
1° Maggio, i film sui diritti dei lavoratori: da Sciopero! a Tutta la vita davanti
In occasione di questa fondamentale ricorrenza internazionale, ecco alcune delle pellicole che hanno raccontato meglio - tra lacrime, ma anche risate - quanto sia importante salvaguardare la dignità di tutti i lavoratori

Nel 1925 - lo stesso anno in cui uscì il suo capolavoro, il monumentale La corazzata Potëmkin - il regista sovietico Sergej Michajlovič Ėjzenštejn dirige Sciopero!, pellicola dai chiari intenti propagandistici, in cui non manca però di sperimentare con il linguaggio cinematografico. La storia è quella di un operaio che, nella Russia del 1912, viene ingiustamente accusato di furto dai proprietari della fabbrica e si impicca. I suoi compagni di fatica decidono così di organizzarsi e di scioperare in solidarietà nei confronti del lavoratore defunto (©Goskino)

Nel 1954 l'americano Herbert J. Biberman dirige Sfida a Silver City, una pellicola insolita per gli USA dell'epoca, in cui vengono chiamati a recitare veri minatori e il cui cast è in larga parte composto da messicano-americani. Il film, ispirato a un reale sciopero avvenuto nel 1951 nel New Mexico e girato in pieno periodo maccartista, suscitò numerose proteste e finì nel mirino dell'FBI perché ritenuto "propaganda comunista" (©Independent Productions)

Il crime drama di Elia Kazan, premiato con una pioggia di Oscar agli Academy Awards del 1955, vede un gigantesco Marlon Brando nel ruolo del portuale Terry Malloy. Per quanto il diritto al lavoro in sé non sia argomento del film, è chiaro come il regista abbia voluto raccontare le condizioni dei lavoratori portuali, costretti a venire a patti con un sistema marcio pur di potersi guadagnare da vivere (©Columbia)

Nel 1963 Mario Monicelli dirige I compagni, in cui, sul finire del XIX secolo, degli operai di una fabbrica organizzano uno sciopero dopo che i padroni si sono rifiutati di ridurre l'orario di lavoro, affidandosi a un "esperto in materia", il professor Sinigaglia, interpretato da un Marcello Mastroianni in forma strepitosa (©Paramount)

Con il suo La classe operaia va in Paradiso, del 1972, Elio Petri si aggiudicò il Grand Prix al Festival di Cannes. Nel film Gian Maria Volonté è Lulù, un operaio che per mantenere le due famiglie a carico lavora a ritmi sfiancanti, tanto da avere a mala pena la forza di arrivare a casa la sera. Questo almeno finché un incidente sul lavoro non gli fa prendere coscienza dello sfruttamento a cui lui e i suoi compagni sono sottoposti (©Euro International Film)

Nello stesso anno un altro maestro del cinema europeo, Jean-Luc Godard, esce con Crepa padrone, tutto va bene, in cui un regista e una giornalista finiscono ostaggi dei lavoratori in agitazione, assieme al proprietario della fabbrica (©Fida)

Sebbene la saga di Fantozzi negli anni si sia incentrata maggiormente sulla proverbiale sfortuna del suo protagonista, il primissimo film della serie creata da Paolo Villaggio (diretto da Luciano Salce) è, a suon di risate amare, uno dei film che meglio raccontano le angherie e i soprusi a cui sono quotidianamente sottoposti molti lavoratori (©Rizzoli Film)

Nel 1979 Sally Field è protagonista di Norma Rae, film di Martin Ritt grazie al quale si aggiudica il premio Oscar per la Miglior attrice protagonista. In una cittadina depressa dell'Alabama, gli operai sono costretti a sottostare a turni di lavoro sfiancanti. Sarà una di loro, la giovane Norma Rae, a cercare di cambiare le cose (©FOX)

Riff Raff, pellicola del 1991 con Robert Carlyle, è un vero e proprio manifesto del cinema di Ken Loach, il regista britannico che negli anni ha raccontato a più riprese le condizioni della classe operaia. Qui il protagonista è Steve, che giunto a Londra dalla Scozia trova lavoro in un cantiere edile, dove però gli operai non hanno alcuna tutela (©Channel Four Films)

Ewan McGregor, Tara Fitzgerald e il mitico Pete Postlethwaite sono i protagonisti di Grazie, signora Thatcher!, commedia agrodolce diretta nel 1996 Mark Herman, in cui si raccontano le vicissitudini della banda di un paesino dello Yorkshire, che in seguito alle chiusure delle miniere volute dal primo ministro Margareth Thatcher rischia anch'essa di avere vita breve (©Channel Four Films)

Di nuovo Ken Loach, questa volta con il suo primo film ambientato negli USA: Maya (Pilar Padilla) riesce a superare il confine fra il Messico e gli Stati Uniti e dopo una serie di vicissitudini trova impiego come donna delle pulizie, per quanto le condizioni di lavoro siano estremamente precarie. A organizzare la protesta ci pensa il giovane sindacalista Sam, interpretato da Adrien Brody (©Film Four Distributors)
Adrien Brody ieri e oggi: com'è cambiato l'attore negli anni
Il 1° maggio si celebrano i diritti dei lavoratori, ma anche quello dei disoccupati ad avere una chance di trovare un impiego: proprio un gruppo di uomini senza lavoro (capitanati dal carismatico, ma un po' cialtrone Santa, interpretato da Javier Bardem) è al centro del film I lunedì al sole di Fernando León de Aranoa (©Warner)
Javier Bardem, com'è cambiato l'attore spagnolo
Gli iperprecari dei call center, secondo alcuni i nuovi sfruttati del corrente millennio, sono raccontati in Tutta la vita davanti, film del 2008 di Paolo Virzì, con un eccezionale cast formato da Isabella Ragonese, Elio Germano, Valerio Mastandrea, Micaela Ramazzotti, Massimo Ghini e Sabrina Ferilli (©Medusa Film)

Due giorni, una notte dei fratelli Dardenne, del 2014, vede Marion Cotillard nei panni di un'impiegata che, dopo un periodo di assenza, vorrebbe riprendere il lavoro, ma deve prima convincere i colleghi a rifiutare il bonus promesso dal proprietario della ditta per votare a favore del suo licenziamento (©BiM Distribuzione)