Carlo Verdone compie 70 anni: "Festa grande, ma solo alla fine del Covid"

Cinema

Bruno Ployer

©Getty

L'affetto del pubblico, la voglia di vedere film in compagnia e la necessità di un sorriso nel videoincontro con l'autore di tanti personaggi ormai parte della storia del nostro cinema

Carlo Verdone è una star, ma è avvolto da un affetto vero, sincero, grande. Il pubblico lo sente vicino forse perché da quaranta anni è riuscito a portare sullo schermo storie di persone simili a quelle che tutti noi abbiamo incontrato o potremmo incontrare, ma lui le sa trasformare in maschere (TUTTI I PERSONAGGI). Nei suoi film la realtà di tutti i giorni diventa anche metafora divertente e malinconica di un modo di vedere la vita: acuto, un po’ disincantato, un po’ amaro e un po’ bonario. La videoconversazione con Verdone sul suo settantesimo compleanno del 17 novembre 2020 parte dalla gente 

“L’affetto del pubblico è stato il vero regalo – ci dice con il suo sorriso Verdone-: è stato bellissimo, incredibile. Un po’ me l’aspettavo, ma non così avvolgente. Da giorni stanno scrivendo bellissime cose e anche la gente per strada, nei pochi momenti in cui esco per andare agli alimentari o in farmacia, mi sorride e mi augura buon compleanno. Qualcuno mi ha detto: “Non si fermi mai”. E’ una parola! Questo affetto a volte è commovente. Mi sono domandato: ma merito veramente tutto questo? Ho pensato alla mia carriera: ho attraversato tanti decenni facendo tanti film. Qualcuno è riuscito molto bene, qualcuno poteva riuscire meglio, però alla fine la fregatura non l’ho mai data. Sono sempre stati film sinceri, belle interpretazioni. Ci sono tante battute, soprattutto della prima parte della mia carriera, che la gente ricorda e che sono entrate nell’immaginario collettivo. Sono come pilloline della felicità, ti aiutano a essere simpatico, contento. Ci fanno anche tanti meme, magari per prendere in giro qualche politico. Mettono le battute o la mia voce, o magari un mio caratterista come Mario Brega o la Sora Lella. E’ molto bello, vuol dire che hai lasciato qualcosa.”

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E quindi che risposta ti sei dato: meriti tutto questo?

“Sì, forse lo merito, perché ho dato tantissimo al lavoro e ho tolto molto alla vita privata, purtroppo. Questo è un po’ un cruccio, ma è come dire: hai voluto la bicicletta e devi pedalare duro. Non bisogna mai deludere il pubblico, che si aspetta sempre qualcosa di importante. Lo sforzo è enorme e questo significa che posso prendermi solo un weekend all’anno per i miei figli, i miei amici, le mie piccole cose. Ho però molte passioni che mi aiutano moto a staccare un po’.”

 

Viene fuori anche da questa intervista come in te l’allegria conviva con la malinconia.

“Io sono fatto così, questo è il mio carattere, non sono uno che bara. Non ho filtri, non devo fare il simpatico. I miei pensieri sono quelli che senti dalla mia voce e secondo me il pubblico sente la sincerità.”

 

Secondo te un sorriso è possibile in questi tempi drammatici?

“Eh, un sorriso…beh un break ogni tanto ci vuole - risponde Verdone sospirando-. Te lo può dare un film o una conversazione con un amico anche a distanza, come quella che stiamo facendo. Anche parlare di altro, perché la parola Covid è diventata un trapano molesto e preoccupante anche se – e qui lo sguardo e i gesti tornano vispi - abbiamo buone notizie dal punto di vista del vaccino perché ormai sono quattro le industrie che lo stanno portando avanti e stanno arrivando al traguardo. Una di queste lo conserva a meno due gradi: notizia fantastica! Insomma vedo la fine di questo momentaccio: secondo me verso la primavera cominceremo a vedere risultati seri.”

 

Intanto per questo settantesimo compleanno non fai una festa come quella della ‘Grande bellezza’.

“Basterebbero anche i figli, la famiglia. Sarebbe bello lo stesso.  A me i festoni con tanta gente non sono mai piaciuti, però ho deciso che quando finirà tutto farò per la prima volta in vita mia una grande festa. Prenderò una batteria, cinque miei amici che suonano veramente bene e ci divertiremo con la musica, quasi a salutare la fine di questo Covid, perché non ne possiamo più. Festeggeremo la fine del Covid e i miei gloriosi, pesanti settanta anni, che poi tanto pesanti non sono.”

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“Se mi viene a trovare a casa un amico o un familiare del quale sono super sicuro, allora sì. Se lo vediamo insieme va bene, ma se devo stare solo, allora no, perché il cinema per me è condivisione, anche con una sola persona. Colgo l’occasione per ringraziare di cuore Sky, che è stata molto affettuosa nei miei confronti. Fare questa rassegna di film fino al 30 novembre è stato un regalo meraviglioso, che mi emoziona e mi commuove anche un po’.”

 

E poi aspettiamo in sala, quando sarà possibile, il tuo nuovo film “Si vive una volta sola”, la cui uscita è stata spostata da mesi.

“Assolutamente! Speriamo che sia possibile in primavera. Non vedo l’ora perché tra l’altro mi è anche venuto bene!”

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