"Io, Ciro": Marco D'Amore racconta "L'Immortale" e la sua educazione criminale

Cinema

Denise Negri

L'attore e regista racconta l'infanzia di Ciro di Marzio nel film “L’Immortale” campione di incassi al cinema e anche su Sky, pellicola che si è posta come cross over tra la quarta e la quinta stagione di Gomorra. Il suo viaggio all’inferno e il destino di un uomo solo

Marco D’amore è tante cose: energia, talento, entusiasmo e soprattutto passione. La sua voglia di raccontare storie, la sua fame di imparare, la sua sete di sperimentare cose nuove tanto da riuscire ad ottenere una candidatura ai David di Donatello come regista esordiente. Se abbiamo imparato a conoscere il personaggio di Ciro in Gomorra la serie, al cinema con il film "L'Immortale" lo abbiamo incontrato bambino, orfano dopo il terremoto di Napoli del 1980, cresciuto per le strade, educato al crimine. L’incontro con Marco D’Amore è stata anche l’occasione per parlare a tutto tondo del personaggio più enigmatico tra quelli recentemente "incontrati" sia al cinema che in televisione.

 

CIRO, SECONDO MARCO

 

D’Amore: “Ciro l’immortale, il giovane killer, lo spietato assassino, Ciro lo stratega, il figlio di buona donna, Ciro che anticipa le mosse dell’altro, Ciro e il sacrificio per l’amico fraterno Genny Savastano, Ciro e il colpo di pistola, Ciro che sprofonda…Ciro è tutto questo e molto altro”.

 

LE ORIGINI DEL PERSONAGGIO

 

D’Amore: “Volevo raccontare l’educazione criminale che ha avuto fin da subito, l’inesperienza dei piccoli, la capacità che hanno i bambini di adattarsi alle circostanze, anche quelle più difficili e credere che si possano sempre migliorare le cose. Ciro ha perso il suo più grande amore, la mamma, e per lui il premio ora è sentirsi incitato mentre ruba l’autoradio da una macchina o spacca le vetrine dei negozi”. Ad interpretare il personaggio uno straordinario Giuseppe Aiello.

 

LA SCELTA DI CIRO

 

D’Amore: “Ciro ha fatto una scelta, ossia operare il male per ottenere il potere. Questa cosa lo ha trasformato nell’essere silenzioso, solitario e spietato che è diventato. Per lui è impossibile tornare indietro e la sua pena è scontare in terra tutto quello che ha fatto, non ha nemmeno il sollievo della morte ma la condanna all’immortalità”.

 

CIRO E GENNY

 

D'Amore: "Amici-nemici, fratelli mancati anche se solo uno dei due è il figlio di Pietro Savastano, l’ultima scena del film apre uno spiraglio tutto da immaginare su come potrà essere il loro rapporto nella quinta stagione di Gomorra".

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