Valeria Bruni Tedeschi, la carriera dell'attrice e regista italo-francese

Cinema
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Valeria Bruni Tedeschi torna al cinema con il suo nuovo film da regista "I villeggianti". La carriera e i film dell'attrice apprezzata in Italia e Francia

Attrice, regista, sceneggiatrice e montatrice, personaggio complesso e versatile, donna di fascino e interprete straordinaria. Valeria Bruni Tedeschi ha saputo imporsi con uno stile distintivo nel cinema europeo riuscendo nel corso della sua carriera a conquistare ben quattro David di Donatello, l’ultimo ottenuto nel 2017 con il film “La pazza gioia”. Torna ora al cinema con “I villeggianti”, film che dirige e interpreta accanto a Valeria Golino e Riccardo Scamarcio. La pellicola narra le vicende di Anna, arrivata in Costa Azzurra per qualche giorno di vacanza con la figlia. La donna deve gestire la sua recente separazione e la scrittura del suo prossimo film. Dietro le risate, la rabbia, i segreti, nascono rapporti di supremazia, paure e desideri. Ognuno si tappa le orecchie dai rumori del mondo e deve arrangiarsi con il mistero della propria esistenza. È il quarto film da regista di Valeria Bruni Tedeschi e arriva a 6 anni di distanza da “Un castello in Italia”, girato nel 2013. 

Gli esordi e il successo in Francia

Nata a Torino, a nove anni si trasferisce a Parigi con la famiglia. Figlia d’arte, la madre è l’attrice Marisa Borini, ha frequentato i corsi di teatro alla Ecole des Amandiers, dove insegnava Patrice Chéreau. Grazie alla sua maestra, ha esordito al cinema nel 1987 con “Hôtel de France”. Nel corso degli anni ha alternato lavori in Francia e in Italia. Nel nostro Paese ha vinto il primo David di Donatello nel 1996 con “La seconda volta” e ha bissato la vittoria nel 1998 con “La parola amore esiste” di Mimmo Calopresti. Nonostante la bravura riconosciuta dalla critica, il vero successo arriva in Francia grazie ad eccellenti prove di recitazione in film come “Le persone normali non hanno niente di eccezionale” nel 1993 che le fece vincere il premio César come miglior giovane promessa femminile e il premio come miglior interprete femminile al festival di Locarno. La sua abnegazione e la capacità di entrare pienamente nei personaggi che interpreta attira il pubblico europeo, infatti nel 2004 riceve una candidatura agli European Film Awards per il film “CinquePerDue”. 

Il debutto come regista e i David di Donatello

Il suo talento innato appare anche alla regia. Nel 2003 il suo esordio “È più facile per un cammello..” le permette di vincere il Premio Louis-Delluc come migliore opera prima. Anche la sua seconda opera da regista, nel 2006 con “Attrici”, riscuote enorme successo di critica e pubblico. Nel 2009 ritorna di prepotenza nel cinema italiano con “Baciami ancora” che le vale una candidatura ai Nastri d’argento. Le capacità artistiche di Valeria Bruni Tedeschi non passano più inosservate in Italia e così Paolo Virzì sceglie lei per “Il capitale umano”. Ispirato all'omonimo romanzo di Stephen Amidon, la sua interpretazione di Carla Bernaschi un'ex attrice sposata a un broker finanziario, ricca, ma annoiata e senza uno scopo di vita, le permette di vincere il premio per la migliore attrice al Tribeca Film Festival 2014, il Ciak d'oro per la migliore attrice protagonista e il suo terzo David di Donatello come migliore attrice protagonista. Il sodalizio con Virzì si rinnova tre anni più tardi con “La pazza gioia”. Anche in questo caso l’interpretazione di Valeria Bruni Tedeschi è tra le migliori della sua carriera e vince il quarto David di Donatello come miglior attrice protagonista.

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