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Fino all'ultimo indizio: il thriller psicologico di John Lee Hancock

Cinema

Denise Negri

Nei panni di Albert Sparma, Jared Leto ha ottenuto una candidatura come miglior attore non protagonista ai prossimi Golden Globe. Il film è un thriller con tre Premi Oscar diretto dal regista di "Saving Mr. Banks"

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“L’universale viene dallo specifico”. Il regista e sceneggiatore John Lee Hancock non ha dubbi sulla veridicità di questa affermazione che racconta di aver “preso” da Denzel Washington per farla diventare poi un suo “mantra”. Di certo è attorno a questo concetto che ruota il suo ultimo film “Fino all’ultimo indizio”. Ha scritto questa storia prendendo un genere da lui molto amato, il thriller psicologico, e cercando di sovvertirne gli schemi, cercando di rendere il pubblico il più partecipe possibile nella scoperta della verità. Ammesso che di verità ce ne sia sempre e solo una. Tre i protagonisti in una continua gara di bravura: Denzel Washington, Rami Malek e Jared Leto, rispettivamente due poliziotti e un sospetto serial killer. Un ruolo, quest’ultimo, che ha regalato all’attore e cantante dei “Thirty Second to Mars” anche una candidatura come miglior attore non protagonista ai prossimi Golden Globe.

Nella storia invece una serie di uccisioni e la giustizia che quelle donne continuano a chiedere, in silenzio. Il regista già conosciuto per film come “Saving Mr. Banks” e “The Founder” ha spiegato come sia da sempre appassionato di questi “drammi criminali” come li ha chiamati: “Adoro i thriller psicologici. Quando ho scritto la storia nel 1992 avevo come la sensazione che questo genere fosse "fuori moda" per cui cercavo l'occasione giusta per abbracciare il genere ma allo stesso tempo sovvertirlo, cambiarne le regole”. Il titolo originale del film è “The little things” ossia le “piccole cose” che nella vita di ognuno di noi formano quei dettagli all’apparenza inutili, senza i quali però le nostre scelte sarebbero state diverse: “Personalmente non ho dubbi, dice Hancock, che guardando le nostre "svolte" lungo la strada vediamo che sono costellate da tante piccole cose che ci hanno fatto prendere una direzione piuttosto che un'altra e la nostra vita sarebbe stata diversa senza quei piccoli dettagli. Si, credo proprio che "l'universale venga dallo specifico".