Uscirà in streaming, il prossimo 9 giugno, il documentario dedicato al primo Rocky dal titolo "40 Years of Rocky: The Birth of a Classic". Si tratta di un dietro le quinte del film cult del 1976 oltre che un'analisi sul personaggio del pugile italo-americano che ha fatto storia nella cinematografia mondiale. A raccontarcelo sarà la voce di Sly
Sylvester Stallone sarà la voce narrante di un docufilm dal titolo 40 Years of Rocky: The Birth of a Classic. Scritto e diretto da Derek Wayne Johnson. è una sorta di dietro le quinte del film cult nato nel lontano 1976 oltre che un'analisi sul personaggio del pugile italo-americano che ha fatto davvero storia nella cinematografia mondiale.
Ricordiamo che il film, diretto da John G. Avildsen, fu realizzato con un budget molto ridotto ma, nonostante questo handicap, divenne, fin da subito, un fenomeno del botteghino. Da allora sono stati realizzati sette sequel, il più recente dei quali è Creed II del 2018 con Michael B. Jordan.
Le curiosità sul film
Tante le storie e le curiosità che sicuramente il doc ci svelerà. Quello che noi conosciamo già è che Sylvester Stallone 73 anni, all'epoca era un attore quasi sconosciuto e fu lui stesso a scrivere la sceneggiatura del film, ispirato da un incontro tra Muhammad Ali e il decisamente meno famoso Chuck Wepner, il quale riuscì a resistere senza andare KO quasi fino alla fine del quindicesimo round, nonostante l’evidente superiorità del suo celebre avversario.
Si racconta, inoltre, che dopo aver letto lo script di Stallone, i produttori Irwin Winkler e Robert Chartoff si interessarono a comprarlo e offrirono a Sly l’ingente cifra di 350mila dollari, dicendogli però che il ruolo principale sarebbe andato a qualcun altro. Nonostante fosse quasi in bolletta, Stallone si rifiutò di vendere lo script, insistendo di voler recitare nel ruolo del protagonista. I due acconsentirono, ma posero a Sylvester tutta una serie di clausole (ad esempio, avrebbe dovuto continuare a lavorare come sceneggiatore senza ricevere alcun compenso). Una volta siglato l’accordo, il film fu proposto alla United Artists, che pianificò un budget di due milioni, pensando di affidare a una star come Robert Redford o Burt Reynolds il ruolo principale. Quando la compagnia seppe che l’unico modo di realizzare Rocky consisteva nell’avere Sylvester Stallone come star, dimezzò il budget a un milione, chiedendo a Winkler e Chartoff di impegnarsi in prima persona per eventuali costi extra. Alla fine le riprese costarono 100mila dollari in più di quanto pattuito: tale cifra fu messa dai due produttori, che nel frattempo avevano ipotecato le loro case.
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Sacrifici comunque ben rimunerati per tutta la produzione, non solo perché questo primo film su Rocky incassò al botteghino ben 225 milioni di dollari a fronte di un budget di appena 1, 1, milioni di dollari, ma ottenne ben 10 nomination ai Premi Oscar, vincendone tre (Miglior film, Miglior regia, Miglior montaggio).
Grazie alla sua doppia performance, Sly è diventato il terzo uomo nella storia del cinema a essere nominato agli Academy Awards sia come attore che come sceneggiatore per lo stesso film. I suoi illustrissimi predecessori sono Charlie Chaplin e Orson Welles.