L’8 febbraio in prima assoluta su Sky Cinema e in streaming su NOW TV, disponibile anche on demand, il film di Pupi Avati con Renato Pozzetto e Fabrizio Gifuni. Ecco cosa hanno detto in conferenza stampa il regista e il cast
"Omnia vincit amor et nos cedamus amori", ovvero,” L’amore vince tutto, arrendiamoci anche noi all'amore". In questa frase di Virgilio c’è tutta la scandalosa forza rivoluzionaria del passato che alberga in Lei Mi Parla Ancora. A 82 anni Pupi Avati gioca con gli assoluti e osa sfidare questi tempi effimeri e spesso vacui parlandoci di eternità, di immortalità. Nel trasferire in immagini le parole del romanzo di Luigi Sgarbi, il padre di Vittorio ed Elisabetta ci ricorda quanto sia importante credere che le cose possano durare per sempre.
“Negli anni Cinquanta - afferma Pupi - nelle canzoni, ma non solo, si parlava di amori immortali. A mio avviso è importante tornare a volare in alto, a pensare in grande, a sognare, a illudersi e se necessario a mentire a noi stessi. La precarietà dei sentimenti che domina i nostri giorni non mi pare apprezzabile. Ora si ragiona solo in termini di somme e sottrazioni. Ma quando da giovane vendevo bastoncini di pesce al supermercato, io immagino un futuro diverso per me. E ora sono qui a presentare il mio nuovo film davanti a un nutrito pubblico di giornalisti".
Già bastano le sequenze ambientate nell’Italia degli anni Cinquanta, per comprendere che i momenti autobiografici si palesano spesso e volentieri in Lei Mi Parla Ancora, che pure è incentrato sulla vita del padre di Vittorio ed Elisabetta Sgarbi. Non a caso, il regista rivela: “Quando ho fatto vedere il film ai miei figli, loro mi hanno: il personaggio di Nino sei tu. Ma ci sono anche altri spunti tratti dalla mia vita. Per esempio, il fatto che da vecchi non ci si abbraccia più è una cosa che mi dice spessissimo mia moglie”.
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L’altro punto di forza del film è la presenza di Renato Pozzetto. Il grande attore torna a recitare nei panni del protagonista Nino, offrendoci una straordinaria performance drammatica, ma non prima della consueta ironia sorniona tipica di Renato. Visibilmente emozionato, Pozzetto dichiara tutta la sua gratitudine nei confronti di Pupi- “Sono stato felice di essere diretto da un grande come Avati. Di solito chiedo sempre al regista di poter intervenire nei dialoghi e nella sceneggiatura. In questo caso, l’unico cambiamento che ho fatto è stato indossare il cappello nella scena in cui mangio i ravioli. Sono stato felice anche dei complimenti ricevuti da Vittorio ed Elisabetta Sgarbi per la mia interpretazione, E poi mi è piaciuto molto anche lavorare con Stefania Sandrelli". L’attrice, che veste i panni di Caterina, moglie di Pozzetto, ricambia e aggiunge: "Facendo questo film mi sono innamorata di te”. E Pozzetto con geniale vis comica ribatte “Perché non avevi niente da fare”.
Sandrelli poi esprime il proprio rammarico per non aver lavorato prima con il regista. “Ci sono tanti film di Avati in cui mi sarebbe piaciuto recitare. Però, al tempo stesso sono felice di aver lavorato con lui in questo film. Un’opera in cui i silenzi e le cose non dette sono importanti. In Lei mi parla ancora l’assenza si fa presenza. E questo accadde spesso al cinema, soprattutto se si lavora in grandi film".
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Isabella Ragonese, invece, interpreta il personaggio di Caterina da giovane e per lei non è stato semplice rapportarsi a una star del calibro di Stefania Sandrelli: “Ho evitato qualsiasi tipo di imitazione. Ho solo cercato di riportare la sua luminosità, la sua energia”. La stessa cosa l’ha fatta Lino Musella che veste i panni di Pozzetto da giovane: “Sono cresciuto con i film di Renato per cui il rischio di cadere nell’imitazione era molto. Sono quindi andato sul set per vedere Renato recitare per cogliere la dolcezza di Nino. Mi sono trovato benissimo a lavorare con Isabella anche se un po’ mi intimidiva, ma questo mia timidezza mi è servita per costruire il personaggio". Nella parte dello scrittore e del ghostwriter Amicangelo che deve tradurre in romanzo la storia di Nino troviamo Fabrizio Gifuni: “Il mio personaggio è la modernità che irrompe in un’atmosfera che rimanda all’Ottocento. Sono un uomo diffidente e disilluso, ma quello che più mi ha colpito del film è la forza della sceneggiatura. Il film è anche un omaggio alla letteratura italiana. Basti pensare al gioco legato alle poesie che fanno Nino e il fratello di Caterina". Chiara Caselli, invece, è la figlia di Nino. Il suo personaggio è ispirato a Elisabetta Sgarbi, ma anche in questo caso non si è ricorso all’imitazione: “Conosco personalmente Elisabetta, ma l’ho trattata come fosse un personaggio storico. Sono andata a recuperare un‘intervista di Claudio Magris in cui la definiva temeraria, coraggiosa, implacabile, lucidissima. Questa è stata la chiave di lettura che mi ha permesso di avvicinarmi al personaggio".
