Vittorio Gassman, il ricordo di suo figlio Alessandro. VIDEO

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Alessandro Gassmann è stato ospite della puntata speciale di 100X100 Cinema, dedicata al grande attore scomparso 20 anni fa. Ecco cosa ha raccontato

 

Chi è Alessandro Gassmann


Nato dalla relazione tra il grande Vittorio e l’attrice francese Juliette Mayniel, Alessandro Gassmann  è il figlio terzogenito, dopo Paola e Vittoria (detta Tori), e a suo stesso dire il primo che il grande mattatore abbia allevato in maniera tradizionale. Tra i due nasce sin da subito un rapporto intimo, corroborato dalle comuni esperienze artistiche: Alessandro debutta sul grande schermo ad appena 

17 anni nel film autobiografico Di padre in figlio, scritto, diretto e interpretato con il padre; con il quale poi studia recitazione presso la sua celebre “Bottega Teatrale di Firenze”. 

Alessandro, il più appassionato custode della sua memoria di suo padre Vittorio

Dopo alcune iniziali difficoltà, nate dal peso d’essere figlio di cotanto padre, Alessandro ha iniziato a ricalcare le sue orme anche sotto il profilo delle scelte artistiche, diventando anche il più appassionato custode della sua memoria. Nel 2010, ha realizzato insieme a Giancarlo Scarchilli, Vittorio racconta Gassman un documentario sul padre a dieci anni dalla scomparsa; e nel 2017 ha diretto il suo terzo lungometraggio, Il premio con Gigi Proietti, palesemente ispirato a Vittorio.

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Le parole di Alessandro

Questo ricordo è uno dei passaggi più significativi della sua partecipazione al talk-show di Sky Cinema: “Mio padre er uno che stava pochissimo in camerino, in roulotte non ci stava mai. Anche quando non doveva girare, stava sempre sul set seduto su una sedia, scroccando sigarette a destra e a manca, e si divertiva molto a chiacchierare con i macchinisti, gli elettricisti, per i quali aveva un amore smisurato, era proprio parte integrante della troupe. Mi raccontava che una volta, su un set molto faticoso, dopo una giornata di lavoro di quelle che non finiscono mai, sotto a un sole da 40 gradi all’ombra, quando finalmente diedero lo stop, i macchinisti, completamente sudati, e gli elettricisti cominciarono a smontare i pesanti attrezzi del cinema e mio padre li fermò e disse: ‘Scusate un attimo, per rallegrare e concludere questa meravigliosa giornata di fervore operoso, vorrei regalarvi un brano del Paradiso perduto del Milton!’ Allora uno dei macchinisti si fermò e gli disse: ‘Sor Gassman, co’ tutto il rispetto, sarebbe mejo ‘na tranvata sui cojoni’ Ecco questo era quello che lui adorava, avere un rapporto con le persone cosiddette normali”

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