Frozen avrebbe contribuito a risolvere un misterioso caso del 1959: ecco perché

Cinema

Camilla Sernagiotto

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I codici di animazione che la Disney ha utilizzato per il suo celebre film animato avrebbero permesso di dimostrare una teoria che potrebbe finalmente spiegare l’incidente del Passo Dyatlov, la tragedia in cui negli anni Cinquanta persero la vita nove escursionisti russi

Frozen avrebbe permesso di dimostrare una teoria che potrebbe finalmente fare luce dopo 62 anni sui motivi del tristemente celebre incidente del Passo Dyatlov, quello in cui persero la vita nove escursionisti russi nel 1959.

Dopo un viaggio di 200 miglia attraverso gli Urali russi nell’inverno del 1959, il 2 febbraio di quell’anno tutti e nove i protagonisti della missione (un insegnante di un Istituto Politecnico russo e 8 suoi studenti) hanno perduto misteriosamente la vita, senza che mai venisse scoperta definitivamente e con certezza la causa. Finalmente, a distanza di oltre mezzo secolo, la verità sarebbe venuta a galla grazie ai codici di animazione che la Disney ha utilizzato per il suo celebre film animato.

Secondo quanto riporta il National Geographic citando come fonti le riviste Communications Earth ed Environment, un team di ingegneri si sarebbe affidato proprio ai codici di animazione del film premio Oscar Frozen – Il regno di ghiaccio per dimostrare una teoria che non erano mai riusciti a validare, ossia quella secondo cui a provocare la tragedia sarebbe stata una valanga.

Il capo del laboratorio di simulazione delle valanghe chiede aiuta a Hollywood

Dopo decenni in cui l’incidente è rimasto privo di spiegazioni confermate dalla scienza, poco tempo fa è stato Johan Gaume a cercare di risolvere la matassa ingarbugliata di quel mistero. Ma non da solo: avrebbe chiesto aiuto a Hollywood.
In qualità di capo del laboratorio di simulazione delle valanghe di neve presso la Scuola Politecnica Federale di Losanna, Gaume ha studiato il caso del Passo Dyatlov, trovando l’aiuto che cercava nella pellicola Frozen. Colpito dal grado di verosimiglianza con cui le valanghe vengono rappresentate nel film di animazione diretto da Chris Buck e Jennifer Lee nel 2013, lo scienziato avrebbe chiesto supporto proprio agli animatori della Disney.
Si sarebbe così recato a Hollywood per chiedere la consulenza degli esperti di animazione al fine di creare simulazioni al computer e modelli analitici che potessero seguire passo dopo passo ciò che accadde nel 1959 agli escursionisti russi.

Come riporta il National Geographic, grazie alla preziosa collaborazione dello specialista che ha lavorato agli effetti della neve di Frozen, Gaume è riuscito ad applicare il codice di animazione per i suoi modelli di simulazione delle valanghe per ricreare l’impatto di una valanga sul corpo umano. La nuova simulazione della valanga Kholat Saykhl avrebbe dimostrato che un blocco di neve sarebbe stato in grado di «rompere le costole e il cranio delle persone» lungo il suo percorso, come è accaduto nell’incidente del Passo Dyatlov.

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Le tante teorie susseguitesi negli anni circa l’incidente del Passo Dyatlov

Ciò che ha sempre lasciato perplessi gli scienziati è lo stato in cui sono stati rinvenuti i corpi senza vita degli escursionisti. Cranio fratturato, costole e mascelle rotte, lingua amputata e tanti altri dettagli macabri che nemmeno gli stomaci forti riuscirebbero a sopportare hanno tratto in inganno coloro che si sono ritrovati a indagare sul misterioso caso (che ha ispirato anche il film horror The Devil’s Pass).

 

Gli indizi sui corpi delle vittime non erano affiancati da segni di colluttazione che ne avrebbero giustificato lo stato, inoltre gli indumenti degli escursionisti coinvolti si sono rivelati intrisi di radioattività. 

A fare dubitare inizialmente circa la spiegazione di una valanga sarebbero state le caratteristiche del luogo in cui si trovavano, caratterizzato da un livello di pendenza che alcuni hanno reputato troppo limitato per provocare una valanga, in più il giorno prima della tragedia, il 1° febbraio 1959, non si sarebbero registrate sulla carta nevicate così intense da giustificare crolli. Questi sono stati alcuni dei motivi per cui la teoria della valanga non avrebbe retto.

 

La mancanza di testimoni oculari ha portato negli anni a molte congetture di varia natura circa la possibile causa del tragico evento.
Per quanto riguarda il livello di radioattività degli indumenti delle vittime, non sarebbe stata data per ora una spiegazione ma alcune fonti la daterebbero a un periodo antecedente rispetto alla spedizione.

 

Tra teorie cospirazioniste che hanno tirato in ballo perfino gli alieni e supposizioni per cui sarebbe stato il Governo Russo a eliminare gli escursionisti colpevoli di aver visto qualcosa di segreto, in questi 62 anni si è detto di tutto e di più del Passo Dyatlov.

Nonostante gli scienziati abbiano fornito una ricostruzione plausibile dei fatti, lo scetticismo di alcuni rimane. Il National Geographic conclude l’articolo riportando le seguenti parole di Gaume, illuminanti forse tanto quanto la sua teoria della valanga...

Le persone non vogliono che si tratti di una valanga, è troppo normale. Le persone amano inventare scenari poco plausibili attorno a morti in posti selvaggi perché non sapremo mai al 100% cosa è realmente accaduto”.

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