lo sceneggiatore Abe Sylvia (AMICHE PER LA MORTE – Dead To Me, THE AFFAIR – UNA RELAZIONE PERICOLOSA, NURSE JACKIE – TERAPIA D’URTO), con cui aveva già lavorato in precedenza, per scrivere una sceneggiatura basata sul documentario. La produttrice Carmichael afferma: “Abe è uno sceneggiatore grandioso: avevamo già collaborato diversi anni fa, in un film diretto da lui. Quando mi sono unita a Freckle Films, Rachel e Jessica avevano già scelto Abe per scrivere la sceneggiatura. Per me è stato fantastico ritrovarlo in questo film. Aveva già delle idee molto chiare sul modo in cui trasformare il documentario  The Eyes of Tammy Faye (2000), diretto da Fenton Bailey e Randy Barbato,  in un film narrativo che potesse raccontare quattro decenni della vita di Tammy Faye”. 

Mentre lavoravano a un altro progetto con il regista Michael Showalter (THE BIG SICK – IL MATRIMONIO SI PUÒ EVITARE…L’AMORE NO, SEARCH PARTY), Chastain e Carmichael si sono rese conto che sarebbe stato la persona perfetta per dirigere Gli Occhi di Tammy Faye. Poiché fino a quel momento aveva diretto principalmente film comici, le due erano curiose di scoprire cosa sarebbe stato capace di apportare alla sceneggiatura di Sylvia.

Showalter afferma: “Stavo lavorando a un progetto differente con Jessica e Kelly. Conoscevo la figura di Tammy Faye da quando ero adolescente, quindi ero entusiasta del progetto. Ho adorato la sceneggiatura e ho illustrato a Jessica e Kelly la mia visione e l'atmosfera che il film avrebbe dovuto avere secondo me. Era una combinazione di molte cose che amo: umorismo, dramma, sesso, criminalità e controversie di tutti i tipi, dunque era anche una grande storia, oltre ad avere un enorme potenziale cinematografico. Fu un evento culturale molto importante che colpì tante persone. Mi sono totalmente innamorato dei personaggi, dei loro lati positivi e anche di quelli negativi. Ero entusiasta di dare vita a questa storia”.

Chastain è rimasta colpita dalla sicurezza mostrata da Showalter nel dare forma alla storia, oltre che dalla sua giocosità. Il regista comprendeva perfettamente gli aspetti più leggeri del personaggio di Tammy Faye, e si è reso conto che ogni elemento della storia era caratterizzato da elementi sia drammatici che comici. “Ci inviavamo a vicenda storie su Tammy Faye”, aggiunge Chastain. “Mi sono resa conto che Michael la amava proprio come la amavo io. Michael ha un senso di giocosità, mentre io e Andrew Garfield, che interpreta Jim Bakker, siamo molto meticolosi. Svolgiamo ricerche approfondite e siamo molto seri, quindi essere diretti da una persona come Michael ci ha reso più giocosi, e questo ha funzionato alla perfezione per i personaggi di Tammy e Jim”. 

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Gli Occhi di Tammy Faye, il trailer del film con Jessica Chastain

IL LOOK E L’ATMOSFERA DE GLI OCCHI DI TAMMY FAYE

I vibranti elementi visivi che caratterizzarono la vita di Tammy Faye sono fondamentali per raccontare la sua storia. Tammy Faye era un'esplosione di colori in un'era piena di uomini arcigni e bigotti che indossavano completi scuri. Non somigliava a nessun altro telepredicatore dell’epoca e le sue parrucche stravaganti e il suo make-up luccicante divennero il suo biglietto da visita tanto quanto la sua compassione e la sua dedizione nell'amare e accettare il prossimo. Showalter sapeva che questo linguaggio visivo doveva essere applicato anche all’intensa vita interiore di Tammy Faye, partendo dalla sua accettazione dello Spirito Santo nella chiesa pentecostale della sua giovinezza e culminando nel momento in cui raggiunse la mezza età e divenne dipendente dall’Ativan e dall'alcol. Lo stato emotivo di Tammy doveva passare continuamente dall'innamoramento più intenso alla disperazione più profonda, dall'estasi religiosa alle allucinazioni indotte dalla droga, e il direttore della fotografia Michael Gioulakis (IT FOLLOWS, NOI, GLASS) ha creato un linguaggio visivo per esplorare ognuno di questi stati d'animo. 

