Ai confini del male, la recensione del film Sky Original

Cinema

Paolo Nizza

Edoardo Pesce e Massimo Popolizio a caccia di un serial killer. Un inquietante e riuscito thriller diretto da Vincenzo Alfieri. In prima tv assoluta, il 1° novembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile On Demand. La recensione di Mister Paura

“Macbeth uccide il sonno! ... il sonno innocente, il sonno che ravvia il filaticcio arruffato delle umane cure, che è la morte della vita d'ogni giorno, il bagno ristoratore del duro travaglio, il balsamo delle anime afflitte”. Le parole tratte dalla celebre tragedia di Shakespeare sono l’epigrafe ideale per introdurci nel mondo oscuro e pericoloso di Ai Confini del male. Nessuno riposa il sonno dei giusti in questa crime story che centrifuga con perizia e stile capolavori come la serie True detective e titoli del calibro di Seven di David Fincher e Prisoners di Denise Villeneuve.

Il film Sky Original diretto da Vincenzo Alfieri e tratto dal romanzo Il Confine di Giorgio Glaviano (edito da Marsilio Editore) è un viaggio al termine della notte. Un thriller che gioca a rimpiattino con gli stilemi del genere. Una pellicola in cui le ossessioni mangiano l’anima dei protagonisti.

AI CONFINI DEL MALE , LA RECENSIONE DI MSTER PAURA

Un viaggio ai confini del male

Da un vecchio film trasmesso dalla tv, un predicatore lancia il suo anatema: “I peccatori sono destinati a bruciare per l’eternità nelle fiamme dell’inferno”. Ma tra il piccolo schermo e la realtà c’è una voragine. Un abisso che guarda quelli che lo hanno guardato per troppo tempo. Sicché non è un caso che sia un orologio ad aprire i titoli di testa del film. Le lancette scandiscono sia l’ora del carnefice, sia quella della vittima. Solo che il male spesso non ha confini. È una zona sismica, un territorio in continua mutazione. Non bastano le sbarre di una prigione a determinare chi è innocente e chi, invece, è colpevole. Così il fuoco che abbacina il rave che dà il via all’intera vicenda non ha nulla di salvifico.  Forse per questo la pellicola si chiude sulle note di Burn, l’epocale brano dei Cure usato anche nella colonna sonora di Il Corvo. Magari non potrà piovere per sempre, però il senso di colpa è perpetuo. Un eterno incendio che nessuno può spegnere. Come il dolore per la perdita di qualcuno che hai amato e che sai che non ritornerà più. Una frustrazione riassunta nella battuta chiave del film: “Sono stanco di come vanno le cose rispetto a come dovrebbero andare”.

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Ai Confini del male, presentato il nuovo film Sky Original

Da Edoardo Pesce a Massimo Popolizio, il cast del film

Ai confini del male è un film dall’anima divisa in due.  Un perturbante Giano bifronte perfettamente rappresentato dai due protagonisti. Da una parte, abbiamo Edoardo Pesce (bravissimo) che veste i panni di Meda. Con la sua fisicità imponente, i suoi gesti istintivi, è un uomo perduto, un dannato che annega il proprio rimorso nel sesso a pagamento. Un tenente dei carabinieri, soprannominato “Cane Pazzo”. In realtà, è il mondo che lo circonda ad aver perso la bussola, tra gogne mediatiche e desideri di vendetta. Dall’altra c’è Rio, interpretato magnificamente da Massimo Popolizio. Un capitano dell’arma imprigionato nella sua uniforme. Un tutore dell’ordine, costretto a confrontarsi con il caos, con l’imperfezione umana e con gli affetti familiari. Ça Va Sans Dire, i due protagonisti sono le due facce della stessa medaglia. In questa partita doppia, in questo gioco di specchi, si palesano due figure femminili: Antonella, (Roberta Caronia), la moglie di Rio, soverchiata dalla personalità del marito e, soprattutto, Nevena. Interpretata da Chiara Bassermann, finalmente abbiamo in un film il personaggio di una ex prostituta credibile e dolente. Non il solito, corrivo stereotipo della mondana, ma una madre, disposta a tutto pur di scoprire dove si trova sua figlia.

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Ai confini del male, il trailer del nuovo film Sky Original

Vincenzo, il regista di Ai confini del male

In un film del 2021, attraversare i labirinti del male è affascinante e financo complesso. Soprattutto se si sceglie di rappresentarlo all’interno di un genere come il thriller associato al serial killer. Il rischio è quello di produrre un’esangue e sbiadita fotocopia, di perdersi in cliché più mortali dell’attacco del Minotauro. Ma il regista Vincenzo Alfieri (Gli Uomini d’oro) ha trovato l’esatto filo rosso per non perdersi nel dedalo del “già visto”. Pur giocando con gli archetipi del noir (dall’indomabile Femme Fatale al nobile depravato e facoltoso) l’opera è permeata da una forza evocativa non comune. La caccia all’orco, al mostro senza volto, si trasfigura in un’odissea nell’oscurità dell’animo umano. Tra i laghi e i boschi, la natura è il muto testimone di una disperata ricerca della verità. Solo che come scriveva George Santayana in L’ultimo puritano“La verità è una cosa terribile. È molto più oscura, più triste, più ignobile, molto più inumana, e ironica di quanto la maggior parte di noi è disposta ad ammettere o perfino a sospettare!”

Ai confini del male, la trama

Ecco la sinossi del film Sky Original prodotto da Fulvio e Federica Lucisano. Una produzione Italian International Film – Gruppo Lucisano e Vision Distribution.

Meda e Rio. Due uomini, due carabinieri, due padri. Uno vittima delle proprie ossessioni e psicosi da quando ha perso moglie e figlio in un incidente d’auto, l’altro un Capitano integerrimo, fiore all’occhiello dell’arma. Un vecchio male si risveglia in un paesino di 2.000 anime, un pazzo assassino. L’Orco, così lo definì la stampa dieci anni prima, quando rapì alcuni adolescenti torturandoli e uccidendoli. Ora è tornato, ma stavolta ha rapito il ragazzo sbagliato, il figlio del Capitano Rio.

Il Tenente Meda e il Capitano Rio, uno l'opposto dell'altro si ritroveranno a indagare sullo stesso caso. Ma ogni passo in più verso il mostro sarà per entrambi una discesa ulteriore nei gironi infernali della propria follia, fino alla verità finale, la più terribile, inaspettata e disperata possibile.

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