Disneyland, David Gordon Green dirige film sulla nascita del mitico parco dei divertimenti
CinemaIl regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense che ha appena firmato la regia di “Halloween Kills” sarà dietro alla cinepresa della pellicola che racconterà la genesi di un mito: il parco divertimenti più famoso del mondo, inaugurato nel 1955. Quest’opera spiegherà come è nato uno dei simboli di Walt Disney e, ovviamente, verrà prodotta “in casa”, ossia da Disney stessa
David Gordon Green, il regista che ha firmato il recente “Halloween Kills” (presentato fuori concorso alla 78ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia lo scorso 9 settembre), dirigerà il film sulla nascita di Disneyland.
È il suo il nome che comparirà sulla sedia da director della pellicola che ripercorrerà le varie tappe della genesi di un mito, ossia del parco di divertimenti più famoso del mondo. Dalla sua progettazione fino all'inaugurazione - avvenuta nel 1955 - e oltre, quest'opera cinematografica racconterà come è nato uno dei simboli di Walt Disney.
Chiaramente si tratta di una produzione fatta “in casa”, ossia prodotta dalla stessa Disney.
Non si sa ancora se si tratterà di una pellicola distribuita in streaming oppure di un film che uscirà (prima) al cinema. Sicuramente sarà (prima o poi) disponibile sulla piattaforma streaming Disney+ (visibile anche su Sky Q e tramite la app su Now Smart Stick).
La Casa di Topolino ha scelto il regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense per farsi raccontare.
Il regista abbandona (temporaneamente) l’horror
Per lui significherà abbandonare per un po' quel genere filmico che ultimamente si era trovato a dirigere. Ricordiamo infatti che la nuova trilogia del mitico Halloween ha avuto (e avrà ancora, dato che manca un film dei tre annunciati: nel 2022 arriverà Halloween Ends) come regista proprio lui, con una saga reboot che è stata apprezzata da tutti i fan di questa epopea che ha scritto la storia del cinema.
Il 9 febbraio 2017 è strato lo stesso John Carpenter ad annunciare l'uscita di un nuovo film della saga, scritto da David Gordon Green assieme a Danny McBride e diretto da David Gordon Green.
La pellicola (uscita l’anno dopo, nel 2018) è un sequel del primo Halloween e ignora tutti gli altri sequel.
Jamie Lee Curtis interpreta ancora una volta Laurie Strode e John Carpenter torna a comporre la soundtrack.
Il secondo capitolo di quella che sarà una saga in tre atti firmata da David Gordon Green è quello intitolato “Halloween Kills”, presentato fuori concorso alla 78ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia il 9 settembre 2021. Verrà distribuito nei cinema statunitensi a giorni, a partire dal 15 ottobre, mentre nelle sale italiane arriverà il 21 ottobre.
Dopo questa sua parentesi horror (ma si attende il terzo capitolo, quindi la parentesi non è assolutamente da considerarsi chiusa), il regista si approccerà a questo progetto assai particolare.
Cimentarsi con la storia di Disneyland è infatti una sfida per qualsiasi regista: si tratta della location numero uno della spettacolarità, essendo il parco giochi tematico di alcuni tra i lungometraggi più famosi della settima arte (quelli delle favole su grande schermo firmate Walt Disney, appunto).
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Il film
La pellicola dedicata alla nascita di Disneyland verrà
scritta da Even Spiliotopoulos, un nome che già appartiene alla grande
famiglia disneyana dato che ha già lavorato alla versione
cinematografica live-action de “La bella e la bestia” (uscita nel 2017 e
la cui sceneggiatura è stata curata da lui assieme a Stephen Chbosky).
Nessun nome invece è stato ancora fatto per quanto riguarda il cast. Tuttavia, trattandosi di un film molto importante per Disney perché racconta la creazione del “posto più felice della terra” da parte di Walt Disney, sicuramente verranno coinvolte star di Hollywood molto famose, c'è da scommetterci…
Non si tratta del primissimo lungometraggio dedicato
alla storia della Disney: prima di questo, infatti, è uscito “Saving Mr.
Banks”.
Quest'ultimo è il film del 2013 diretto da John Lee Hancock e
interpretato da Emma Thompson (nel ruolo di Pamela Lyndon Travers) e
Tom Hanks (nel ruolo di Walt Disney), liberamente ispirato alla reale
vicenda di come Walt Disney ha ottenuto i diritti del romanzo “Mary
Poppins” dall'autrice australiana dopo vent'anni di pressanti richieste.
Anche per quanto riguarda
“Saving Mr. Banks”, a produrre c’era Walt Disney Pictures (assieme a
BBC Films, Ruby Films, Essential Media & Entertainment e Hopscotch
Features). E se allora nel cast comparivano mostri sacri di Hollywood
del calibro di Emma Thompson e Tom Hanks, anche questa volta aspettiamoci nomi così grandi...
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La storia del parco di divertimenti: l’idea
Disneyland è il parco di divertimenti più famoso del mondo, così celebre da essere diventato ormai "Il Parco", il parco di divertimenti per antonomasia.
Venne inaugurato nel 1955 ed è stato il primo di una serie di 20 parchi, localizzati in tutto il globo.
Il primissimo Disneyland (o Disneyland Park) è stato l'unico ad aver avuto l’onore di essere inaugurato da Walt Disney in persona. Si trova ad Anaheim, nella periferia di Los Angeles.
