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"Morrison": musica e amicizia secondo Federico Zampaglione. VIDEO

Cinema

Denise Negri

Il frontman dei Tiromancino, già regista di alcuni film, mette da parte la sua passione per l'horror e torna dietro la macchina da presa per raccontare una storia in cui amicizia, musica e passioni sono le vere protagoniste. Arriva in sala una pellicola corale tratta dal suo ultimo libro.

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Una storia di passioni condivise (in questo caso per la musica) ma anche di sogni, fallimenti e vertigini.

Federico Zampaglione presenta “Morrison”, pellicola che arriva al cinema dal 20 maggio. Il film è tratto dal libro uscito nel 2017 e scritto proprio da Zampaglione insieme a Giacomo Gensini “Dove tutto è a metà”.

La storia è quella di un ragazzo, Lodo, che ha un grande sogno: sfondare con la sua band musicale. Sulla sua strada incontrerà Libero, ex rockstar in lento ma inesorabile declino: tra di loro si creerà un rapporto speciale in cui entrambi impareranno qualcosa di se stessi e della vita.

Nel cast troviamo Lorenzo Zurzolo, Giovanni Calcagno, Carlotta Antonelli e Giglia Marra.

 

LE PAROLE DEI PROTAGONISTI

 

"Ho raccontato il mondo musicale che è quello che conosco meglio, dice Zampaglione, ma in ogni caso volevo arrivare al cuore della gente attraverso il racconto di aspettative, sogni, fallimenti, amicizie e amori tormentati o meno”.

“Mi piaceva l’idea, prosegue il regista, che l’energia di questi due musicisti si unissero per creare nuove situazioni”.

Lorenzo Zurzolo interpreta Lodo, questo ragazzo timido e innamorato segretamente della sua coinquilina che ha appunto il sogno di sfondare con la sua band che si esibisce in uno storico locale romano, il “Morrison”.

Un rapporto difficile con il padre con il quale non ha quasi nessun dialogo, lo porterà ad avvicinarsi a Libero, questo musicista un tempo famoso che condivide con lui non solo la grande passione per la musica ma anche la voglia di riscatto a cui entrambi ambiscono. “Lodo ha difficoltà a relazionarsi con chiunque, racconta il giovane attore, però con Libero si sente per la prima volta capito e accettato. Imparerà molto da questa relazione”.

Dello stesso avviso Giovanni Calcagno che dice “nonostante la differenza di età non c’è nessun gap generazionale tra Libero e Lodo, perché si “riconoscono” subito, sentono subito le stesse passioni”.

 

SINOSSI

 

Lodo ha vent’anni e vive le difficoltà della sua età, tra un difficile rapporto

con il padre e il tentativo di conquistare Giulia, la sua coinquilina di cui è follemente

innamorato. Si esibisce con i MOB, una band indie, in un leggendario locale

romano: il Morrison. Un giorno, casualmente, la strada di Lodo incrocia quella di

Libero Ferri, ex rockstar dalla carriera in stallo, che cerca di ritrovare il successo

ma finisce per chiudersi sempre di più in se stesso, trascurando la bella moglie

Luna e vivendo isolato nella sua lussuosa villa piena di ricordi.

Tra sogni, fallimenti, amicizia, amori tormentati e curiosi personaggi, il loro

incontro diventerà uno stimolo reciproco ad andare avanti, ma a tratti anche un

difficile confronto tra generazioni e modi di essere molto diversi.

 

NOTE DI REGIA

 

Federico Zampaglione, regista e frontman dei Tiromancino, parla del suo

ultimo film Morrison – tratto dal suo romanzo "Dove tutto è a metà" scritto insieme

a Giacomo Gensini – e girato in piena pandemia.

Parlando dalla fase di lavorazione del film Zampaglione ha dichiarato: “Ogni

giorno arrivavo sul set conscio che poteva essere il giorno in cui si sarebbero potute

fermare le riprese. Mi motivavo pensando che il film era stato fatto per impegnare

le persone, le maestranze, in un modo costruttivo, in un momento in cui l’arte sta

soffrendo tantissimo. Me lo ricorderò questo film, c’è voluto tanto coraggio e tanto amore per portarlo a termine, è stato un grido contro il buio. È servito sicuramente anche a me, per trovare qualcosa di positivo in cui impegnarmi durante quei lunghi mesi”.

Rispetto all’adattamento dal romanzo al film, Zampaglione ha spiegato che “nella stesura della sceneggiatura scritta con Giacomo Gensini abbiamo tentato di mettere in luce l’emotività dei personaggi e di focalizzarci sui punti più salienti della storia. Non ho mai chiesto agli attori di leggere il libro, ero convinto che ne sarebbero stati sviati dato che nel libro la trama è più complessa mentre nel film cerco di puntare tutta l’attenzione sugli aspetti emotivi”.

“Il film - racconta Zampaglione - descrive un confronto generazionale in cui il mondo dei giovani va a fare i conti con il mondo degli adulti; da questo incontro nascono diversi imprevisti, nel bene e nel male".

Parlando del suo lavoro di preparazione quotidiano al set, il regista racconta: “Quando lavoro cerco di essere molto preciso e cerco di arrivare sul set sempre con le idee chiare. Facevo le nottate per disegnare gli storyboard e la notte stessa mandavo i disegni al Direttore della Fotografia in modo che la mattina avesse già un’idea precisa su cosa sarei andato a fare”.

Zampaglione confessa anche come abbia vissuto questo film come una prima volta, essendo assolutamente distante dai suoi lavori precedenti che si rifacevano al cinema di genere dark e horror. Rispetto ai i film precedenti, il regista spiega: “Mentre nel cinema horror cerchi di portare lo spettatore verso atmosfere e stati d’animo di paura, qui ho dovuto affrontare sfaccettature molto diverse. In Morrison è stato fondamentale approfondire le relazioni tra i personaggi, le amicizie e gli amori, le vittorie e i fallimenti. In questo senso, mi sono rifatto molto alla mia musica. Ho trasposto in questo film un immaginario emotivo e umano che in passato avevo sempre evocato solo nei miei dischi”.

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