Presentato il biopic in arrivo su Netflix il 26 maggio (e visibile anche attraverso Sky Q): oltre al cast è intervenuto anche l'ex fuoriclasse della Nazionale, e alla fine si è collegato Diodato
Si è svolta oggi la conferenza stampa di presentazione de Il Divin Codino, il biopic Netflix su Roberto Baggio che è tra i titoli più attesi di questa primavera. Oltre al cast, alla regista Letizia Lamartire e ai produttori del film, era presente anche Roberto Baggio – il che è già una notizia, vista la nota ritrosia davanti ai microfoni del fuoriclasse ex Inter, Juventus e Milan. Naturale che fosse lui a rubare la scena, parlando non tanto di calcio ma della sua vita privata e in particolare del rapporto con la sua famiglia, su cui è incentrata parte del film (“un film che fosse per me non avrei fatto, mi vergognavo, pensavo che non fosse così interessante: mi ha convinto il mio manager Vittorio Petrone”).
“All'inizio vedevo mio padre come un nemico, ma è stata invece la base per non mollare mai: ho una grande gratitudine verso di lui", ha commentato Baggio, oggi 54enne. “A volte non capiamo l'amore e la protezione dei nostri genitori, diventano i nostri nemici, ma con il tempo questi nodi si vanno a sciogliere: tante persone che conosco hanno avuto e hanno problemi di relazione con i genitori, la speranza è che si ricompongano”. E poi ha raccontato anche le origini del suo iconico codino: "E' nato per gioco: in hotel c'era una cameriera di colore con delle treccine stupende, mi complimentai e lei dopo due ore era lì che mi faceva le treccine. Poi quando i capelli divennero molto lunghi mi sono limitato a un elastico, ma non ho mai pensato che quel codino mi avrebbe rappresentato". Alla richiesta di individuare un suo erede nel calcio di oggi non si è invece sbilanciato: "Non mi piace la definizione di erede, la usavano anche per me, oggi ci sono tanti giocatori che hanno solo bisogno della fiducia per tirare fuori le loro qualità. La fiducia è importante nel calcio come nella vita".
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Era presente anche l'attore protagonista Andrea Arcangeli, già visto in “Romulus”, che per interpretare Baggio ha dovuto sottoporsi a un faticoso lavoro fisico e mentale, senza scivolare nella tentazione della facile imitazione. “Sono partito da cose tecniche, gli allenamenti, la parlata, poi ho studiato tutto il materiale di repertorio. Poi ho capito che Roberto stesso era la chiave per interpretarlo: dentro di lui c'era un forte nucleo emotivo, è un uomo felice all'interno di sé stesso, ha sempre una casa dove tornare". E alla fine si è collegato anche Diodato, autore della canzone L'uomo dietro il campione che fa da colonna sonora al film: “Roberto, voglio dirti che mi hai regalato tante emozioni e non era facile scrivere una canzone per te. Mi sono lasciato ispirare dalle emozioni che mi hai trasmesso da bambino”. Il film uscirà su Netflix (e sarà disponibile anche attraverso Sky Q) dal 26 maggio.