8 curiosità su King Kong di Peter Jackson

Cinema

Il primo film di Peter Jackson dopo “Il Signore degli Anelli”, che fece segnare un record per il budget impegnato

“King Kong” è stato il primo film diretto da Peter Jackson dopo il successo mondiale della trilogia de “Il Signore degli Anelli”, conclusa nel 2003. Si tratta del secondo remake della pellicola del 1933, che vede Andy Serkis impegnato nuovamente con la tecnica del motion picture, dando vita all’enorme gorilla. Con un budget di 207 milioni di dollari, fu il film più costoso dell’epoca, con Naomi Watts, Jack Black e Adrien Brody a completare il cast principale. Ecco alcune curiosità su “King Kong” per guardare o riguardare con occhi diversi il film.

Empire State Building

Il film richiese un enorme lasso di tempo per riuscire a realizzare la versione digitale, in CGI, del gigantesco Empire State Building. Il reparto tecnico lavorò per ben diciotto mesi. Un periodo decisamente ampio, che strappa un sorriso pensando a come ci vollero “soltanto” quattordici mesi per realizzare il vero grattacielo.

Bryan Singer

Al tempo delle riprese, Bryan Singer era in Australia per “Superman Returns”. Si recò dunque per due giorni sul set di “King Kong”, come favore personale a Peter Jackson, suo amico. Fu lui a dirigere la sequenza di lotta tra King Kong e i V-Rex. È infatti presente uno speciale ringraziamento nei titoli di coda.

King Kong originale

Svariati gli omaggi che Peter Jackson ha dedicato alla versione originale del film, risalente al 1933. Il V-Rex che si vede nella pellicola ha gli arti superiori terminanti con tre dita, proprio come nella versione del tempo. I cartelloni pubblicitari che si vedono a Times Square sono inoltre gli stessi adoperati allora. Nei titoli di coda, infine, si legge una dedica agli “esploratori originali di Skull Island”. Appaiono dunque i nomi e i ruoli del cast del ’33.

New York in digitale

Così come per l’Empire State Building, grande attenzione venne posta alla realizzazione digitale di tutta la città di New York, nella sua veste anni ’30. Un lavoro così dettagliato da portare alla realizzazione di ben novantamila edifici.

Andy Serkis

Durante le riprese sono stati applicati ben 132 sensori sul volto di Andy Serkis, così in grado di restituire al gigantesco King Kong qualsiasi espressione facciale. L’attore si è calato totalmente nella parte, studiando i gorilla selvatici in Ruanda, così da poter imitare i loro movimenti e comportamenti. Ha inoltre stretto amicizia con un gorilla femmina in uno zoo nei pressi di Londra. Il suo nome è Zaire.

La nave

La ricerca della giusta nave per il film richieste molto tempo. Peter Jackson scovò infine la Manuia, ribattezzata The Venture II, nell’isola di Tonga. Furono necessarie numerose modifiche all’imbarcazione, così da poterla rendere il più simile possibile a un mercantile degli anni ’30. Durante le riprese però la troupe dovette abbandonarla a causa di una falla.

Carl Denham

Il ruolo di Carl Denham è stato infine assegnato a Jack Black, che dovette indossare una parrucca, dal momento che Peter Jackson non era soddisfatto dal suo taglio. Il regista in realtà avrebbe voluto un altro attore per la parte. Inizialmente aveva preso in considerazione i profili di Robert De Niro e George Clooney. Parte proposta anche a Ian McKellen, che rifiutò perché impegnato a teatro a Londra.

Apocalypse Now

Tra i tanti elementi che strizzano l’occhio al pubblico, vi è una scena con Jimmy, interpretato da Jamie Bell, che legge “Heart of Darkness” di Joseph Conrad. Il tutto avviene a circa 27 minuti dall’inizio della pellicola. Un romanzo decisamente particolare per gli amanti del cinema, avendo ispirato Francis Ford Coppola per la realizzazione di “Apocalypse Now”.

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