Lo Squalo, un mare di paura profondo 45 anni

Cinema

Paolo Nizza

Il 20 giugno del 1975, usciva il capolavoro di Steven Spielberg che cambiò la Storia del Cinema

 

 

A volte basta un dettaglio per impressionare il mondo. Per esempio un’appendice nera che affiora dal mare e si trasfigura in un incubo per tutti i natanti. Quella minacciosa pinna dorsale non ha solo spaventato milioni di spettori sparsi per l’intero globo terraqueo. Il cartilagineo triangolo del Carcharodon carcharias ha segnato per sempre la storia della settima arte. Dopo Lo Squalo (FOTO) il cinema non è stato più lo stesso.

Dopo lo squalo il cinema non fu più lo stesso

Le fauci del predatore hanno divorato le vecchie regole dell’industria cinematografica. Lo Squalo bianco ha inaugurato la stagione del Blockbuster estivo e schiuso le porte alla Nuova Hollywood.  Con il capolavoro di Spielberg, i grandi film iniziano a essere distribuiti in maniera esponenziale in molte più sale.  E come sempre accade agli eventi epocali la lavorazione della pellicola fu tutt’altro che semplice. A partire dalla costruzione dello Squalo. Fatto in poliuretano, lungo 24 piedi, pesante una tonnellata e mezza appena fu messo in acqua affondò. La seconda volta, addirittura, esplose. E solo dopo svariati tentativi e un extra budget, la creatura si dimostrò affidabile e in grado di muoversi.  Inoltre la location scelta per il film fu colpita da venti e onde che resero complesse le riprese.  Ça va sans dire, i tempi di lavorazione si allungavano a dismisura. Tant’è che lo stesso Steven Spielberg dichiarò: "Pensavo che la mia carriera nel mondo del cinema fosse finita. Sentivo voci [...] dicevano che non avrei mai più lavorato in quanto nessuno aveva mai sforato i tempi di ripresa di 100 giorni”. Ma alla fine il film si rivelò, una macchina perfetta, parimenti alla descrizione che fa l’oceanologo Matt Hooper (Richard Dreyfuss) dello squalo bianco. In fondo bisognava solo investire più soldi e avere più tempo. Insomma come avrebbe detto il cacciatore Quint (Robert Shaw) serviva una barca più grande. Come è noto Jaws ha contribuito ad aumentare la fobia nei confronti degli squali. Tuttavia si registrano più vittime, ogni anno, a causa della caduta di noci di cocco che non per il morso di un pescecane. Senza contare che un  blog americano si è divertito con le cifre. Secondo l'autrice dell'articolo, ci sono decisamente più possibilità di essere presi ad Harvard, vivere più di 100 anni, nascere con un dito in più ed essere colpiti dai frammenti di una meteora (il riferimento è a un incidente del 2013 nel sud della Russia) e fare scala reale al Poker che essere uccisi da uno squalo.

Tuttavia, il cinema interpreta la realtà non la copia. E poi la mitica musica di John Williams (giustamente premiata con l’Oscar) non sarebbe diventa così iconica se al posto di uno squalo bianco sullo schermo si fosse palesata un’esotica palma da frutto.

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TALI E SQUALI: DA SPIELBERG A LO SQUALO 4-LA VENDETTA

Non era affatto semplice replicare il successo planetario del capolavoro di Steven Spielberg datato 1975 e vincitore di 3 premi Oscar. La storia di quei 3 uomini in barca a caccia di un mostro che nel tempo è diventato un simbolo, una metafora (al pari di Moby Dick), era impossibile da rifare. Però Hollywood ha le sue leggi e un sequel era inevitabile come le zanzare d’estate. Spielberg abbandonò ben presto il progetto. La regia fu affidata al francese Jeannot Szwarc. A differenza dell’originale in questo film il pescecane è molto più visibile e per certi versi più spaventoso a causa di una cicatrice sul muso.  In Lo Squalo 2 tornò a vestire i panni di Martin Brody, anche se con una certa riluttanza Roy Scheider. L’Attore ebbe frequenti litigi con il regista durante le riprese.

Il film fu il sequel che ottenne il maggior incasso della storia del 1978, e stette nella classifica dei 25 migliori film di tutti i tempi al box office per oltre due decenni Seguirono poi nel 1983 Lo Squalo 3 (girato con la tecnologia 3D) e Lo Squalo 4- La vendetta (1987). Senza contare le tantissime imitazioni. Basti pensare a Paradise Beach o a Shark-Il Primo Squalo. Quella perfetta macchina biologica da guerra, quegli occhi neri e feroci, quei denti continuano a spaventarci e ad affascinarci allo stesso tempo. Molto più delle pur pericolosissime noci di cocco.

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