Da Serena Grandi che interpreta Clementina, la madre di Nino, piovono complimenti per il lavoro di Avati: "La sua presenza sul set si fa sentire e non si limita a guardarti solo dal monitor, ma ti osserva anche come essere umano". Infine Nicola Maccanico, che conferma l’importanza dell’avverbio per sempre. “Lo si usa soprattutto quando parliamo di arte e quindi è giusto usarlo per un film come Lei Mi Parla Ancora: la forza del cinema italiano è stato quella di raccontare storie in cui le persone si possono identificare. Chi fa il nostro lavoro deve essere una stella polare capace di collegare il pubblico con i film".
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La Trama di Lei Mi Parla Ancora
Nino e Caterina sono sposati da sessantacinque anni e si amano profondamente dal primo momento che si sono visti. Alla morte di Caterina, la figlia, nella speranza di aiutare il padre a superare la perdita della donna che ha amato per tutta la vita, gli affianca un editor con velleità da romanziere per scrivere, attraverso i suoi ricordi, un libro sulla storia d’amore fra Nino e Caterina. Amicangelo, scrittore che ha alle spalle un divorzio costoso e complicato, accetta il lavoro solo per soldi e si scontra immediatamente con la personalità di Nino, un uomo profondamente diverso da lui. Ma, poco a poco, Amicangelo riuscirà ad entrare nel mondo di Nino fatto di ricordi vividi e sentimenti pulsanti. Nino, anche dopo la scomparsa dell’amata Caterina riesce ancora a comunicare con lei, a sentirla accanto a sé ogni giorno. Amicangelo si avvicinerà sempre di più al mondo ricco di pensieri, di amore, di emozioni che Nino tenta di conservare gelosamente. Nascerà così tra i due uomini una complicità sincera che porterà Nino a fidarsi del suo editor e a raccontargli i suoi pensieri più profondi. Amicangelo, dal canto suo, imparerà quanta ricchezza nella vita di un uomo può portare un sentimento così profondo e inattaccabile.
Le parole del regista Pupi Avati
"Lei Mi Parla Ancora è una storia che si fonda sull’assenza, nella convinzione che non esista chi è più presente dell’assente. L’assente della nostra storia si chiama Caterina Cavallini. A ottantanove anni, la gran parte dei quali trascorsi accanto al suo sposo Giuseppe Sgarbi, ha lasciato il mondo. Questo l'incipit del romanzo rievocativo del loro lungo matrimonio che lo stesso Sgarbi scrisse coadiuvato da Giuseppe Cesaro, un ghost writer romano. E questo è anche l’incipit del mio film che tuttavia anziché illustrare gli eventi rievocati in quelle pagine, indugia su “come” quel romanzo fu scritto. Sull’incontro fra due uomini di età, cultura, visione della vita, diametralmente opposti. Così, senza tradire in alcun modo lo struggimento che produce l’opera letteraria, sono riuscito a far diventare questo racconto cosa mia portando la cinepresa nel back stage di questa fucina creativa. E l’ho fatto conducendo nei luoghi a me cari, in quel territorio dell’anima che è la bassa padana, un gruppo di attori in gran parte nuovi al nostro cinema, attori coi quali avrei voluto da tempo lavorare, attendendo l’occasione giusta. Da Fabrizio Gifuni a Stefania Sandrelli, da Isabella Ragonese a Lino Musella, Nicola Nocella e Gioele Dix. Attori che sono andati ad aggiungersi a interpreti già di famiglia come Chiara Caselli, Alessandro Haber e Serena Grandi. Chi probabilmente rende ancora più incuriosente questo cast è di certo Renato Pozzetto, attore comico celeberrimo, chiamato a una prova d’attore agli antipodi di quel cinema che gli ha dato un così vasto successo. Raccontando la storia d’amore di Giuseppe Sgarbi credo di aver raccontato una storia universale, nel momento della sua rendicontazione, quando l’intero percorso è alle spalle e ti trovi all’improvviso solo. Quella compagna di viaggio con la quale hai spartito ogni istante, con la quale hai riso e urlato, che hai amato e odiato, quell’essere che ti ha visto in tutte le stagioni, al tuo meglio e al tuo peggio, quell’hard disk che contiene tutte le immagini della tua vita, se ne è andata. E allora il solo modo per non rassegnarsi alla sua assenza è nel continuare a parlarle, ricostruendo con sacralità ogni istante della loro unione. Al concludersi della storia abbiamo voluto, considerata la passione letteraria di chi è rimasto solo, evocare Pavese con una riflessione riguardante l’immortalità: “L’uomo mortale, non ha che questo d’immortale. Il ricordo che porta e il ricordo che lascia”.
Le parole di Nicola Maccanico
L Executive Vice President Programming Sky Italia CEO Vision Distribution Nicola ha cosi commentato: "Poter offrire al pubblico di Sky questo nuovo film Sky Original, firmato da Pupi Avati, è la conferma del nostro impegno e della qualità dei film che intendiamo offrire in anteprima ai nostri abbonati. Una storia intima, umana e straordinariamente universale, Lei mi parla ancora è un lavoro pienamente riuscito, nel quale si incontrano e confrontano epoche diverse, generazioni diverse, esseri umani con interessi diversi, ma tutti uniti da un legame indissolubile. Con questo film Pupi Avati ci porta in quel territorio intimo e sacro che è una grande storia d’amore, raccontandocela con delicatezza struggente e attraverso le interpretazioni di un cast straordinario. A partire dal ritorno al cinema di Renato Pozzetto, qui in un ruolo decisamente originale per lui, assieme a Stefania Sandrelli, Fabrizio Gifuni, Isabella Ragonese e Lino Musella. Alcuni tra i migliori interpreti del cinema italiano per raccontare la storia di un amore profondo e inesauribile".