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Pavarotti, il docufilm al cinema

Cinema

Sarà nelle sale il 28, 29 e 30 ottobre “Pavarotti”, il documentario diretto da Ron Howard e dedicato all’indimenticabile tenore

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Ron Howard - regista e sceneggiatore Premio Oscar per “A Beautiful Mind” e firma di grandi successi come “Il Grinch”, “Cinderella Man - Una ragione per lottare”, “Il codice da Vinci” e “Solo: A Star Wars Story” - firma un documentario dedicato all’indimenticato (e indimenticabile) Luciano Pavarotti.

Atteso nelle sale italiane il 28, 29 e 30 ottobre prossimi, “Pavarotti” è uscito in America lo scorso giugno, ed è uno straordinario insieme di interviste, video di concerti live e immagini d'archivio provenienti dalle memorie della famiglia Pavarotti.

“Pavarotti”: le parole di Ron Howard

Intervenuto di recente alla Festa del Cinema di Roma, Ron Howard - in collegamento audio con “Che tempo che fa” di Fabio Fazio - ha raccontato del suo “incontro” con Luciano Pavarotti: «Ho scoperto che la vita di Pavarotti era una vita a cui tutti potevano ispirarsi. Ho scoperto l'opera, ho avuto la possibilità di capirla. Come regista ho visto la sua grande forza, come riusciva a esprimere i suoi sentimenti attraverso il suo lavoro, e a portarli al pubblico», ha dichiarato.

Come il regista ha ricordato, infatti, Luciano Pavarotti non era solamente un tenore. Era anche un grande attore, un attivista, un filantropo. Così, nel documentario si assiste a scene divertentissime, s’ammirano i suoi concerti, si conosce la parte più intima e più umana dell’artista. Perché, come anche la compagna Nicoletta Mantovani ha ricordato, Pavarotti non cantava per diventare famoso ma per emozionare il mondo. E il film di Ron Howard contribuisce a quello che di fatto era il suo sogno: mantenere viva la sua memoria, e aiutare i giovani talenti.

Un documentario che racconta l’uomo

Attraverso interviste d’archivio e nuove testimonianze, “Pavarotti” rivela la duplice anima di Luciano Pavarotti: da un lato l’uomo che lottava contro le aspettative, le relazioni turbolente e il senso di responsabilità dovuto alla sua notorietà; dall’altro, il personaggio spontaneo e sincero che apprezzava ogni piccola cosa bella, con straordinaria umiltà.

In un video amatoriale, girato dalla sua amata Nicoletta, si sente Luciano dire: «Vorrei essere ricordato per l’uomo che ha portato la lirica alle masse, mi piacerebbe che si dicesse che ho cantato dalla Favorita all’Otello». Perché, di fronte a quelle vecchie videocamere, nella sua dimensione domestica, il “tenore del popolo” parlava con tutta la sua saggezza e la sua sincerità, in modo aperto, come davanti a nessun giornalista o in nessun programma televisivo avrebbe potuto fare.

Così, grazie al lavoro di Ron Howard, Pavarotti possiamo conoscerlo tutti un po’ meglio. Approfittando del lavoro di un regista straordinario impegnato - oltre che nella realizzazione di film - anche nella diffusione di documentari dedicati ai grandi della musica. Prima di “Pavarotti” era stata la volta di “Made in America” (che ripercorreva il backstage del festival musicale ideato da Jay-Z) e di “The Beatles: Eight Days a Week”. Ora, tocca al Luciano nazionale. Che, seppur scomparso, continua a vivere nell’eternità della musica.