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La rivincita del Joker

Cinema

Marco Agustoni

Joaquin Phoenix nei panni del Joker

Pur essendo un "semplice" villain, l’arcinemico di Batman ha sempre rubato lo schermo all’Uomo Pipistrello, fino a relegarlo a cameo in Suicide Squad e a diventare protagonista assoluto in Joker, con Joaquin Phoenix acclamato al Festival di Venezia.  

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Non chiamatelo buffone. Perché da sempre il Joker, anche nelle sue versioni più caricaturali, è sempre stato un villain di spessore, vera arma segreta del successo di Batman, supereroe certo dotato di carisma, ma che non sarebbe andato lontano senza un nemico alla sua altezza. Anzi, più dell’Uomo Pipistrello, il matto di Gotham City è stato in grado di resistere alla prova del tempo, finendo addirittura per superare il suo rivale sulla lunga distanza.

A dimostrazione di questa incredibile rimonta, è arrivata la proiezione in prima assoluta di Joker di Todd Phillips al Festival di Venezia, con otto minuti di standing ovation sui titoli di coda e vere e proprie acclamazioni per il protagonista Joaquin Phoenix. Ma a ben vedere, nelle sue apparizioni su grande e piccolo schermo il cattivo per eccellenza della DC Comics non è mai stato secondo al suo rivale Bruce Wayne.

Già nella “fumettosa” serie tv e nel film del 1966 Batman, il Joker interpretato da Cesar Romero non sfigurava dinnanzi al Batman di Adam West, anche se allora, fra combattimenti improbabili con squali di gomma e scazzottate onomatopeiche, il valore di questo personaggio si perdeva in un contorno quasi grottesco (seppur spassoso e godibilissimo).

Ma è solo due decenni dopo, nel 1989, che Joker si leva la maschera del pagliaccio per sfoderare tutto il suo potenziale incendiario. A un serio e inappuntabile Michael Keaton, nella sua visione gotica di Batman Tim Burton sceglie di contrapporre un attore che è villain nell’animo e non fatica a iniettare un po’ della propria follia in un Joker spietato e violento, protagonista (alle volte suo malgrado, come nella scena della vasca di acido) di scene decisamente cruente per l’epoca. Senza Jack Nicholson, la pellicola che ha dato nuova vita al Pipistrello cinematografico non sarebbe mai stata la stessa.

La cupa trilogia cominciata da Christopher Nolan con Batman Begins, in cui a primeggiare era un attore di talento come Christian Bale, trova il suo Joker ideale in Heath Ledger, che fa la sua comparsa nel secondo capitolo della saga, Il Cavaliere Oscuro, del 2008. Se Bale sul set era scrupoloso e metodico, l’interpretazione da Oscar postumo di Heath Ledger, secondo alcuni fin troppo calato nel personaggio, è imprevedibile ed esplosiva. Se il Pipistrello messo in scena da Nolan è volontà di potenza, il Jolly calato dal mazzo è caos puro, una pericolosissima fragilità in grado di sgretolare tutta Gotham City.

Siamo alla resa dei conti: in Suicide Squad di David Ayer, del 2016, il Joker tamarro di Jared Leto è la carta in più nel film sulla allstar di cattivoni a cui finisce per rubare la scena accompagnato da una degna compagna come la Harley Quinn impersonata da Margot Robbie. Per i delatori della pellicola, secondo i quali la trama già confusa sarebbe stata penalizzata da un montaggio frenetico e confuso, le loro interpretazioni costituirebbero l’unica nota positiva di questo superhero movie in negativo. E Batman? Il supereroe ora interpretato da Ben Affleck è relegato al semplice ruolo di cameo, il cui unico scopo pare quello di soddisfare la quota-supereroi del film.

I tempi per il sorpasso, ormai è evidente, sono maturi. Sorpasso che avviene in curva a folle velocità proprio nella pellicola presentata a Venezia da Todd Phillips, che vede Arthur Fleck alias il Joker protagonista unico di questa origin story che ribalta alcuni punti fissi nella cosmogonia di Gotham City. E il Lido ha risposto acclamando il nuovo (anti)eroe, molto più credibile nella sua genesi del rivale ormai eclissato. Il nuovo Batman Robert Pattinson sarà in grado di stare al passo con il film di Matt Reeves sul supereroe in programma per il 2021? Al cinema nulla è impossibile, ma si tratta di un’impresa davvero difficile.

Il motivo di questa preferenza del pubblico per quello che di fatto è un malvagio psicopatico? Forse, in fondo in fondo, ci sentiamo più vicini al disordine emotivo, alla ben poco lucida follia del Joker, anarchico condottiero a capo solo di se stesso, piuttosto che alla granitica convinzione, alla presunzione di rappresentare la giustizia, del Batman, vigilante senza macchia, se non quella di ritenersi al di sopra della giustizia stessa. Forse, più semplicemente, in una società schiacciante mossa da ingranaggi troppo grandi anche solo per essere compresi, preferiamo chi si assume la responsabilità di mettere il mondo in fiamme per ricostruirlo da capo.