Dalla collaborazione con Dario Argento a "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni Sospetto", un viaggio alla scoperta delle musiche composte dal Maestro Morricone per i thriller all'italiana
"In virtù della musica le passioni godono di se stesse" diceva Friedrich Wilhelm Nietzsche, il filosofo con il martello. E quando la passione al cinema muta in ossessione, in follia, in delirio, allora la colonna sonora si trasfigura in una sorta di coro greco che introduce e commenta ciò che accade sullo schermo. E non a caso un genio eclettico come Ennio Morricone, nel corso della sua lunga e gloriosa carriera ha composto alcune delle più intriganti e perturbanti colonne sonore del cinema del brivido. Film a cui il tempo ha restituito il giusto valore, la giusta importanza, perché il cinema di genere ha generato anche capolavori.
Ennio Morricone e Dario Argento, coppia d'oro
La prima e la più nota collaborazione tra il genere giallo e il grande compositore italiano è quella con Dario Argento. Il regista ricorda con queste parole il primo incontro con il Maestro:
“Ennio Morricone me lo presentò mio padre Salvatore, che fu anche produttore dei miei primi film, mio socio e mio grande amico. Morricone abitava vicino a Roma in un posto chiamato Mentana, una piccola cittadina. Anche noi avevamo una casa lì e così cominciammo a frequentarci. L’ho incontrato quasi nelle scale di casa, così è stato il nostro incontro; lì lui mi ha incoraggiato a fare il mio primo film dicendomi: ‘Poi la musica te la farò io,’ e così la storia ebbe inizio.”
Morricone firma la colonna sonora del film d’esordio di Argento, ovvero L’Uccello dalle piume di Cristallo. Come spesso accade nelle colonne sonore degli anni Sessanta e Settanta la voce umana si trasfigura in strumento, il vocalizzo sostituisce la parola. Così fra una corsa sui tetti e una città che si risveglia all’alba, una sillaba ripetuta accompagna la ricerca dell’assassino compiuta dallo scrittore americano interpretato da Tony Musante. Nel successivo Il Gatto a nove code, Morricone compone "Una Ninna Nanna in blu" che ci introduce con dolcezza alle perturbanti atmosfere del film. Perché tra dissociazione e paranoia, il male è sempre in agguato.
4 Mosche di velluto di grigio rappresenta la terza collaborazione fra Morricone e Argento. E noto che in realtà la colonna sonora avrebbe dovuto essere realizzata dai Deep Purple ma per problemi legati ai finanziamenti pubblici in caso di coinvolgimento di artisti stranieri, fu scelto il compositore italiano. Durante la lavorazione del film, però, nacquero dei dissidi tra il regista e il musicista. In un’intervista televisiva del 2005, Morricone racconta con queste parole i motivi del litigio:
“Dario è un compagnone, con lui si andava a mangiare la pizza, a mangiare il prosciutto ai Castelli. Sulle mie musiche non ebbe mai niente da ridire, le accettò sempre così com’erano. Dopo il montaggio di Quattro mosche di velluto grigio, Salvatore Argento mi disse: ‘Ma le tue musiche per il film di Dario sono tutte uguali!’ Al che risposi: ‘No Salvatore, le mie musiche non sono tutte uguali, sei tu che non capisci niente e te lo dimostrerò’. Glielo dissi proprio così, con queste parole. E da allora Dario non si fece più vivo.
Morricone e Argento tornarono poi a lavorare insieme dopo 25 anni per La Sindrome di Stendhal con Asia Argento.
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Tra Signore per bene e Spasmi, tutti i colori del giallo
Oltre ai gialli di Dario Argento, Morricone ha firmato numerose colonne sonore di thriller all’italiana. Tra i molti titoli vale la pena ricordare Le foto proibite di una signora per bene. Diretto da Luciano Ercoli, il film rende omaggio all’Alfred Hitchcock di Il Sospetto e Delitto per Delitto, mentre le musiche del maestro fanno da contrappunto alle grazie della meravigliosa protagonista, la Divina Dagmar Lassander. Altra pellicola da segnalare è Giornata nera per l’ariete diretto da Luigi Bazzoni e interpretato da Franco Nero. Le musiche di Morricone sottolineano la follia omicida del serial killer che attraverso un registratore svela le proprie psicotiche motivazioni: “Al di là dell’esaltazione, c’è qualche cosa di profondamente divino nel poter trasformare in un attimo un essere sofferente in materia inanimata per l’eternità."
Notevoli anche le musiche di Chi l’ha vista morire di Aldo Lado (con cui Ennio aveva già lavorato in La corta notte delle bambole di vetro).
.La soundtrack firmata da Morricone coniuga musica sacra e cantilene infantili in questo film che rimanda a Psycho di Hitchcock. Last but not least, è d’uopo citare Spasmo, il capolavoro di Umberto Lenzi interpretato da Roberto Hoffman, Suzy Kendall e Ivan Rassimov. Tra influenze pop, musica liturgica e madrigali, la colonna sonora di Morricone amplifica le atmosfere morbose del film ispirato a un fatto di cronaca.
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Una colonna sonora al di sopra di ogni sospetto
Ça va sans dire, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, non è un giallo nel senso classico del termine. Sappiamo subito chi è l’assassino, e come sempre accade nel cinema di Elio Petri, l’iperbole e la metafora danzano vertiginosamente insieme. Tuttavia, la colonna sonora (una delle preferite di Stanley Kubrick) è entrata di diritto nella storia del cinema. Il mandolino mascherato da clavicembalo, il sax soprano, il contrabasso elettrico sono la trasfigurazione in musica della mente malata del "Dottore" interpretato da Gian Maria Volonté, un funzionario della polizia per il quale " la repressione è civiltà": Cosi tra le curve del corpo voluttuoso di Florinda Bolkan, eros, morte e potere si inseguono in un vortice in cui ancora una volta la passione si riflette nella musica. Merito di un genio come Ennio Morricone che nella sua sterminata filmografia ha saputo tradurre in note anche gli aspetti più oscuri e spaventosi dell'essere umano.