Illusioni Perdute, arriva al cinema il film basato sul romanzo di Honoré de Balzac

Cinema

Arriverà nelle sale con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection dal 30 dicembre - e in anteprima dal 23 dicembre a Roma, Milano, Torino, Bologna - l'opera cinematografica che ha incantato pubblico e critica all’ultima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia

Tratto dal capolavoro di Honoré de Balzac, La Commedia umana, Illusioni perdute è diretto dal regista Xavier Giannoli che firma un film ambientato nella Francia del 1820 dalle tematiche e dai toni straordinariamente contemporanei. Una commedia umana con un cast eccezionale tra cui il protagonista Benjamin Voisin, Xavier Dolan, Vincent Lacoste, Cécile de France e Gérard Depardieu che, grazie ad I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, arriverà nelle sale italiane dal 30 dicembre. Ricco di quei valori produttivi che hanno fatto grande l’arte cinematografica, dalle scenografie ai costumi, alla perfetta ricostruzione della Parigi del 1821, l’opera di Giannoli racconta la nascita della società dello spettacolo e della comunicazione di massa: dalle fake news alle baruffe sui social media, si scopre di vivere in un mondo non così dissimile da quello del capolavoro della letteratura francese, con le sue ambizioni, i suoi inganni, i suoi scandali. 

La trama di Ilusioni perdute

Lucien è un giovane poeta in cerca di fortuna. Nutre grandi speranze per il suo futuro ed è deciso a prendere le redini del proprio destino abbandonando la tipografia di famiglia e tentando la sorte a Parigi sotto l’ala protettrice della sua mecenate. Rifiutato dalla società aristocratica parigina per le sue umili origini e la sua relazione pericolosa con la baronessa, si ritrova solo, senza un soldo, affamato e umiliato e cerca vendetta scrivendo articoli controversi. Nella Parigi tanto ambita, trova un mondo cinico dove tutto – e tutti – possono essere comprati e venduti.

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Le parole del regista Xavier Giannoli

Ho scoperto il romanzo quando avevo circa 20 anni, praticamente l'età di Rubempré. Stavo studiando Lettere e ho avuto la fortuna di avere un insegnante di nome Philippe Berthier, diventato da allora un grande specialista de La Commedia Umana. Ho frequentato la Sorbona per stare nel quartiere dei cinema. Non sapevo ancora come ma volevo dedicarvi la mia vita. Tutto si ricollegava al cinema, in un modo o nell'altro...

Allora ho cominciato ad accumulare note, riferimenti visivi, studi di critici marxisti o, al contrario, di esteti reazionari, poichè i critici di ogni schieramento avevano rivalutato Balzac. E per quanto mi ricordi, ho sempre avuto l'idea di fare un adattamento cinematografico delle Illusioni. Ma non voglio colorare le immagini del romanzo, plagiare goffamente la narrazione in un adattamento accademico. L'arte si nutre di ciò che brucia. Il cinema è per natura la trasfigurazione di una realtà o di un libro. Altrimenti a che serve?

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