Spider-Man: Willem Dafoe ricorda il suo indimenticale Green Goblin

Cinema

Andrea Cominetti

«Avevo l’opportunità di recitare queste scene dove commedia e dramma viaggiavano sulla stessa linea» ricorda l'attore, candidato all'Oscar per «Van Gogh - Sulla soglia dell’eternità»

«Ho amato quei film e più di tutto ho amato interpretare il doppio ruolo di Green Goblin. Tutti si concentrano sulla controparte con i poteri, che è sicuramente divertente, anche se per me la sfida più interessante è stata entrare nei panni del padre, Norman Osborn». A oltre 15 anni distanza, Willem Dafoe, fresco di candidatura agli Oscar per la sua interpretazione in «Van Gogh - Sulla soglia dell’eternità» di Julian Schnabel, è tornato a parlare in un’intervista rilasciata a «GQ» dello «Spider-man» di Sam Raimi, dove vestiva i panni di uno dei più iconici antagonisti dell’Uomo Ragno. «Avevo l’opportunità di recitare queste scene dove commedia e dramma viaggiavano sulla stessa linea…Ci sono un paio di scene che ancora mi fanno ridere, perché hanno una doppia chiave di lettura, tra il drammatico e il comico».

I ricordi dal set

«Sam ha davvero compiuto un miracolo, rendendo personale un film piuttosto colossale e pieno di effetti speciali» ha continuato l’attore, sottolineando che si trattava dell’inizio per i cinecomic e non c’era perciò alcun modello a cui poter fare riferimento.

«Ricordo, in particolare, che prima di girare la scena in cui Norman e il Goblin discutono davanti allo specchio Sam mi ha dato da leggere Dr. Jekyll e Mr. Hide. È stato divertente e fondamentalmente l’abbiamo fatta in un unico ciak. Credo che, non so per quale ragione, l’abbiano tagliata alla fine. Eppure l’abbiamo girata in quel modo ed è stato un bellissimo gioco perché dovevo passare da un personaggio all’altro, la camera nello specchio doveva posizionarsi nel modo corretto e dovevo danzare con lei parecchio in quella scena».

I ruoli di una carriera

Green Goblin è stato indubbiamente uno dei ruoli della vita di Dafoe, ricordato anche per l'interpretazione del sergente Elias Grodin di «Platoon», diretto Oliver Stone. Nella pellicola, che racconta in maniera molto cruda i terribili fatti accaduti durante la guerra del Vietnam ispirandosi all’esperienza vissuta dallo stesso regista, volontario durante il conflitto tra il 1967 e il 1967, l’attore ha diviso lo schermo con star del calibro di Charlie Sheen (soldato Chris Taylor), Kevin Dillon (soldato Bunny), Forest Whitaker (soldato Big Harold) e Johnny Depp (giovanissimo, nei panni del soldato Gator Lerner).

Successivamente ha partecipato ad altri film importanti, come «Mississippi Burning - Le radici dell’odio» di Alan Parker e «L’ultima tentazione di Cristo» di Martin Scorsese, in cui ha vestito i panni di un controverso Gesù.

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