L'ANEC avverte: "L'uscita dei grandi film stranieri è rimandata al 2021 e il nuovo decreto deroghe consente a molti produttori di bypassare i cinema e uscire direttamente in streaming"
Un Natale senza film italiani al cinema, per la prima volta dopo decenni? Il grido d'allarme è stato lanciato da Simone Gialdini, direttore generale di ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema) e ANEM (Associazione Nazionale Editori Musicali). "Da inizio anno al 3 dicembre le sale cinematografiche italiane avranno perso 60 milioni di spettatori, e se avranno il via libera per riaprire a dicembre rischiano paradossalmente di non poterlo fare per mancanza di prodotto italiano".
In un comunicato ufficiale l'ANEC si è dichiarata contraria al provvedimento, contenuto nel secondo decreto deroghe, che permette ai produttori di bypassare le sale cinematografiche e approdare con i loro film direttamente sulle piattaforme streaming. "Il nuovo provvedimento, che segue uno analogo emanato in primavera”, osserva Gialdini, “consente ai film già pronti di mantenere i contributi previsti dalla legge Cinema andando direttamente in piattaforma: ci ha sorpreso perché non è stato concordato con i protagonisti della filiera cinema, e adesso c'è il serio rischio di una fuga in avanti”. Sono molti i titoli fermi ai box da mesi (il caso più eclatante è Si vive una volta sola di Carlo Verdone, che sarebbe dovuto uscire il 26 febbraio), che ora potrebbero prendere la via della piattaforma. “Certamente, alla riapertura delle sale non potremo contare sui film internazionali, quasi tutti rinviati al 2021. E se salteranno anche i film italiani, si decreterà di fatto la chiusura definitiva di un comparto già compromesso”. L'unica soluzione per la sopravvivenza economica delle sale, conclude Gialdini, è la via dei ristori: “La chiusura colpisce i cinema nei mesi di novembre e dicembre, quando tradizionalmente si registrano gli incassi maggiori: servono sostegni e contributi proporzionati”.