Per ricreare fedelmente alcune scene tratte dal programma televisivo di Tammy Faye e Jim o anche la loro intervista con Ted Koppel, Gioulakis ha costruito un universo metacinematografico in cui si passa armoniosamente da una telecamera all'altra. Anche nei momenti in cui bisognava ricreare le scene del programma fotogramma per fotogramma o ricostruire un evento iconico trasmesso in televisione, i filmmaker non volevano limitarsi a ricreare ciò che gli spettatori televisivi videro all'epoca, ma mostrare il punto di vista di una persona che osserva il mondo dei Bakker da vicino. Gioulakis ha lavorato a stretto contatto con Showalter per ricostruire le immagini, utilizzando un archivio vastissimo di filmati per le loro ricerche, dato che una larga parte delle vite dei Bakker venne trasmessa in televisione. Il documentario diretto da Fenton Bailey e Randy Barbato ha offerto un ulteriore punto di partenza e Showalter è riuscito a colmare gli spazi vuoti per formare una narrativa più stratificata ed esauriente.

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Jessica Chastain si trasforma in Tammy Faye

Per ricreare i lineamenti, i capelli e l'iconico trucco permanente di Tammy Faye, Chastain si recava ogni giorno alla roulotte del trucco alle 3:30 del mattino per dare inizio alla sua trasformazione fisica. Proprio come il body impiegato dal reparto costumi, le protesi facciali hanno aiutato Chastain a sparire nel ruolo.

La make-up artist Linda Dowds (LA MADRE, TRUE DETECTIVE, X-MEN: DARK PHOENIX) e la hair stylist Stephanie Ingram (X-MEN: DARK PHOENIX, IT, MOLLY’S GAME, CRIMSON PEAK) lavoravano spesso insieme per portare a termine il look di Tammy.

“Lavoro con Linda e Stephanie dal 2011”, afferma Chastain. “Senza di loro non avrei potuto interpretare questo ruolo”.

Sia Dowds che Ingram hanno svolto ricerche approfondite per assicurarsi che la Tammy Faye interpretata da Chastain fosse fedele alla sua controparte reale. Il risultato è stato talmente accurato da lasciare a bocca aperta la figlia di Tammy Faye, Tammy Sue, quando ha visitato il set.

Ingram ha realizzato dieci parrucche fatte su misura per Tammy Faye. Spesso, ha unito in modo elaborato due parrucche diverse per creare la spettacolare capigliatura multistrato, vaporosa e mechata per cui Tammy Faye viene ricordata. Altre parrucche sono state invece costruite per svelare una seconda parrucca o una calotta che ricopriva i capelli di Chastain per simulare una testa calva, così da mettere in luce la graduale perdita di capelli di Tammy Faye nel corso degli anni.

Dowds è arrivata addirittura a procurarsi del make-up risalente a ogni periodo storico di cui doveva occuparsi. Alcuni di questi trucchi, capaci di definire un'intera epoca, non sono più in produzione, ma erano talmente legati all'immagine di Tammy Faye nel corso degli anni che, secondo la truccatrice, qualsiasi imprecisione avrebbe potuto distrarre il pubblico. Ingram ha notato che, proprio come il suo guardaroba, il make-up di Tammy Faye cambiava a seconda degli eventi della sua vita.

“Il make-up divenne una sorta di maschera per Tammy. All'inizio, il suo volto è fresco e speranzoso”, afferma Dowds. “Scoprì che il make-up poteva trasformare il suo volto soltanto quando iniziò ad apparire in televisione, e a quel punto cominciò a impiegare una dose maggiore di trucco per gli occhi e fard.  Ma per quasi tutti gli anni Ottanta, continuò a utilizzare colori più chiari”.

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