Dopo la director’s cut di Sylvester Stallone potrebbe esserci spazio per uno sguardo approfondito sulla vita di Ivan Drago? Qualcosa era stato mostrato in Creed II e il pubblico aveva apprezzato
Dolph Lundgren, il celebre attore svedese che ha interpretato Ivan Drago nella saga di Rocky, apre a un possibile spin-off. Una pellicola dedicata al pugile russo, tra passato roseo e presente devastante.
Ad oggi si tratterebbe di uno dei tanti progetti in fase di discussione ma i fan sperano possa realizzarsi. Se Dolph Lundgren è arrivato a svelare tale news, potrebbe esserci qualcosa sotto di concreto. Ecco le sue parole: “Attualmente ci sono delle discussioni nella MGM circa la realizzazione di un intero spin-off dedicato a Ivan Drago. Magari potrebbe effettivamente esserci qualcosa”.
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L’ultima volta che si è visto Lundgren prendere parte alla saga è stato in Creed II, spin-off dedicato al figlio di Apollo Creed, Adonis, interpretato da Michael B. Jordan. Questi si era ritrovato sul ring con Viktor Drago, pronto a riportare in auge il nome della sua famiglia dopo la clamorosa sconfitta di suo padre contro Rocky Balboa. Gettare luce sul presente difficile di padre e figlio in Russia è stata una mossa vincente. Il pubblico vorrebbe saperne di più.
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Ma chi era Ivan Drago?
Ivan Drago era l’antagonista principale nel film Rocky IV del 1985, scritto, diretto e interpretato da Sylvester Stallone. Il personaggio compare anche in alcuni spezzoni di archivio in Rocky V e Rocky Balboa.
Nel film il pugile russo uccise Apollo Creed. Questo episodio portò al celebre incontro tra Drago e Rocky. Curioso è il fatto che durante le riprese del film lo scontro tra Stallone e Lundgren sia stato abbastanza reale, tanto da mandare in ospedale Stallone, che successivamente commentò così l’accaduto: “Quando nel primo round mi ha mandato al tappeto era tutto vero. Mi ha polverizzato, e non l’ho notato subito, ma durante la notte il cuore mi si è gonfiato. Aveva contuso il mio pericardio, che è un qualcosa che succede quando il cuore colpisce il petto. Un po’ come quando durante un incidente stradale il petto colpisce il volante. La pressione del cuore mi era salita a 260, e mi hanno detto che stavo per morire”.