Aspromonte, la terra degli Ultimi, tra inferno e paradiso, tra cronaca e favola

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Mimmo Calopresti firma un western atipico ambientato nella Calabria degli anni 50. Con Marcello Fonte, Sergio Rubini e Valeria Bruni Tedeschi, premiata come miglior attrice ai Globi d'Oro In prima tv su sabato 18 luglio su Sky Cinema Due

Aspromonte La terra degli ultimi è interpretato da Valeria Bruni Tedeschi (premiata con il  Globo D'Oro per la sua interpretazione), Marcello Fonte (Palma d’Oro al Festival di Cannes 2018 come Miglior Attore con Dogman), Francesco Colella (interprete della serie Trust di Danny Boyle e Zero Zero Zero di Sollima), Marco Leonardi (Maradona – La mano de Dios di Marco Risi, Anime nere di Francesco Munzi, All the money in the world di Ridley Scott), e con la partecipazione di Sergio Rubini (regista e attore di decine di film a partire dal film rivelazione La Stazione).

Gli uomini, esasperati dallo stato di abbandono, vanno a protestare dal sindaco. Ottengono la promessa di un medico, ma nel frattempo, capeggiati da Peppe, decidono di unirsi e costruire loro stessi una strada. Tutti, compresi i bambini, abbandonano le occupazioni abituali per realizzare l’opera. Giulia, la nuova maestra elementare, viene dal Nord, e vuole insegnare l’italiano “se Africo entrerà nel mondo grazie alla strada, i ragazzi dovranno conoscerlo prima, imparando a leggere e a scrivere”. Ma per il brigante Don Totò, quello che detta la vera legge, Africo non può diventare davvero un paese ‘italiano’

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Aspromonte. la terra degli Ultimi: la trama del film

Africo 1960. Un paese arroccato nell’Aspromonte. Isolato. Una donna muore di parto: il medico non è mai arrivato e non c’è una strada per raggiungere la Marina dove ci sono il medico e le istituzioni. Tutto il paese, uomini, donne bambini, si riversa come un fiume in piena su sentieri, mulattiere, tratturi. Una massa inferocita che reclama un medico: “Non siamo bestie” è il grido disperato rivolto all’autorità. Mentre tutti sono alla Marina, impressionati da un mondo sconosciuto e dal mare, arriva in un paese che appare deserto la maestra (Valeria Bruni Tedeschi) accolta dal Poeta (Marcello Fonte), l’unico che legge e scrive e apprezza l’isolamento e la bellezza di Africo. Nonostante la promessa scritta estorta al prefetto (Francesco Siciliano), gli africoti non stanno con le mani in mano. Decidono di costruirsela da soli la strada e cominciano a ‘faticare’ sulle pietre anche dopo aver lavorato tutto il giorno sugli aridi campi e con le bestie. I bambini - e tra questi Andrea di 9 anni, figlio di Peppe (Francesco Colella) semplice manovale, ma persona carismatica e molto ascoltata – partecipano alla costruzione e non vorrebbero stare in classe. L’entusiasmo si spegne presto: per motivi diversi, né Don Totò, il bandito locale (Sergio Rubini), né il prefetto, accettano che gli africoti si costruiscano la loro strada. Scontri, sequestro degli attrezzi, arresto di Cosimo (Marco Leonardi): la tensione è al massimo. Questa strada non si deve fare. Ma Peppe e i compaesani non accettano l’intimidazione e don Totò spara e ferisce Peppe. Andrea, tutto solo e armato di fucile lo cerca per i monti per vendicare il padre e ristabilire un suo senso di giustizia. Altri delitti, ma nulla cambia ad Africo e non resta che andarsene.

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Aspromonte: la terra degli ultimi, il cast del film

Le parole del regista Mimmo Calopresti

Aspromonte - La terra degli ultimi è il racconto del Sud, del suo orgoglio, della forza della sua identità che diventa prigione, della grandiosa bellezza della sua natura che si intreccia con la miseria delle condizioni di vita, del suo isolamento e del sogno disperato dei suoi abitanti di far parte di un mondo più grande, è il racconto dell’impossibilità di un riscatto collettivo, della condanna all’abbandono e all’emigrazione come unica possibilità di rinascita. Il Sud è da sempre luogo geografico e luogo dell’anima, inferno e paradiso, cronaca 6 e favola. Così è questo film. Africo è in Europa, e ci ricorda cosa, solo un secolo fa, poteva essere la nostra terra, ma in quanto Sud assomiglia, nei suoi sogni e nelle sue sconfitte, più che al nostro continente, a tutti i luoghi ai margini del mondo. Ancora vivi, ancora presenti, ancora disperatamente alla ricerca di un futuro, alle porte dell’Europa. Aspromonte - La terra degli ultimi è anche un racconto western, la lotta di un popolo di frontiera per avere una strada (una ferrovia sarebbe troppo) e quindi la civiltà, l’epopea di un mondo in cui ogni paese è ostaggio di un bandito, e le prepotenze si possono sconfiggere solo con la forza. Ma a differenza del Far West, qui la nuova frontiera è solo una linea immaginaria. Chi vuole raggiungerla, deve emigrare e cercarsi un posto da reietto e da straniero, nel mondo civile degli altri. È anche un racconto molto italiano, sulle promesse mancate e le energie infrante del nostro Sud, illuso con false promesse da uno Stato che non ha mai avuto la capacità di garantire diritti e formare cittadini che in lui si potessero riconoscere e lo potessero rispettare. Un Sud lasciato solo alla generosità di chi, come la nostra maestra (ispirata alla figura di Zanotti Bianco), solo per un senso di giustizia, e rappresentando poco più che se stessa, ha provato a fare qualcosa. È infine un mondo che, nella sua spietatezza, lascia ancora alle persone lo spazio per essere se stesse. Possono lasciarsi catturare dalla natura e dalla libertà se sono bambini, o vivere solo leggendo e dando qualche consiglio agli altri, se sono Poeti, o avere l’orgoglio di essere riconosciuti da una comunità se hanno il coraggio di mettersi sulle spalle il destino degli altri. 

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“Aspromonte: La Terra degli Ultimi”, il trailer del film

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