L'idea di aprire un parco divertimenti del genere è venuta proprio a Walt Disney, mentre stava visitando Griffith Park, a Los Angeles, tra la fine degli anni '30 e l'inizio degli anni '40.
Il famoso "patriarca" della casa di produzione più celebre della terra era assieme alle sue figlie, Diane e Sharon. Mentre era seduto su una panchina, le osservava andare sulla giostra dei cavalli. Proprio in quel momento si domandò perché nei parchi di divertimento potessero divertirsi soltanto i bambini, con gli adulti in disparte, seduti a guardarli. Nacque così nella sua testa l'intuizione di un luogo in cui grandi e piccini possano divertirsi insieme.
La panchina su cui era seduto quel giorno al Griffith Park venne in seguito acquistata dalla Disney e oggi è esposta Disneyland, nella Opera House sulla Main Street USA.
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La costruzione del parco
La costruzione incominciò nel luglio del 1954. La promessa era quella di aprire il parco entro un anno, benché all'epoca una sfida del genere risultasse davvero impossibile. Il costo fu esorbitante: arrivò a superare i 17 milioni di dollari.
Hollywood definì quel progetto "Walt's Folly" ("la follia di Walt") e nell'aria si presagiva uno sgradevole odore di fallimento. Sgradevole per Walt Disney e per chi aveva investito in quel suo sogno, gradevolissimo invece alle narici dei suoi detrattori.
Walt Disney in persona visitava ogni giorno il sito di costruzione, offrendo direzione ma anche incoraggiamento. Ha trascorso molto spesso la notte in un appartamento privato situato sopra la caserma dei pompieri di Disneyland.
Sono stati 1.200 gli operai che hanno lavorato senza mai perdersi d'animo e senza mai perdere neppure quel ritmo serrato promesso al loro “capocantiere”, Walt. Incredibilmente il progetto è stato completato nei tempi previsti. Previsti da Walt e da chi ha creduto in lui, non dai detrattori.
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L’inaugurazione
“To all who come to this happy place: Welcome. Disneyland is your land. Here age relives fond memories of the past, and here youth may savor the challenge and promise of the future. Disneyland is dedicated to the ideals, the dreams, and the hard facts that have created America, with the hope that it will be a source of joy and inspiration to all the world”, queste le parole del discorso originale tenuto da Walt Disney il giorno dell’inaugurazione di Disneyland, avvenuta il 17 luglio 1955.
Tradotte in italiano come: “A tutti coloro che vengono in questo luogo felice: Benvenuti. Disneyland è la vostra terra. Qui l'età rivive i bei ricordi del passato, e qui i giovani possono assaporare le sfide e le promesse del futuro. Disneyland è dedicato agli ideali, ai sogni e ai fatti che hanno creato l'America, con la speranza che sarà una fonte di gioia e ispirazione per tutto il mondo”.
Di certo ascolteremo pronunciare queste parole nella pellicola che ricostruisce la storia di Disneyland...
La cerimonia d'inaugurazione, che durò 90 minuti, venne trasmessa in diretta televisiva sulla ABC (che era il terzo investitore del parco a tema).
Si stima che 70 milioni di persone - in un Paese di 165 milioni - fossero sintonizzate a guardare l'inaugurazione. Oltre a esserci Walt Disney come presentatore dello storico evento, c'era anche un’altra star a co-presentarlo: l’allora attore (e futuro presidente degli Stati Uniti) Ronald Reagan.
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Il cosiddetto “giorno nero" di Disneyland
Il giorno dell'inaugurazione è stato ribattezzato come il “giorno nero" di Disneyland.
Oltre ai 6000 invitati (circa) che erano stati previsti dall'organizzazione, riuscirono a entrare con biglietti di invito fasulli oppure scavalcando le recinzioni altre 22.000 persone. Il numero dei presenti arrivò a oltre 28.000 invitati, molti di più rispetto a quanti gli addetti potessero ricevere quel giorno.
L’evento creò ingorghi chilometrici sull’autostrada a causa di quell’affluenza enorme. All’interno del parco non si riusciva quasi a camminare e finirono presto le scorte di cibo. In più uno sciopero degli idraulici fece rimanere a secco le fontane del parco (anche se leggenda vuole che sia stata una trovata per far vendere più Pepsi, uno degli sponsor del parco divertimenti).
Molte delle attrazioni erano ancora chiuse oppure in costruzione, in alcuni punti la vernice era fresca, con gli operai ancora intenti a finire di dipingere le giostre.
E improvvisamente una fuga di gas costrinse alla chiusura anticipata di alcune parti del parco, con il risultato che i tantissimi ospiti dovettero ammassarsi in spazi ancora più ristretti.
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L'apertura al pubblico
In quel giorno il parco venne stroncato dai giornali dell'epoca ma alla fine siamo ancora qui, oggi, a parlarne come uno dei luoghi più mitici e importanti sia livello storico sia livello sociale sia a livello culturale della storia del Novecento.
Però gli stessi manager della Disney, negli anni seguenti della rosea carriera della loro compagnia, si riferiranno a quel giorno dell'inaugurazione con l'espressione “Black Sunday”.
È stato poi il 18 luglio, il giorno successivo alla "domenica nera" dell'inaugurazione, la data in cui il parco venne aperto ufficialmente al pubblico. Le persone erano fuori dai cancelli già durante la notte, attendendo con ansia di entrare a Disneyland.
Ad acquistare simbolicamente il biglietto numero uno fu Roy Disney, il fratello di Walt. Il resto è storia. Anzi: tutto quanto è storia, non soltanto il resto.