Federico Fellini e le donne

Cinema

Paolo Nizza

Il 20 gennaio del 1920 nasceva Federico Fellini, uno dei più grandi cineasti della storia del Cinema. Da Giulietta Masina a Sandra Milo, da Anita Ekberg a Magali Noel, un viaggio alla scoperta delle attrici protagoniste dei film del grande regista riminese

Federico Fellini e il suo cinema delle Donne

Veneri callipigie e volitive gigantesse. Debordanti Saraghine e nevrili volpine. Gradische in sottoveste e tabaccaie dai seni prensili. Ma pure esili Gelsomine, Cabirie scalognate, hostess danesi dal malizioso accento, Aldine su cui fantasticare e starlettine vincitrici di improbabili lupe d’oro. E ancora amanti dalle sopracciglia da porca e sorridenti madonnine umbre. Anitone e Sandrocchie. Tra “un anduma bei fioi”, declamato dalla maitresse di un casino, e un “Non sa voler bene” detto dalla “ragazza della fonte”, le donne immaginate da Federico Fellini sono fuggevoli, abbacinanti, misteriose e meravigliose, assenti e, al tempo stesso presenti, impossibili da incanalare e imprigionare in uno schema elementare come la canzone di Murolo A tazz e cafe’, una delle preferite del Maestro Fellini, sapeva quanto le figure femminili fossero più complesse, al cinema e nella  realtà che in fondo come diceva lui é una combinazione di pasta e magia

Federico, le donne, le sognava, le desiderava e le filmava, perché nulla si sa, tutto si immagina. Nell’episodi “La ricotta” diretto da Pier Palo Pasolini, Orson Welles sintetizza così la poetica del regista riminese. “Egli Danza”. Sicché non resta che perderci in questo ballo festoso e onirico attraverso la perpetua visione dei film orchestrati da questo geniale, gran bugiardo, trasfiguratosi addirittura in un aggettivo. Fellini è cinema disse Simenon. Ecco quindi ecco, una parziale e arbitrario viaggio alla scoperta di alcune delle donne che hanno illuminato i suoi film e anche la sua vita. Sono passati cento anni dalla sua nascita, ma il Pianeta Fellini è ancora tutto da esplorare

 

 

Giulietta Masina

Sette film girati insieme e cinquanta anni di vita insieme.  Ma, al netto dei numeri, basta ricordare questa frase di Federico Fellini per comprendere cosa significa la Masina per il regista riminese– Che ricordo ha del primo incontro con Giulietta? – Nessuno; io sono nato quel giorno.” Si conobbero nel 1941 durante il programma radiofonico “Cico e Pallina”. E come racconta Alberto Sordi, fu proprio l’attrice a far ingrassare Federico a colpi di tortellini e tagliatelle. Si sposarono nel 1943. Nel 1945 ebbero un figlio che dopo 15 morì.  Con il regista rimini Giulietta girò Luci del varietà, La strada, Il Bidone, Le notti di Cabiria, Giulietta degli Spiriti e Ginger e Fred. Quando nel 1993 Fellini vinse l’Oscar alla carriera, il maestro immortalò quel momento magico con un discorso che si trasformò in una stupenda dichiarazione d’amore: “n queste circostanze è facile essere generosi e ringraziare tutti. Vorrei naturalmente, prima di tutto, ringraziare tutte le persone che hanno lavorato con me. Non posso nominare tutti, quindi lasciate che faccia un solo nome, quello di un’attrice che è anche mia moglie. Grazie, carissima Giulietta, e per favore, smettila di piangere!”.

 

Sandra Milo

“Sgulp, Ho capito, sai, cosa vuoi dire: vuoi dire che non puoi fare a meno di noi” Con questa s, nella scena finale di 8 ½, Sandra Milo nei panni di Carla, svalvolata e burrosa amante svela al protagonista maschile del film (ovvero Marcello Mastroianni da sempre alter ego di Fellini) il senso di quella parata di ricordi, immagini, sogni. In un recente intervista Sandra Milo ha dichiarato di essere stata per 17 anni l’amante di Federico. Non sappiamo se sia vero o meno. Ciò che, invece, è certificato che ritroviamo Milo in Giulietta degli Spiriti In Giulietta degli Spiriti, primo film di Fellini a colori. Una vertiginosa visione nata su Giulietta e per Giulietta Ma tra medium, veggenti, suore, sante, detective, cadaveri barbuti, gay, domestiche, ballerine, fantasmi, efebi, nonni, nipotine, cavalieri, amanti; Sandrocchia interpreta la lussuriosa Susy, vestale del sesso e del piacere. Ma la Milo veste anche di Iris, personificazione di Iride, la messaggera degli dei e di Fanny, la trapezista amante del nonno di Giulietta. Insomma, ancora una volta Fellini spariglia le carte. La verità e la finzione si mescolano. I fantasmi danzano tra paura e desiderio

