Il 14 ottobre 1926 veniva pubblicato il libro per ragazzi Winnie Puh, il primo ad avere per protagonista l’orsetto goloso che sarebbe stato al centro di numerosi adattamenti cinematografici e televisivi
A essere precisi, la sua prima apparizione risale al 1924, quando A.A. Milne riuscì a pubblicare la raccolta di poesie destinata ai ragazzi When We Were Young, il cui protagonista, si suggeriva, era il figlio dello stesso scrittore, Christopher Robin, e fra le cui pagine compariva il componimento Teddy Bear. L’orsacchiotto di pezza in questione si chiamava ancora Edward, ma sarebbe di lì a poco stato ribattezzato Winnie dal bambino.
Ma la prima di Winnie the Pooh da protagonista è di due anni più tardi, quando l’11 ottobre 1926 venne pubblicato il libro Winnie-ThePooh (in principio uscito in Italia con il titolo L’orsacchiotto Ninni Puf), destinato a regalare al suo autore fama imperitura e all’orsetto e ai suoi amici un posto nel cuore di tutti i bambini (e non solo).
In questi 95 anni, la fama di Winnie the Pooh è aumentata in maniera considerevole. Merito non solo della saga letteraria creata da Milne, ma anche dei tanti cortometraggi, film e serie animate create dalla Disney a partire da metà degli anni ’60. Di seguito un breve excursus sulle avventure su grande e piccolo schermo dell’orsetto così ingenuo da sfornare inaspettate perle di saggezza.
Winnie the Pooh, i film e le serie dedicati all’orsetto
Sul principio degli anni ’60 Walt Disney, in cerca di nuovi personaggi da proporre al grande pubblico, acquistò i diritti sui libri di A.A. Milne, molto amati dalle sue figlie. Il primo frutto di questa decisione fu il cortometraggio Winny-Puh l’orsetto goloso: Disney non era infatti sicuro che il protagonista, non ancora così noto, avesse la "forza" necessaria per tenere in piedi un intero lungometraggio.
Il corto in questione (peraltro l'ultimo prodotto sotto la supervisione di Walt, che sarebbe morto a dicembre dello stesso anno) venne distribuito in abbinamento al film live action del 1966 4 bassotti per 1 danese e, inutile dirlo, fu adorato dal pubblico. Nel 1968 la Disney realizzò quindi il “sequel” Troppo vento per Winny-Puh, mentre sei anni più tardi fu la volta di Tigro e Winny-Puh a tu per tu.
Questi tre cortometraggi (i primi due diretti da Wolfgang Reitherman, il terzo da John Lounsbery) costituiscono la “spina dorsale” di quello che sarebbe diventato, nel 1977, il primo lungometraggio dedicato all’ormai celebre orsetto, ovvero Le avventure di Winnie the Pooh, che integrava quanto già realizzato con alcune scene di raccordo e un finale ad hoc.
Il film narra le avventure (e disavventure) dell’orso di pezza Winnie the Pooh e dei suoi tanti amici, a cominciare dall’unico umano del gruppo, il giovane Christopher Robin, passando per il pavido maialino Pimpi, lo straripante Tigro, l’asino depresso Ih-Oh, il gufo brontolone Uffa e mamma e figlio canguri Kanga e Roo.
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Winnie The Pooh e la Regina Elisabetta II, il video per il compleanno
Tra scontri con alveari pieni di api, diete forzate e terribili tempeste, le vicende dell’orsetto goloso di miele mise d’accordo pubblico e critica, dando vita a uno dei franchise più longevi di casa Disney. Curiosamente, in Italia il film saltò l’uscita cinematografica e approdò solo molti anni più tardi in home video (il che non impedì all’orsetto di diventare una celebrità anche qui da noi).
Il 1983 vide il ritorno di Winnie the Pooh nel cortometraggio Il compleanno di Ih-Oh, subappaltato dalla Disney alla Rick Reinert Productions e abbinato a una riedizione de La spada nella roccia. E cinque anni più tardi, nel 1988, l’orso creato da Milne debuttò su piccolo schermo nella serie tv animata Le nuove avventure di Winnie the Pooh. La serie andò avanti per ben quattro stagioni, per un totale di cinquanta episodi, e in Italia fu in un primo momento distribuita solo in home video, per arrivare in tv nei primi anni ’90.
Già con la serie animata, per ovvi motivi di insufficienza di materiale originale a cui attingere, la “saga” di Winnie si era allontanata dal materiale di Milne, ma lo strappo risultò ancora più evidente con il lungometraggio direct-to-video Winnie the Pooh alla ricerca di Christopher Robin, che pur riprendendo alcuni elementi del libro La strada di Puh, metteva in luce come ormai l’orsetto fosse diventato a tutti gli effetti una “creatura della Disney”.
Nel 1999 uscì un altro film direct-to-video, Winnie the Pooh: Tempo di regali, che univa alcuni episodi della serie tv con uno speciale televisivo, mentre l’anno successivo la Disney dedicò uno spin-off a uno dei personaggi più amati del franchise con T come Tigro… e tutti gli amici di Winnie the Pooh. Gli anni tra il 2001 e il 2005 videro invece uscire le due stagioni della serie animata Il libro di Pooh e i lungometraggi Buon anno con Winnie the Pooh, Pimpi piccolo eroe, Winnie the Pooh: Ro e la magia della primavera, Winnie the Pooh e gli Efelanti, Il primo Halloween da Efelante.
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Vi presento Christopher Robin: come è nato Winnie the Pooh
Dopo le tre stagioni, prodotte fra il 2007 e il 2010, de I miei amici Tigro e Pooh e dopo il lungometraggio del 2011 Winnie the Pooh – Nuove avventure nel Bosco dei 100 Acri, per l’orso e i suoi compagni si aprì un’altra stagione ancora: quella delle pellicole live action, inaugurata nel 2007 da Vi presento Christopher Robin di Simon Curtis, con protagonisti Domnhall Gleeson e Margot Robbie, in cui si raccontava la genesi del personaggio di Pooh e dei suoi amici, nati dalle storie che A.A. Milne era solito raccontare a suo figlio Christopher Robin e dai pupazzi di pezza di quest’ultimo.
Per finire nel 2019 è Marc Forster, regista di Monster’s Ball, Quantum of Solace e World War Z, a dirigere Ritorno al Bosco dei 100 Acri, con protagonista Ewan McGregor nei panni di un Christopher Robin ormai adulto e disilluso, alle prese con il ritorno del suo vecchio amico Winnie the Pooh. Ben accolto da pubblico e critica, il film è stato candidato agli Oscar per i migliori effetti speciali, grazie alle versioni in CGI dell’orsetto e dei suoi amici.
Si tratta dell’ultima volta di Winnie the Pooh su grande e piccolo schermo? Probabilmente no, anche perché la golosa bestiola partorita dall’immaginazione di A.A. Milne è tutt’oggi nei cuori del pubblico, per cui è probabile che la Disney decida di tornare a raccontare le sue avventure anche nel futuro prossimo.