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Lo chiamavano Jeeg Robot, 5 curiosità sul film di Gabriele Mainetti

Cinema

Il secondo lungometraggio di Gabriele Mainetti è “Freaks Out”, in uscita il 16 dicembre 2020

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Lo chiamavano Jeeg Robot” è un film del 2015, che ha segnato l’esordio di Gabiele Mainetti. Il suo primo lungometraggio ha fatto incetta di premi, ottenendo ben otto riconoscimenti ai David di Donatello. A ciò si aggiungono tre premi ai Nastri d’argento, un Globo d’oro e quattro Ciak d’oro.

Un vero e proprio trionfo, consentito tanto da una sapiente regia che da un’intrigante sceneggiatura, così come da un ottimo cast. Un film che, a detta di molti, ha indicato la nuova strada del cinema italiano, pronto a rischiare per proporre qualcosa di innovativo. I protagonisti sono Claudio Santamaria (Enzo Ceccotti) e Luca Marinelli (Zingaro), affiancati da un’ottima Ilenia Pastorelli (Alessia).

Il film vede il ladruncolo di quartiere Enzo Ceccotti darsi alla fuga. La Polizia lo insegue e lui si ritrova nelle acque del Tevere, impregnato di una sostanza radioattiva che per poco non lo uccide. L’uomo sopravvive ma al suo risveglio si rende conto d’aver ottenuto dei poteri sovrumani.

Ha così inizio una nuova vita, che lo vede quasi costretto a indossare gli abiti del supereroe. Incontra Alessia, giovane con problemi psichiatrici, che rivede in lui il suo eroe, colui che spera un giorno possa portarla via da una vita di sacrifici, sofferenze e abusi.

Sulla strada di Enzo si pone però anche lo Zingaro. Questi è un criminale di quartiere che sogna di “fare il botto”. Vorrei arrivare al tavolo dei grandi ma qualcosa va sempre storto. Scopre però dell’esistenza di Enzo e mira a ottenere i suoi poteri. Un film divenuto rapidamente cult, amatissimo dagli appassionati di cinema, che potrebbero non conoscerne alcune curiosità.

La dieta di Claudio Santamaria

Gabriele Mainetti ha chiesto a Claudio Santamaria di mettere su un bel po’ di peso per il ruolo di Enzo Ceccotti. L’attore ha dovuto mangiare molto, aggiungendo ben 20 kg alla propria bilancia. Regista e attore si erano accordati per la pellicola, ma Santamaria avrebbe dovuto recitare in “Torneranno i Prati”, dramma che non prevedeva di certo che lui fosse così in carne. Mainetti ha dunque posticipato il suo film, al fine di poterlo scritturare.

Le fonti di ispirazione di Luca Marinelli

Lo Zingaro è un personaggio chiave di “Lo chiamavano Jeeg Robot”. L’interpretazione di Luca Marinelli è stata eccezionale e per la parte l’attore ha scelto due fonti d’ispirazione d’eccezione. Entrambe sono presenti ne “Il silenzio degli innocenti”. Ha scelto infatti di prendere brandelli di Hannibal e Buffalo Bill, interpretati da Anthony Hopkins e Ted Levine.

Go Nagai

Il film è stato presentato a Tokyo, con un ospite d’eccezione tra il pubblico: Go Nagai. Il maestro, padre di “Jeeg Robot”, aveva dichiarato d’essere incuriosito dalla pellicola durante il suo viaggio a Roma. Il suo desiderio è stato dunque esaudito.

La periferia di Roma

Gabriele Mainetti ha voluto sfruttare al meglio le ambientazioni di Roma. Una scenografia principalmente naturale, con cast e crew impegnati soprattutto nella periferia della città. Le riprese sono state effettuate quasi totalmente a Tor Bella Monaca.

Il fumetto

Per celebrare l’uscita al cinema di “Lo chiamavano Jeeg Robot”, è stato pubblicato anche un fumetto omonimo. Il lavoro ha visto alla sceneggiatura Roberto Recchioni, con illustrazioni a cura di Giorgio Pontrelli e Stefano Simeone. In vendita sono state poste quattro copertine differenti, create da Roberto Recchioni, Leo Ortolani, Giacomo Bevilacqua e Zerocalcare.

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