Anita Ekberg

Da quando l’attrice svedese sì bagno in quelle Acque capitoline, la fontana di Trevi non è stata più la stessa. Quel bagno notturno si è trasformato in una delle scene più celebri della storia del cinema. Ma quella sequenza non è solo un momento iconico di La dolce vita. Attraverso le parole di Marcello Mastroianni comprendiamo che Federico Fellini trasforma Anitona in una sorta di eterno femminino; Tu sei tutto, Sylvia! Ma lo sai che sei tutto, eh? You are everything, everything! Tu sei la prima donna del primo giorno della creazione. Sei la madre, la sorella, l'amante, l'amica, l'angelo, il diavolo, la terra, la casa... ah, ecco cosa sei, la casa! E più prosaicamente la Ekberg torna a turbare l’immaginario maschile in Le tentazioni del Dottor Antonio, episodio tratto dal film Boccaccio 70. Sulle note di “bevete più latte il latte fa bene il latte conviene a tutte le età, il malcapitato difensore della moralità interpretato da Peppino De Filippo finisce fagocitato dalla modella di un cartellone pubblicitario. Anita è una sorta di Queen Kong che tiene letteralmente in mano lo sventurato Dottor Mazzuolo, assolutamente soggiogato dalla bionda gigantessa, Anitona tornerà nel fil in Clowns. Impellicciata, con il suo inconfondibile accento e la risata contagiosa, ci offre un ritratto ferino in cui la donna è la pantera sono in fondo la stessa cosa. Di diverso tono, invece la sua apparizione in L’Intervista. Invecchiata, la bionda ninfa dell’acqua di fronte alle immagina di La Dolce Vita manda a quel paese il Mandrake Mastroianni. Il sogno erotico annega in un bicchiere di grappa. E il riso si tramuta in pianto. Il tempo non ha pietà.

Claudia Cardinale

Federico Fellini è stato il primo regista che ha fatto recitare la Cardinale con la sua voce. Come al solito, non c’era copione. Federico consegnò a Claudia alcuni fogliettini di carta con scritte alcune battute prima di girare. Ma la scena di Claudia è uno dei momenti epocali di 8½. E nelle parole pronunciate da Mastroianni si cela tutta l’ammirazione di Fellini per l’attrice: Quanto sei bella, mi metti soggezione, mi fai battere, il cuore come un collegiale. Che rispetto vero, profondo comunichi. Certo in un gioco di specchi tra cinema e realtà, scopriremo che il ruolo di Claudia non c’è neanche il film. Ma come diceva Sallustio a proposito dei miti. Queste cose non furono mai, ma sono sempre”

 

Magali Noel

Già dalla sua prima apparizione in La Dolce Vita si capiva che Magali Noel (all’anagrafe Magali Noëlle Guiffray) era unìattrice profondamente felliniana) Nei panni di Fanny, ballerina del Club-Cha-Cha-Cha l’attrice è protagonista di uno dei momenti più buffi e melanconici de film. Esilarante quando si cimenta in un gioco con un tovagliolo e dolente nel momento in cui il padre di Marcello viene colpito da un malore. Magali poi tornerà a lavorare con Federico in Fellini_Satyricon nel ruolo della sguaiata matrona Fortunata. Ma per tutti sarà sempre la mitica Gradisca di Amarcord, la donna che sognava di sposare Gary Cooper e alla fine si accontenta di un carabiniere. Con il basco rosso, le perle e un meglio il suo incontrante con il principe è da antologia della storia del cinema. A volte in un soprannome si nasconde un mondo. Perché la Gradisca fa svenire e non solo l’acerbo Titta. In quella sequenza ambienta al cinema con Magali Noel che fulmina con la battuta “Cosa cerchi?” il maldestro tentativo del giovane di palparle una coscia si cela il desiderio con tutti i suoi imbarazzi, i suoi fantasmi, le sue ingenuità.

 

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