La 61.ma edizione del premio cinematografico, assegnato da 50 giornalisti della stampa estera accreditata, ha visto protagoniste Emma Dante, Donatella Finocchiaro e Simona Malato con il film "Le Sorelle Macaluso" e Kim Rossi Stuart premiato come miglior attore per "Cosa Sarà". Daniele Luchetti con “Lacci” si aggiudica il riconoscimento per la miglior regia. Speravo de mori’ prima” premiata come Migliore Serie TV
Una festa per tutto il Cinema italiano quella che si è appena svolta nella sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. Dopo lo stop dovuto alla pandemia, il Globo d’Oro è tornato in presenza con una suggestiva e sentita cerimonia che ha visto coinvolte numerose personalità del cinema della musica e della cultura.
È stato uno spettacolo vero e proprio, reso possibile grazie alla direzione artistica di Claudio Lavanga e Alina Trabattoni, e la regia di Antonio Centomani, inaugurato da un breve concerto per pianoforte del maestro Pericle Odierna, il compositore che si è aggiudicato il riconoscimento come Miglior Colonna Sonora nel 2020, e a cui è seguito un contributo video dedicato ai vincitori della scorsa edizione.
«Abbiamo avuto uno stop, è vero - hanno spiegato i due emozionati conduttori, Alina Trabattoni e Claudio Lavanga, direttori artistici del premio - ma il grande cinema non si è fermato. L’elevata qualità dei lavori giunti ha dimostrato che l'industria cinematografica ha davvero tanto da dire e merita sempre di più di essere ascoltata, e guardata».
Speravo de morì prima, miglior serie tv
L’atteso premio internazionale è stato assegnato da una giuria di più di cinquanta corrispondenti dell’Associazione Stampa Estera in Italia, presieduta da Alina Trabattoni, di Eurovision, e Claudio Lavanga, di NBC NEWS, in sedici categorie che sono state aperte con la consegna della prima statuetta a “Paradise, una nuova vita”, di Davide Del Degan, che riceve il riconoscimento come Miglior Opera Prima salendo sul palco insieme a Vincenzo Nemolato e Giovanni Calcagno.
Sono i saluti del Presidente dell’Associazione della Stampa Estera in Italia, Maarten van Aalderen, che hanno accompagnato il premio al Miglior Cortometraggio, “La Stanza più fredda”, ritirato da Francesco Rossi, il regista, Silvia Groppa e Andrea Santonastaso. E sulla linea dell’indagine, è seguito il Miglior Documentario, un’opera che ha lasciato il segno, “Veleno” di Hugo Berkeley, che ritira il premio insieme a Pablo Trincia e Ettore Paternò.
Un momento di grande intensità che è stata alleggerita dalla premiazione di una delle serie più brillanti degli ultimi anni, “Speravo de mori’ prima”, che si aggiudica la Migliore Serie TV e che ha visto ritirare il premio Luca Ribuoli, Gianmarco Tognazzi e Stefano Bises.
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Dalla miglior colonna sonora alla miglior commedia
Il video di Nora Stassi, la Giovane Promessa, che non ha potuto presenziare alla serata, precede la premiazione della Migliore Colonna Sonora a Mattia Carratello e Stefano Ratchev, per “Padrenostro”. Nel tempio della musica, l’Auditorium, la celebrazione dell’arte di Euterpe raggiunge il suo momento più alto con l’omaggio del maestro Andrea Morricone, figlio del compianto premio Oscar Ennio, che ha eseguito sul palco per ricordare l’opera paterna, pietra miliare per il cinema italiano e mondiale.
Un crescendo di emozioni sublimate dalla musica e culminate con una statuetta a sorpresa alla giornalista Elizabeth Missland, Globo d'Oro della Giuria, non solo per essere stata uno dei giurati più attivi, ma anche per il grande impegno e la dedizione che negli anni ha sempre dedicato al premio. Decisamente una statuetta dopo l’altra: la Miglior Fotografia, a Daniele Ciprì per "Il cattivo poeta"; la Migliore Sceneggiatura, per il film “Governance”, firmata da Michael Zampino, Heidrun Schleef e Giampaolo Rugo, fino alla Migliore Commedia, che ha visto sul palco il regista Sydney Sibilia per “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose”, che ritira il premio insieme al produttore Matteo Rovere.
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Le sorelle Macaluso miglior fillm
La serata non ha risparmiato sorprese, come il divertente sketch del duo Le Coliche, formato dai fratelli Claudio e Fabrizio Colica, o come il nuovo riconoscimento che punta a diventare una tradizione, il Globo Italiani nel Mondo, che va all’acclamato “Miss Marx” e per cui la regista, Susanna Nicchiarelli, ha inviato un video di ringraziamento. Ma è stato Renato Pozzetto, con la sua affabile simpatia, a riportare in Italia il premio, con il riconoscimento del Gran Premio della Stampa Estera, per “Lei mi parla ancora”. E poi con uno dei registi più iconici della storia del cinema nazionale, Giuliano Montaldo, che ha ritirato il Premio alla Carriera.
Ultimi ma non meno importanti, gli attesi premi ai Miglior Attori che ha visto salire sul palco per la seconda volta premiato nella categoria maschile, Kim Rossi Stuart, con la sua interpretazione in "Cosa sarà”; e poi l’ex aequo nella categoria femminile a Donatella Finocchiaro e Simona Malato, protagoniste del film “Le Sorelle Macaluso”, di Emma Dante, che si aggiudica il premio come Miglior Film. Mentre è Daniele Luchetti con “Lacci” a chiudere la fortunata serie con la statuetta alla Migliore Regia.
Una serata senza esclusioni di colpi, con due emozionati conduttori che hanno atteso oltre un anno per ritornare a premiare i protagonisti del grande schermo, e con un comitato trepidante di ritrovarsi in sala, seduti gli uni accanto agli altri, e lasciare che la magia del cinema si compia ancora una volta.
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Migliore Film
Le Sorelle Macaluso
Migliore Regia
Daniele Luchetti – Lacci
Migliore Sceneggiatura
Michael Zampino, Heidrun Schleef, Giampaolo Rugo – Governance
Migliore Fotografia
Daniele Ciprì – Il Cattivo Poeta
Migliore Colonna Sonora
Mattia Carratello & Stefano Ratchev – Padrenostro
Migliore Attore
Kim Rossi Stuart – Cosa Sarà
Migliore Attrice
Donatella Finocchiaro – Le Sorelle Macaluso
Migliore Attrice
Simona Malato – Le Sorelle Macaluso
Migliore Commedia
L’incredibile Storia dell’Isola delle Rose
Gran Premio della Stampa Estera
Renato Pozzetto
Globo d’Oro alla Carriera
Giuliano Montaldo
Premio Italia nel Mondo
Miss Marx
Opera Prima
Paradise, una nuova vita