Gli zombie di Zack Snyder in "Army of the Dead". INTERVISTA

Cinema

Denise Negri

Da oggi è disponibile il nuovo film di Zack Snyder, un racconto che mischia più generi cinematografici, mettendo al centro della storia una Vegas infestata dagli zombie e una cassaforte da aprire con dentro 200 milioni di dollari.  Un film psichedelico e adrenalinico, come un videoclip. Ce lo ha raccontato il regista

Se qualcuno si fosse chiesto come stesse Zack Snyder dopo tutta la complicata vicenda di “Justice League” la risposta, o una delle tante plausibili, la si può trovare nel suo ultimo film. Insomma il regista statunitense originario di Green Bay e padre di otto figli, non ha perso lo smalto. Anzi.

A distanza di 15 anni da “L’alba dei morti viventi” torna con il suo tocco psichedelico e adrenalinico per parlare di zombie.

Il suo “Army of the dead” su Netflix dal 21 maggio e visibile anche tramite l'app Sky Q, (FOTO) è un perfetto “horror heist movie”, dove il “colpo grosso da tentare” è aprire una cassaforte in una Vegas infestata dagli zombie.

Un film con più livelli di storia in cui il cuore è inaspettatamente romantico, così come ha raccontato lo stesso Snyder.

Molto pulp e volutamente folle, i temerari mercenari attratti dai 200 milioni di dollari dovranno fare i conti con l'avidità o la voglia di riscatto.

Nel cast, tra gli altri Dave Bautista, che con un mitra in mano cercherà anche di mostrare il suo lato più tenero.

Ecco che cosa hanno raccontato entrambi del film.

INTERVISTA A ZACK SNYDER

E’ soddisfatto del lavoro fatto?

“Sono molto orgoglioso del film è stato incredibile realizzarlo e credo che ne sia venuto fuori un ottimo mix perché volevo fare un film che avesse più livelli di lettura e più storie. Ovviamente è un film sugli zombie in cui però troviamo anche alcuni aspetti sociali che emergono da questa apocalisse.

Volevo anche esplorare da un punto di vista cinematografico più di un genere, come l'"heist movie" cioè mettere un "colpo grosso" da fare.

Infine speravo che il cuore del film fosse comunque il dramma del rapporto tra questo padre e sua figlia in cerca di riconciliazione.

Sono stato molto felice perché credo che tutti questi aspetti si uniscano bene nel film.”

 

Crede che gli zombie esistano davvero?

"Metaforicamente si, esistono. Ma non credo che esistano concretamente.

Di fatto però siamo tutti zombie in alcuni momenti della nostra vita".

 

Bisogna essere coraggiosi o folli per decidere di entrare in un città infestata da zombie?

“Probabilmente devi essere più folle. I personaggi del film devono essere bravi a combattere e poi in effetti sono diciamo "spinti" dai soldi, cioè dal prendere quei 200 milioni di dollari nella cassaforte, quindi hanno una certa motivazione!

Alla fine comunque credo che si debba essere matti per fare una cosa del genere!”:

INTERVISTA A DAVE BAUTISTA

“Ho guardato il film sei volte e devo dire che mi piace molto, sono quasi un fan di Zack Snyder ormai! In genere non mi riguardo perché sono sempre molto critico con me stesso. Mi capita spesso che quando mi rivedo in un film per la prima volta non mi sento di essere stato bravo o all’altezza perché sono sempre il più grande giudice di me stesso. Quindi in genere riguardo i miei lavori più volte per cercare di vedermi con occhi diversi. Insomma più mi guardo più divento soddisfatto.

Ora sono sinceramente eccitato dal risultato e non vedo l'ora che la gente lo possa vedere. E' un film fantastico con mille cose che accadono. 

Mi risulta davvero difficile descrivere di cosa si tratti perché è completamente diverso da qualsiasi cosa io abbia visto in passato. Devo anche dire che guardando "Army of the dead" da fan, trovo che il finale sia così forte che ho avuto voglia che il film non finisse, che la storia continuasse ancora e ancora.”

 

Cosa le piace del suo personaggio?

“Una delle cose che mi hanno attirato del personaggio che dovevo interpretare era che fosse non solo un mercenario ma anche un uomo in cerca di redenzione attraverso il rapporto con sua figlia.

Zack mi ha dato molta libertà nel creare il personaggio. Mi è anche piaciuto il fatto che ci fosse una specie di "storia d'amore" in questa città infestata dagli zombie.

Un accenno, certo, ma capisci dalla chimica e dal linguaggio del corpo che due personaggi si amano, che sono attratti l'uno dall'altra.

E' stato importante per me, perché in genere non mi scritturano in film dove c'è anche spazio per i sentimenti e le emozioni, non mi chiedono di essere un amante o un padre, ecco! Quindi per me è stata una grandissima opportunità per uscire dagli schemi”.

 

Abbiamo fatto questa stessa domanda al regista. Secondo lei serve più coraggio o follia per sfidare una città di zombie?

“La risposta è entrambe! Si direi un pò di tutte e due le cose anche se credo si debba essere più folli che coraggiosi. Credo che in una situazione di disperazione fai di tutto pur di sopravvivere. A volte le emozioni però si incastrano e diventi un pò pazzo di fronte a un tale pericolo. Credo che il coraggio abbia più a che fare con la fiducia in se stessi ma a volte la disperazione e la follia hanno il sopravvento”!.

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